I FANTASTICI QUATTRO #4-11

di Fabio Furlanetto e Marco Rizzo

 

 

 

Tra le serie Marvel IT, poche hanno avuto una “vita editoriale” sfortunata come quella del favoloso quartetto. Per fortuna, dopo un breve dittico di episodi a fare da sorta di collegamento, è arrivato uno scrittore regolare che con un breve ma intenso ciclo di episodi ha ridato vita alla serie, rimasta nel limbo per alcuni mesi.

Ecco dunque non una, ma addirittura tre saghe complete e praticamente leggibili a se stanti, destinate ad avere non poche ripercussioni sul futuro del gruppo.

Resta ben poco da dire, anzi nulla, se non un banale “buona lettura”.

‘Nuff Said !

 

 

 

FANTASTICI QUATTRO #4

di Fabio Furlanetto

con la collaborazione di Mickey

 

IL DESTINO BUSSA ALLA PORTA

 

I problemi non possono essere risolti

allo stesso livello di conoscenza che li ha creati.

(Albert Einstein)

 

 

Una mattina tranquilla, per quante possano essercene a New York. Molo Quattro.

Reed Richards stava lavorando nel suo laboratorio spazio-temporale quando nella stanza entrò il suo amico Ben Grimm, la Cosa.

-Gommolo, si può sapere che stai facendo qui dentro? Ho incrociato Suzie e mi ha detto che sei stato qui per tutta la notte.

-Ben? Che ci fai qui a quest’ora di notte ?
-E’ già mattino, Reed - gli fece notare aprendo una finestra con un pulsante - A che stai lavorando ?

-Stavo lavorando ad un sistema per produrre spazi tetradimensionali che non includa alternatori di Kurtzberg…potrei riuscire a rendere economica la produzione in serie di tesseratti. Immagina quanti problemi possa risolvere uno spazio non transitorio, ma tendente all’infinito come una stringa continua unidimensionale…

-Se potessi usare parole inserite in un comune dizionario, gommolo… - rispose Ben sbadigliando.

-Non è importante. Mentre stavo lavorando, il rivelatore muonico ha inserito l’allarme.

-E’ l’aggeggio che hai inventato per trattare i rifiuti tossici o quello per sostituire il microonde ?

-Non è il caso di scherzare, Ben. Segnala la presenza di anomalie trans-finite analizzando la risonanza dei barioni in un campo muonico variabile, che…

-Ti prego, dimmi qualcosa che qualcuno con un Q.I inferiore al milione possa capire, Reed.

-Significa che una dimensione tangente alla nostra sta per collassare. E la curva di risonanza fa pensare all’azione di qualche essere senziente.

-Che sviluppo rivoltante…proprio oggi che giocano i Mets doveva saltar fuori un qualche piantagrane galattico ?

-Aspetta a vendere i tuoi biglietti, Ben…non ho ancora individuato un punto preciso.

 

Susan irruppe nella stanza, chiedendo a gran voce:
- Reed, tesoro, a che ora ha detto Alysande che riporta qui Franklin?
Mr. Fantastic si voltò subito, per il solo fatto che ormai Ben lo aveva distratto, altrimenti, immerso nel suo lavoro, ci avrebbe messo qualche secondo.
- A che ora? Se non ricordo male entro l'ora di pranzo...
- Ciao, Ben, scusa se non ti ho salutato, non ti avevo visto – disse Susan, mentre la Cosa fece un cenno con la testa - Comunque non so se è stata una buona idea affidargliela per un'intera nottata, da sola.
- Ne abbiamo già discusso, cara... Caledonia sa il fatto suo, Franklin si trova bene con lei... entrambi avevano voglia di rivedersi, almeno per un giorno... è un ottimo modo per farlo distrarre, non può stare sempre rinchiuso tra queste quattro mura grigie... è un bambino!
- Lo so, lo so... ma sono abbastanza apprensiva quanto si tratta di lui.
- Buongiorno a tutti... - esordì con tono assonnato Johnny Storm. Un corale "ciao" gli fece eco.
- Qualcosa che non va, Johnny? - chiese Sue, sempre attenta agli stati d'umore di suo fratello.
- Magari te ne parlo in privato...
Senza neanche molta discrezione, la Donna Invisibile trascinò con sé la Torcia Umana in un'altra stanza.
- Spara.
- Be', non saprei... si tratta di Lyja. [1]
- Immaginavo fossero problemi sentimentali.
- E' che... mi ha scombussolato un po' rivederla. Mi ha fatto sentire in colpa per non averla cercata prima. E non so se ho voglia di riprovarci con lei, ho le idee molto confuse.
- Lei come ti è parsa?
- Mi ha fatto capire che si è rifatta una vita senza di me, ma non mi ha sbarrato la strada. Se solo volessi, credo potremmo ricominciare... ma ne è passato di tempo...
Prima che Susan potesse dispensare altre perle di saggezza in fatto di relazioni sentimentali, il rumore di un'assordante sirena coprì qualsiasi parola.
L'allarme del Molo Quattro era scattato. Johnny si infiammò istintivamente: erano sotto attacco?
- Che succede!? - gridò Susan, correndo verso il laboratorio di Reed a fianco del fratello. Adesso il gruppo era riunito, ma per fronteggiare quale minaccia?
- C'è qualcosa che non va nei sistemi di sicurezza - urlò Reed agli altri membri del gruppo.
A conferma delle sue ipotesi, una voce meccanica ma dal tono leggermente femminile parlò da un altoparlante nascosto: -Allarme intrusi. Tesseratti interni serrati. Porte di media, alta e massima sicurezza bloccate. Campo nullo azionato. Campo di forza azionato. [2]
- Cosa
?! Il sistema ci bolla come intrusi! - concluse Richards.
Un istante dopo i Fantastici Quattro furono prigionieri di altrettanti campi di forza luminosi.
- Non toccatene le pareti! - li avvertì il creatore del sistema di sicurezza.
- Ma che razza di... - commentò la Cosa, mentre la Torcia evocava abbastanza calore da compensare le energie del campo, e la Donna Invisibile ne creò uno dall'interno con una pressione tale da infrangere quello esterno.
-Livello primario non efficiente. Inizializzazione del secondo livello di sicurezza - sentenziò la voce meccanica. Nelle pareti apparvero delle nicchie da cui vennero sparati dardi tranquillanti, ma Susan difese se stessa e suo fratello grazie a campi di forza invisibili, coadiuvata da muri di fiamme. Lo stesso successe quando il sistema di sicurezza comunicò l'inizializzazione del terzo livello di sicurezza.
- Reed, cosa diavolo devo fare?! - gridò una seccata Sue al suo marito, mentre fermava dei potenti laser coi suoi poteri.
- Cerca di raggiungere un terminale ed immetti il codice di emergenza!!
- Ok! Johnny coprimi!
- Terzo livello non efficiente. Inizializzazione del quarto livello di sicurezza.
Susan riuscì a raggiungere un terminale e, grazie alla flessibilità del sistema operativo creato da Reed, accedette subito all'area sicurezza.
- Il codice, Reed! Prima che scatti l'altro livello!
Sotto dettatura, la donna spinse furiosamente i tasti di una minuscola tastiera, sperando che i sistemi di sicurezza non rifiutassero l'immissione del codice d'emergenza, e sperando di non sbagliare a digitare per la fretta.
Pochi secondi dopo, il silenzio.
- Fiuu - disse Ben, passandosi la mano sulla fronte, finalmente libero.
- Ottimo lavoro, ma adesso devo scoprire cos'è successo - rispose
in maniera più eloquente Reed.

 

Un altro rumore, molto diverso dall’allarme di sicurezza, risuonò dagli altoparlanti interni.

-Che succede adesso, Reed ?

-E’ solo il campanello, Johnny. Evidentemente, chiunque abbia sabotato i sistemi interni ha un particolare senso dell’umorismo.

Johnny volò verso la porta. Con i sistemi di sicurezza disattivati, chiunque poteva entrare senza troppi problemi… probabilmente si trattava di una coincidenza.

Una volta aperta la porta capì di essersi sbagliato…ma non ci fece troppo caso. Del resto, nemmeno ai Fantastici Quattro capita tutti i giorni di aprire la porta ad un Dottor Destino stranamente innocuo.

La prima reazione di Johnny fu di alzare l’intensità della fiamma e di dirigerla contro Destino, che non si mosse minimamente. Nemmeno le sue vesti verde scuro furono intaccate.

-Storm. E’ indubbio che l’educazione americana lascia molto a desiderare.

-Che ci fai qui, Destino ? Hai finito le astronavi con cui attaccarci ?

-Lasciami entrare, Storm. La tua inutilità è comparabile a quella di una formica, ma non metterti sulla mia strada.

Il resto del gruppo raggiunse la Torcia Umana. Susan creò un impenetrabile campo di forza sulla soglia, proprio tra Destino e il fratello. Reed era ancora distante, ma allungò collo e braccia fino alla porta.

-Non so che ci fai qui, scatoletta di sardine ambulante – disse la Cosa con voce decisa – ma so che per entrare dovrai vedertela con me !

-Richards…dobbiamo parlare – rispose Destino senza nemmeno considerare il resto del gruppo.

-Non pensarci nemmeno, Destino !

-Aspetta, Susan…potrebbe essere importante. Lasciamolo entrare…non tenterà niente di avventato all’interno della base.

-Hai la mia parola, Richards. Nel mio breve soggiorno non nuocerò a te o alla tua famiglia. E se ci tieni, nemmeno alla poco arguta Cosa.

-Adesso basta ! Lasciamelo pestare, Reed ! Mi basta un cazzotto solo !

-Lascia stare, Ben…se cerca di ingannarci, lo terremo sotto controllo.

 

Il campo di forza invisibile scomparve e Destino entrò tranquillamente nel Molo Quattro, anche se letteralmente circondato dal gruppo. Si fermò in mezzo al salotto adiacente, mani dietro la schiena, e si guardò intorno.

-Deludente, Richards, deludente. Ti ho sempre considerato al di sopra della comune massa americana…ma questa abitazione dimostra che il buon cuore di Destino è a volte troppo magnanimo.

-Non tutti possono permettersi un castello. Non sei qui per parlar male dei gusti della mia famiglia in fatto di arredamenti, no ? Ha a che fare con le anomalie dimensionali?

-Immagini bene, Richards. Come sempre, ti dimostri l’unico essere umano in grado di vedere ciò che solo Destino vede.

-Sei tu il responsabile delle anomalie ?

-No. Le ho semplicemente rilevate, come hai fatto tu.

-Lo trovo difficile da credere. Secondo me vuoi i dati di Reed sulla faccenda – insinuò Susan, facendo serrare uno dei pugni di Destino, che lo rilassò pochi istanti dopo.

-Ridicolo, Susan. Tuo marito non ha niente che possa minimamente interessarmi.

-Ma sei qui.

-Vedi, Richards…nella mia vita non ho avuto che tre desideri. Liberare mia madre dall’inferno…dominare il mondo…ed assistere alla tua morte per mano mia.

-Tre cose da niente. Hai provato a scrivere a Babbo Natale ?

-L’unica cosa che mi impedisce di romperti dodici ossa distinte, Grimm, è la mia promessa. Come dicevo, uno di questi desideri è stato realizzato. [3] Ed ora le mie attenzioni sono alla conquista del mondo…e come i recenti avvenimenti dimostrano, il mondo ha un gran bisogno del mio dominio.

-Piantala di ricordarci quanto sei meraviglioso e vieni al sodo, Destino - lo incalzò Susan.

-Indubbiamente, lo spirito di tua moglie è indomito quanto il tuo, Richards. In ogni caso, l’esistenza del tuo gruppo mi è stata spesso vantaggiosa, nonostante abbiate tentato di rovinare più volte i miei piani.

-A me sembra che te le abbiamo suonate più volte, Desty ! E che hai continuato a tentare di ucciderci !! - gli fece notare Johnny, ancora sulla difensiva.

-Semplici dettagli nel grande piano che solo la mente di Destino poteva concepire. Molte volte questo pianeta è stato sull’orlo della distruzione, e solo voi quattro l’avete impedito. Questo mi ha sollevato dal compito di doverlo salvare, lasciandomi il tempo per dedicarmi ad altre cose di maggiore importanza. Quindi, ho deciso di non uccidervi fino a quando non avrò conquistato il mondo. Tale è la compassione di Destino.

-Non sei venuto qui per dirci questo, vero ?

-Sei più logorroico di Gommolo, quando ti ci metti…

 

-Almeno le mie parole hanno un senso, Cosa. Recenti disavventure, di cui sono stato ahimé partecipe, ci hanno portato in un altro universo, la pallida copia del nostro. In questo lasso di tempo, il vostro quartier generale è stato irreparabilmente danneggiato e vi siete stabiliti qui [4] – disse marcando le ultime parole con un tono disgustato – e tale luogo non è appropriato ai nemici di Destino. Se un uomo si misura dalla grandezza dei suoi nemici, voi non potete operare da un luogo così mal fornito. Se il pianeta fosse ancora in pericolo, toccherebbe a Destino proteggerlo, protraendo ulteriormente la sua conquista del mondo.

-Sei venuto fin qui…dopo tutto quello che è successo…per dirci che la nostra base non ti piace !?

-Come sempre ti sfugge il quadro generale, Richards. Se necessario te lo dimostrerò – la sua voce assunse un tono ancora più teatrale - Posso radere al suolo questa base in dodici minuti e quarantasette secondi. Ed ho già sabotato il sistema di sicurezza interno.

-Dici di volere la nostra sopravvivenza e progetti tutti i modi possibili per ucciderci…mi nascondi qualcosa, Destino. Tu non fai mai niente per niente.

-Perché non hai localizzato l’origine dell’anomalia, Richards ?

-Gli strumenti non…

-Ah ! Anche chi, come me, progetta macchine infallibili e ne fa i propri servi, sa che le macchine non sono sempre del tutto affidabili. Considera i tuoi strumenti come radar…troppo vicini alla fonte del segnale, lo perdono.

-La dimensione che sta per collassare…è nel Molo ?

-Se non altro, il tuo intuito è moderatamente adeguato. Il tuo caro tesseratto, che si estende in tutta la base, presto collasserà. Lasciami ovviare a questo, ed aggiornare la tua base a standard accettabili, ed il mio giuramento di non aggressione si estenderà di molti mesi.

-Sapevo che volevi qualcosa, Destino. Niente da fare. Scommetto che è solo l’ultimo piano per distruggerci dall’interno.

-Riflettici bene, Richards. Non lasciarti accecare dall’orgoglio.

-Strane parole, considerando la fonte. Se vuoi la battaglia, Destino, te la daremo. Non mi aspettavo questi sotterfugi da parte tua.

Il gruppo era pronto alla lotta…la tensione era palpabile, oltre al calore generato da Johnny.

-Molto bene. Speravo si potesse ragionare con te, Richards. Addio.

Al primo passo di Destino tutti erano pronti a doversi difendere da raggi di energia, ma Destino si incamminò lentamente verso la porta. Sulla soglia, senza girarsi disse quasi sottovoce:

-Richards…frequenza di Lieber a quindici cicli.

Pochi metri oltre, una lunga limousine nera lo stava aspettando, circondata da quattro guardie del corpo…senza alcun dubbio, guardie super-potenziate.

-Non ci posso credere…Destino deve essersi ammansito nel corso degli anni !

-Non credo, Ben. Quello che ha sussurrato prima di andarsene…la frequenza di Lieber. E’ la frequenza di due universi adiacenti che porta alla reciproca annichilazione.

-Cosa? - chiese la Torcia, senza ottenere risposta.

-Reed, credi davvero che Destino volesse soltanto aiutarci ?

-Non lo so, Sue. Destino ha un senso dell’onore molto contorto…potrebbe aver detto la verità, o più probabilmente una mezza verità…ma potrebbe benissimo essere un approccio diplomatico prima di passare alle maniere forti.

-Per me vi state preoccupando troppo, gente. Andiamo, è Destino…avete presente il tipo che ha cercato di ucciderci uno zilione di volte ?

-Non posso dimenticarlo, Johnny, ma è anche la stessa persona che ha contribuito a salvare il pianeta, dopo l’invasione marziana. [5] Forse è tornato ad essere l’uomo che era un tempo…forse ha ricominciato a pensare agli altri.

-Sono tutte panzane Reed, e lo sai benissimo – disse la Cosa mentre la Torcia gli accendeva un sigaro – Destino era un gran topo di fogna già all’università.

-Reed, sono preoccupata per Franklin. Potrebbe essere tutto un trucco per distrarci e rapirlo per l’ennesima volta…

Reed controllò il congegno che aveva sul polso sinistro…

-No, è tutto a posto. Il suo segnalatore personale mi dice che è tutto regolare.

-Di che parli ?

-Ho inserito nel suo orologio una serie di sensori…sia per tenere sott’occhio il suo potere che per essere avvertito se gli succedesse qualcosa di male. E’ molto simile alla rete inserita nelle nostre divise.

-Avresti potuto dirmelo, Reed…

-Oh, non c’è da preoccuparsi. Neanche Franklin lo sa.

-Santo cielo Reed, non dirmi che hai ricominciato a studiare nostro figlio come una cavia da laboratorio…

-Mi sembrava la cosa più logica da fare, cara. In questo modo non dovrà sopportare quei lunghi test e sapremo sempre se è in pericolo…

-Vieni, ragazzo – disse la Cosa mettendo un braccio sulle spalle della Torcia – lasciamoli discutere in pace.

-A proposito di discutere, Lyja voleva parlare anche con te riguardo…

La Cosa si fermò all’improvviso, portando una mano al petto e cadendo sulle ginocchia.

-Ben ! Che ti succede !?

-Non lo so…ma fa un male cane…

 

Reed si precipitò al fianco dell’amico, ma non essendo un medico non poté farsi subito un’idea delle sue condizioni.

-I sintomi mi fanno pensare ad un leggero infarto, Ben…ma non sento il polso attraverso la tua pelle, quindi sarà meglio andare in laboratorio…Susan, il tuo campo di forza è l’unica cosa che può sostenere il suo peso. Portiamolo al laboratorio.

Come faceva da anni, Susan si concentrò e l’aria sotto la Cosa sembrò diventare più spessa per un istante. Il campo di forza si fece più spesso fino a dare l’impressione che il membro roccioso dei Fantastici Quattro levitasse a dieci centimetri dal suolo. La leggera concentrazione, tuttavia, si trasformò presto in sforzo mentale evidente.

-Che hai, tesoro ?

-Non riesco a sollevare il campo di forza ! Posso renderlo più spesso, ma non sollevarlo del tutto da terra…la forza di gravità non era mai stata un problema.

-Hhhmm…è chiaro che i due fenomeni sono collegati. Johnny, sarebbe consigliabile non usare i nostri poteri fino a quando non avrò compreso che sta succedendo.

-E che facciamo con Ben ?

-Ehi, aspettate…a farmi…il necrologio…

-Dovrai modellare il campo di forza per far sì che possa muoversi autonomamente. Forse delle ruote…no, dovresti creare anche gli ingranaggi e sarebbe troppo complicato. Prova con dei cingoli, e pensa di farli muovere.

Mentre la Donna Invisibile eseguiva gli ordini, Johnny disse a Reed:

-E’ chiaro che c’è Destino dietro a tutto questo.

-Non è detto. Abbiamo molteplici nemici…statisticamente parlando, è possibile subire due attacchi lo stesso giorno.

-C’è un modo per verificare la presenza di Destino nelle vicinanze ?

-Se Destino ha veramente deciso di attaccarci di nascosto, dubito che si farà rilevare. In ogni caso sarà meglio riattivare almeno il sistema difensivo esterno.

 

Con fatica, il gruppo si spostò nel laboratorio di Reed. Collegò le reti dei costumi con il sistema interno, e mise Ben sotto una lunga serie di analizzatori. Johnny era visibilmente impaziente di trovare un nemico e di poter usare la sua fiamma. Reed invece non faticò più di tanto a non usare i suoi poteri elastici.

-Allora, Reed ? Sei arrivato ad una conclusione o dobbiamo stare qui tutto il giorno ?

-Cerca di calmarti, Johnny. Non stai contribuendo alla soluzione.

-Sono stufo di restarmene qui ad aspettare, mentre tu giochi con quegli apparecchi !

-I miei giochi stanno cercando di curare tua sorella ed il tuo migliore amico.

-Certo, e nel frattempo Destino si starà preparando a distruggere la base. Propongo di andare all’ambasciata latveriana, o dove cavolo si sta nascondendo, e di suonargliele fino a quando non ci rivela tutto.

-Un piano estremamente ingenuo, Johnny. Destino vuole proprio che perdiamo la calma…sai che l’ambasciata è colma di robot ideati appositamente per ucciderci.

-Reed, per un secondo smettila di pensare come uno scienziato e comportati da super-eroe…un cattivo ci ha minacciato, noi lo fermiamo ed il mondo è salvo. Lo facciamo da anni, no ?

-Forse potrei prendere in considerazione questa linea di condotta contro un nemico più comune. Ma Victor non rientra certo nella categoria.

-Chiamalo col suo nome, Reed…Dottor Destino. Quante volte hai cercato di farlo ragionare, e quante volte ti ha risposto con una scarica di laser !?

-Sono sicuro che invece attaccarlo senza ragione lo porterebbe a redimersi- gli ribatté sarcasticamente.

-Bene, visto che mister solo-io-capisco-Destino non ha bisogno di aiuto, io me ne vado all’ambasciata a fondere qualche decina di robot…

-Johnny, fermo ! Non infiammarti !

Invece della solita fiamma a basso calore, Johnny generò una gran vampata di calore che quasi investì in pieno Mister Fantastic, che scampò alle fiamme deformando il proprio corpo. Per la prima volta, tuttavia, l’uso dei suoi poteri gli provocava un enorme dolore…cercando di ignorarlo, prese il più vicino estintore (uno progettato da lui, abbastanza potente da spegnere le fiamme della Torcia a massimo regine…ce n’era uno nascosto in ogni stanza) e lo usò per fermare l’incendio.

Cadde a terra stremato, tornando alla forma originale.

 

Susan lo aiutò a rialzarsi. Per fortuna, Reed aveva progettato il Molo perché fosse a prova di incendio…nel caso la Torcia avesse avuto bisogno di usare tutto il suo potere. Anche Johnny si rialzò, senza nemmeno una bruciatura…come al solito.

-Johnny…la prossima volta che ti dico di non accenderti…prendi almeno in considerazione l’idea, d’accordo ?

-Scusa, Reed – disse con tono sinceramente dispiaciuto, e cercando di evitare lo sguardo duro della sorella – sono stato un idiota. Avrei dovuto ascoltarti.

-Non deprimerti così, ragazzo…anche io non vedo l’ora di contrattaccare. Ma è ovvio che Destino aveva progettato tutto questo. Nel corso degli anni, ho imparato che sottovalutarlo è l’errore più grande che si possa fare.

-Come ha fatto a farci questo, Reed ?

-Ho rilevato qualcosa all’interno dei nostri corpi…minuscole nano-macchine, progettate per alterare il leggero flusso radioattivo che mantiene operanti i nostri poteri. Forse tramite isotopi radioattivi alterati per assorbire raggi cosmici.

-Non puoi distruggere le macchine ?

-Sono troppo in profondità. Ma credo di poter usare un segnale che ne cancelli la memoria…in questo modo sarebbero lentamente assorbite dall’organismo.

-Non immaginavo che Destino conoscesse così bene i nostri poteri…

-Per quanto possa saperne, è impossibile stabilire in che modo l’alterazione affligga i nostri poteri. E’ probabile che abbia usato un qualche tipo di ipnosi per far sì che fossimo noi stessi a creare il problema.

-Mi sembrava che Destino fosse un po’ troppo chiacchierone, rispetto al solito ! Deve averci ipnotizzato mentre parlava !

-Una deduzione probabilmente veritiera, Johnny – rispose Reed mentre armeggiava con i sistemi del Molo – forse posso modificare l’emissione di onde elettromagnetiche del radio-scopio nel mio laboratorio, in modo da creare la giusta frequenza.

E così Reed tornò nel suo habitat naturale, cercando di sintonizzare al meglio il suo radioscopio. Destino avrebbe potuto attaccarli da un momento all'altro, ripristinare i loro poteri era la massima priorità.
- Eureka! - urlò ad un certo punto, sicuro di aver fatto i giusti calcoli. Calibrò come doveva il radioscopio e lo attivò. Dopo qualche minuto provò ad allungarsi di nuovo, senza provare dolore. Anche la moglie ed il cognato avevano ancora i loro poteri, e la Cosa riusciva a muoversi senza fatica.

-Questa volta Destino ha esagerato ! – urlò Ben Grimm una volta alzatosi – nessuno cerca di fregare il nipote preferito di Zia Petunia senza guadagnarsi un bel naso rotto !

 

-Perfetto – sussurrò Destino, nel sedile posteriore della sua limousine.

-Ha detto qualcosa, sire ? – chiese una delle sue guardie del corpo, nel sedile anteriore, pentendosi subito della domanda.

-Richards è incredibilmente prevedibile. Mettendo in pericolo la sua famiglia diventa avventato.

Destino aprì la portiera ed iniziò a scendere. La sua guardia del corpo scese dalla limousine, ma Destino gli fece segno di non muoversi.

-Sire, non dovrebbe andare da solo…potrebbe…essere pericoloso…

Destino si alzò in piedi e si voltò lentamente.

-Non…non intendevo insinuare che lei…

Destino sollevò un guanto, che iniziò a scintillare. La guardia si inginocchio e chiese pietà. Quando riaprì gli occhi, Destino si stava già incamminando verso il Molo Quattro.

Di solito la zona era piena di curiosi, che speravano di vedere i Fantastici Quattro. Ora il molo era deserto, dato che poche persone sane di mente resterebbero volontariamente a portata delle armi del Dottor Destino.

In molti avevano chiamato la polizia, ma questa non poteva fare niente a causa dell’immunità diplomatica di Destino.

A quindici metri dal Molo, Destino premette un pulsante nascosto nel suo guanto. Nel giro di dieci secondi, uno sciame di strani, minuscoli oggetti meccanici si posizionò sopra il Molo, girando in tondo. Destino allungò un braccio ed uno degli apparecchi gli si posizionò sopra, mutando forma fino a circondare il braccio.

Dalla mano di Destino uscì un potente raggio di energia bianca che colpì in pieno il Molo. Delle scariche elettriche ne percorsero l’intera superficie, mentre alcuni degli apparecchi (la cui funzione era nota solo a Destino) atterrarono, disponendosi in un cerchio che al cui centro c’era il Molo. Destino disse:

-Meno dodici minuti e quarantasette secondi.

 

Il colpo di Destino fece tremare l’intero Molo, e le pareti vibrarono. Reed ordinò con voce decisa ai computer del Molo:

-Attivare difese esterne e compensatori di Heisenberg !

-Che succede, Reed ? - domandò la Torcia, prevedibilmente allarmata.

-Siamo stati colpiti da un alteratore dimensionale. Computer, attivare difese esterne !

-Impossibile eseguire – rispose la voce femminile del computer – file di attivazione non trovato.

-Johnny, Ben…andate fuori e cercate di vedere che succede !

La Torcia Umana e la Cosa non avevano il minimo dubbio su cosa stesse succedendo, ed erano ansiosi di combattere contro Destino. Susan li seguì dicendo al marito:

-Vado anche io, Reed !

-No, Susan…ho bisogno di te nel caso Destino cerchi di entrare. Non posso permettere che l’uomo più pericoloso del mondo abbia le tecnologie che custodisco qui. Computer, riconfigurare il sistema di comando: piano di emergenza theta-alpha-dodici.

-Impossibile eseguire: anomalia ai sistemi di trasferimento dati.

-Dannazione ! – gridò Reed sbattendo un pugno sulla tastiera – Destino deve averli sabotati. I sistemi interni sono inservibili, adesso. Non mi resta che attivare i sistemi di sicurezza interni ed uscire a combattere…

-E’ altamente sconsigliabile, dottor Richards – disse una voce fin troppo familiare proveniente dal corridoio.

La voce era quella di Destino, ma l’armatura era diversa: più militaristica e soprattutto senza mantello e cappuccio.

-Kristoff !?

 

I congegni che erano atterrati iniziarono a girare in cerchio, sempre più velocemente…senza tuttavia alzare il minimo vento.

La Torcia volò contro Destino, lanciando una serie di palle di fuoco. Destino mosse velocemente le mani, mormorando qualcosa in una strana lingua. Dalla sua posizione si scatenò un forte vento, tanto forte da scagliare la Torcia e la Cosa oltre il Molo. Sbatterono contro qualcosa di invisibile, appena prima dei congegni che roteavano.

-Che cavolo sono ‘sti cosi !? – si chiese la Cosa, cercando di stare in piedi contro il vento che stava già iniziando a danneggiare il Molo – si muovono come degli insetti…

-C’è qualcosa che non va in questo vento – notò Johnny dopo essere stato spento dal vento – dovrebbe mancarci l’aria a questo punto, ma riusciamo a respirare…

-Questo perché non si tratta di un semplice vento, Storm – disse con orgoglio Destino mentre assemblava un ennesimo macchinario, in qualche modo simile ad un telescopio a causa del treppiede – ma del mistico Uragano di Valtoor. Un incantesimo che solo un mago esperto come Destino può lanciare.

-Sei un codardo, Destino ! – gli urlò la Cosa – vieni qui a combattere da uomo, invece di giocare con quegli aggeggi !

-Asseconderò il tuo ultimo desiderio, Grimm.

Ad un gesto di Destino, il vento non influenzò più la Cosa, che corse verso di lui:

-E’ tempo di distruzione !

La Cosa si fermò ad un metro da Destino, diventando senza peso e fluttuando davanti a lui.

-Ammira il mio annullatore di gravità, inutile ammasso di mattoni.

-Ehi, così non vale ! – cercava di colpirlo ma riusciva solo a spostare goffamente dell’aria.

-E’ giusto che Destino abbia degli spettatori nel suo trionfo. Ma Destino non tollera scocciatori, quindi mi accontenterò della giovane Torcia Umana…la tua già scarsa utilità è finita, Grimm.

Il braccio sinistro di Destino percorse un ampio arco, scagliando la Cosa nel Molo, dove una parete fermò ingloriosamente la sua corsa.

-Ben ! Che gli hai fatto, mostro !?

-Osserva la mia opera, Storm…

L’apparecchio di Destino sparò un colpo verso il cielo, incrociando la barriera circolare creata dai congegni roteanti. La barriera si colorò di un azzurro intenso, mentre sul terreno apparivano dei segni rossi…

 

Il laboratorio.

-Perché dovrei ascoltarti, Kristoff ?

-Perché finora ha seguito i piani di Destino, dottor Richards. L’unico modo per distruggere le nanomacchine era generare un’esatta frequenza. Nella fretta, tuttavia, non ha pensato che quella stessa frequenza avrebbe disallineato gli alternatori di Kurtzberg.

-Ed il sistema di sicurezza interno non mi ha avvertito perché era stato sabotato da Destino…ma perché tutto questo ?

-Per accedere al Tesseratto…o meglio alla sua dimensione.

-Come sai tutto questo ?
-Non ho il tempo di spiegarle. E’ essenziale che lei riattivi la griglia di protezione esterna entro i prossimi centotrenta secondi.

-Perché ?

-Perché Destino non l’ha previsto.

-Come fai a saperlo ? Come posso fidarmi, quando potresti essere un suo alleato ?

-Lo so perché neanche io ci avevo pensato. Inoltre…non servo più il mio ex-padrone.

-Reed, penso che dica la verità – Susan gli mise una mano sulla spalla – credo di avere imparato a conoscerlo, quando era in squadra con noi, nel periodo in cui tu…quando ti credevamo morto.

-Non mi fido di te, Kristoff, ma se mia moglie ti crede lo farò anch’io. Ora, come riallacciamo la trasmissione dati ?

-Pensavo di bypassare il sistema di emergenza e…

 

Fuori dal Molo si stavano creando una serie di cerchi ed ellissi rosse, sia sul terreno che addirittura sull’acqua, fino a formare un complicato disegno. Quando il disegno fu completo, si illuminò di un rosso accecante; nello stesso momento, il vento cessò.

La Torcia si infiammò di nuovo, continuando ad attaccare Destino.

-Che stai facendo !?

-Non mi aspetto che tu capisca, Storm. E sappi che questa armatura è completamente a prova di fuoco, così come i miei strumenti.

-Anche la tua barriera ?

Johnny volò fino al termine della barriera e rilasciò quante fiamme poteva. Le fiamme furono prima imprigionate nel campo, per poi essere rilasciate contro Johnny…che sentì molto dolore, tanto da dover volare via.

Se non riesco a danneggiarlo è inutile stare qui” pensò “meglio controllare come sta Ben”, tornando all’interno del Molo.

-Ah ah ah ! Sono stato troppo magnanimo in questi anni, attaccandoli sempre con la mia tecnologia…mentre la magia è più efficace, perché non la comprendono. Come possono immaginare che questo rituale, una fusione di magia e tecnologia che solo Victor Von Doom poteva ideare, è alimentato dal loro stesso tesseratto !? Presto Destino avrà ciò che gli spetta !

 

Nel frattempo, Reed e Kristoff avevano appena riparato le difese esterne. Gli apparecchi di Destino, senza le energie del tesseratto che stavano assorbendo, smisero di funzionare.

-No ! Come può essere !? Le loro difese erano inservibili ! Inservibili ! Solo una cosa può ancora mantenere vivo l’incantesimo… a me, cerchi di luce scarlatta !

Dalle mani di Destino uscirono appunto dei cerchi di luce, che si sovrapposero alla barriera, mantenendola intatta. Destino aveva guadagnato qualche secondo, che utilizzò per sondare il Molo con i suoi sensori interni…

 

-Adesso che è finita, Kristoff, spiegaci come sei entrato e cosa sta succedendo.

-Tutto è iniziato quando presi il suo posto nel gruppo, dottor Richards. Come ben sa, possiedo tutti i ricordi del Dottor Destino…le sue conoscenze così come il suo odio per voi. Anche se fui ospitato nel Four Freedoms Plaza, la mia programmazione mentale esigeva che vi distruggessi. Così…così trafugai numerosi codici d’accesso dai computer.

-Sapevo che non dovevamo fidarci – gli disse Susan con voce più alta e più rabbiosa del solito – ci siamo fidati di te in un momento critico, ti abbiamo dato ospitalità anche quando ci disprezzavi…e nel frattempo cospiravi contro di noi !?

-Nessuno è più dispiaciuto di me, mrs. Richards. Vede, da quando la mia ossessione di essere il vero Victor Von Doom è stata curata, la mia mente è entrata in conflitto con quella di Destino, che era stata inserita in me con la forza…come piano di emergenza a causa della presunta morte del mio sign…di Destino. La collaborazione con chi la mia programmazione diceva essere dei nemici mi ha…confuso. A tal punto che non riconoscevo le azioni decise da me e quelle decise dalla mente di Destino…per questo non ebbi il coraggio di dirvelo.

-Questo non ti ha impedito di entrare qui di soppiatto.

-Ho ereditato anche il desiderio di potere di Destino. Per questo, una volta scoperta la potenzialità del vostro tesseratto, ho ideato un piano per impossessarmene…a fin di bene, così da riparare ai miei errori passati…ed agli errori di Destino, che io ricordo come miei.

-Quale potenzialità ?

-Dottor Richards, nella ricerca di una dimensione tascabile da sfruttare per creare un tesseratto…in modo da rendere la vostra base, le cui dimensioni sono limitate, molto più spaziosa…avete usato mezzi scientifici, senza rilevare vita senziente. Se aveste utilizzato la magia, avreste sentito la presenza di una potente entità mistica, esiliata qui nell’alba dei tempi.

-Mi risulta difficile crederci.

-Nelle mie indagini in quella dimensione…di cui voi usate solo una minuscola parte…ho scoperto non solo che non possedevo tutte le conoscenze mistiche del mio ex padrone, ma che se avessi usato la scienza per impossessarmene…le due dimensioni sarebbero entrate in contatto, annichilendosi all’istante !

-E Destino non sa tutto questo ?

-Ne sono sicuro…le nostre menti sono potenzialmente le stesse. Intende usare un insieme di scienza e magia per avere quel potere…

-…e questo ha gli stessi rischi della sola scienza. Tipico di Victor…avere troppa fiducia nelle sue capacità e non considerare i rischi. Non mi rimane che sigillare per sempre il Tesseratto, così da impedirgli di avere quel potere.

-Non è pericoloso sigillarlo con noi dentro, Reed ?

-Chiudere il tesseratto significa semplicemente riportare il Molo alle sue dimensioni normali. Potremo recuperare in seguito l’apparecchiatura che rimarrà dall’altra parte…adesso dobbiamo fermare Destino !

Reed si allungò per tutto il corridoio, fino ad una porta blindata che aprì con un codice segreto al resto del gruppo. Entrò quindi in una stanza piena di strani generatori, e tirò le quattro leve di sicurezza.

 

Tutto il Molo Quattro fu scosso da potenti vibrazioni, tanto forti da far crollare a terra persino Reed e Kristoff, nonostante l’elasticità naturale del corpo del primo e l’armatura del secondo.

Poi aumentò anche la pressione, come se l’intero Molo fosse compresso fino ad annullarsi…le leggi della fisica non ebbero il minimo senso per i secondi successivi. Senza preavviso, i cinque all’interno del Molo tornarono dolorosamente alla realtà, sentendosi come se il loro peso fosse incredibilmente aumentato e poi annullato.

-Con che accidente mi ha colpito Destino ? – si chiese la Cosa, alzandosi in piedi con fatica.

-Non è stato solo Destino – anche la Torcia si alzò, pochi metri più in là – il mondo è come impazzito per qualche secondo…

Susan si riprese, e Reed l’aiutò ad alzarsi. Il laboratorio sembrava essere stato colpito da un uragano, con strumenti e computer sparsi per terra. Kristoff aveva collegato cavo del suo guanto ad un piccolo terminale della parete.

-Che è successo, Reed ?

-Abbiamo sperimentato una transizione spaziale non ondulatoria.

-In parole povere ?

-Non siamo più nel nostro universo – disse con tono quasi indifferente Kristoff – siamo stati risucchiati nell’universo del tesseratto.

-Come è possibile ? Il tesseratto non doveva chiudersi e basta ?

-Qualcosa ha modificato l’allineamento molecolare della nostra base, e destabilizzato il tesseratto.

-Non c’è ombra di dubbio, dottor Richards. E’ stato Destino.

 

Il Dottor Destino rideva. Davanti a lui non c’era altro che la banchina: il Molo Quattro era completamente scomparso.

-Credevi forse di ingannarmi, Kristoff Vernard ? Folle ! Sono stato io a donarti la tua mente, le tue conoscenze ! Credevi forse che Victor Von Doom ti donasse tutto il suo sapere ? Alcune mie conoscenze erano state omesse dalla tua programmazione, e sarebbero state aggiunte solo se dopo la mia morte fossero passati tre anni. Dovevi essere un folle, per pensare che Destino lasciasse aperta anche solo la minima possibilità che una sua creazione diventasse un vero pericolo ! Ed eri un folle se speravi di nasconderti a me a lungo…è stato semplice, una volta individuata la tua armatura, intuire quali sarebbero stati i tuoi piani… perché essi sono stati pensati da una mente che è solo una pallida imitazione della mia ! E’ stato semplice porre a mio vantaggio i tuoi inutili intrighi ! Ma ora basta vantarsi, per quanto gratificante possa essere…il potere assoluto mi attende !

 

Continua…

 

Note

 

[1] Per sapere tutto sul ritorno di Lyja, controllate Fantastici Quattro: Speciale GdM

 

[2] Qualsiasi somiglianza con le scene di Villains #2 è puramente casuale…o no ?

 

[3] Destino ha liberato la madre dall’inferno di Mefisto nella graphic novel Trionfo e Tormento, edita in Italia dalla Play Press

 

[4] Un forbito riassunto della Rinascita degli Eroi e della distruzione del Four Freedoms Plaza

 

[5] Sempre in Fantastici Quattro: Speciale GdM

 

 

 

 

FANTASTICI QUATTRO #5

di Fabio Furlanetto

con la collaborazione di Mickey e rossointoccabile

 

DESTINI INCROCIATI

 

If you were a king

up there on your throne

would you be wise enough

to let me go ?

Dido, Hunter

 

-Vuol ripetere, prego ? – il tono di voce di Stone dava decisamente l’idea di un uomo che sta perdendo la pazienza.

-Avete ordine di non intervenire, ripeto, non intervenire.

-Prima mettete in allarme la mia squadra con la massima emergenza, e poi mi dite che non abbiamo l’autorità per intervenire ?

-Per prima cosa non ho deciso io né di chiamarvi né di fermarvi, tenente Stone. Secondo, nemmeno Codice Blu è autorizzato ad aprire il fuoco su un capo di stato straniero.

-Stiamo parlando del Dottor Destino, non di Tony Blair ! Ed ha preso in ostaggio il Molo Quattro !

-E’ comunque l’ultima autorità politica riconosciuta a capo di Latveria.

Lo sguardo di Stone incrociò quello di Sam “mamma” Majowski, che sembrava sottintendere un “lascia perdere”.

-Quali sono gli ordini ?

-Ordini dall’alto dicono di non fare niente. Finora sembra che Destino sia interessato soltanto al molo, quindi la cosa è nelle mani dei Fantastici Quattro.

 

Molo Quattro…più o meno.

-Che razza di sviluppo rivoltante ! Prima dobbiamo sorbirci i vaneggiamenti di Destino, poi osa cercare di far male alla sempre amabile Cosa dagli occhi blu, ed alla fine ci ritroviamo col mal di testa più grande della storia !!

-Quando hai finito di lamentarti, muso a mattoni, dobbiamo trovare Reed e Sue.

La Torcia Umana premette un minuscolo pulsante nascosto sopra il polso del costume. Reed aveva inserito una complessa serie di circuiti, e la funzione attivata da Johnny Storm serviva ad aprire un canale con gli altri membri del gruppo.

-Sue, Reed, mi sentite ?

In risposta nient’altro che scariche elettriche.

-Lascia perdere, fiammiferino…guarda il panorama dalla finestra. Mi sa che non siamo più in Kansas.

Più che dalla finestra, i due guardavano attraverso il buco fatto dalla Cosa quando Destino lo aveva scaraventato nel Molo.

Oltre il quartier generale del gruppo non si vedeva il porto di New York, ma un enorme spazio bianco pieno di strani punti neri in movimento, in cui si muovevano delle specie di lampi multicolori.

-Reed deve avere azionato uno dei suoi aggeggi.

-Non credo, Ben…conosci Reed, piuttosto che usare un apparecchio che abbia ripercussioni fisiche così pesanti ricostruirebbe tutto da capo quaranta volte. Ma Destino non ha scrupoli del genere…

-Quella canaglia di latta…quell’aggeggio che hai al polso può dirti dove sono gli altri ?

-Non lo so, ma non ne ho bisogno. Se mi concentro abbastanza posso identificare i loro tracciati termici.

-Allora mi rimane soltanto un dubbio…

-Sarebbe ?

-“Muso a mattoni” !?

-Ehi, su un soggetto brutto come te anche le battute sono quelle che sono…

 

Nel laboratorio Susan Richards era impaziente. Reed stava controllando i suoi strumenti per capire che cosa fosse successo, e conosceva bene suo marito… quando si concentra su un problema ci si immerge completamente, e la sua mente esclude tutto il resto. E se c’è una cosa che Susan ha imparato a non accettare è essere esclusa.

-Sei riuscito a scoprire qualcosa, Reed ? Reed !?

-Niente che mi piaccia, Susan – rispose Mr. Fantastic mentre tarava degli strumenti dall’altra parte della stanza - il piano di Destino era relativamente semplice, e non riesco a perdonarmi di essermelo fatto sfuggire…

Susan gli mise una mano sulla spalla, mentre Reed faceva tornare le sue braccia a lunghezza normale.

-Sarai anche l’uomo più intelligente del mondo Reed, ma sei sempre un essere umano…cosa che Destino non è più da tempo.

-Devo contraddirla, Mrs. Richards – la voce di Kristoff era identica a quella di Destino per via del distorsore vocale, ed ora anche il tono. Era una sensazione strana ascoltarlo, sapendo che non era il vero Victor Von Doom, ma solo un ragazzino con i suoi ricordi e le sue conoscenze.

-Oh, dovevo immaginare che saresti stato dalla parte del tuo padrone, Kristoff…

-Non mi riferivo a quello, Mrs. Richards. Intendevo soltanto dire che la definizione di suo marito come l’uomo più intelligente della terra è discutibile.

-E’ inutile che tu faccia il superiore, Kristoff ! Ti avevamo accettato come membro della squadra, e tu stavi cospirando !

-Nella mia permanenza nei Fantastici Quattro non ho mai nascosto il mio proposito di salvare il mio ex padrone. Ma a parte questo, Mrs. Richards, le assicuro che qualsiasi “cospirazione” ai vostri danni non era voluta da me, ma dettata dalla mia programmazione mentale.

-Mi pare una scusa bella e buona…

-Ora basta, Susan. Comprendo benissimo il tuo astio per il giovane Kristoff, ma non ti sembra di esagerare ? Del resto, il fatto che sia qui per aiutarci implica inevitabilmente un suo cambiamento.

-Non smetti mai di cercare del buono nei tuoi nemici, vero ? Sarà per questo che ti amo…

-Ehm…non vorrei disturbare le vostre relazioni interpersonali, ma sarebbe il caso di ideare una strategia per tornare nel nostro continuum originario.

-Hai un tempismo degno di quello di Destino, sai ? – Susan sorrise.

-Forse potresti essermi d’aiuto mentre io e Kristoff lavoriamo ad una teoria per tornare nella nostra dimensione, Susan… disattiva il rivelatore muonico nel laboratorio al piano di sotto. Con tutta questa attività dimensionale rischia di fondere, e non posso controllarlo a distanza con queste interferenze.

-Grazie per avermi dato un compito così importante, Reed…voi continuate a giocare con le dimensioni, io spengo il tuo giocattolo e vado a cercare Johnny e Ben…

La Donna Invisibile uscì dalla stanza con passo nervoso. Kristoff alzò per la prima volta gli occhi dai suoi rivelatori.

-Forse dovrebbe raggiungere sua moglie, dottor Richards…

-Non preoccuparti, le passerà. Sa che non volevo sminuirla, e che i suoi poteri sono gli unici con una base inter-dimensionale… potrebbe essere cruciale.

 

-Quello che non capisco – disse quasi distrattamente Reed Richards – è come possiamo trovarci in una dimensione separata da quella terrestre. Il tesseratto non e' una dimensione
tascabile, ma piuttosto una piega tetradimensionale dello spazio pentadimensionale, una sezione virtualmente infinita.

-Noto che rimane ancora ancorato alle nozioni di fisica interdimensionale classica, dottor Richards.

-Lo credo bene, metà dei suoi enunciati sono miei.

-Destino ha elaborato una teoria molto più adatta alla situazione attuale.

-Senza ovviamente informarne la comunità scientifica…

-Ritiene che concetti simili siano troppo complicati per gli scienziati odierni…non senza tutti i torti, sono certo che concorderà.

-Vieni al dunque, Kristoff.

-Mi scuso. Sto cercando di arginare gli impianti comportamentali, e non è semplice. Secondo questa teoria, tutte le dimensioni sono interconnesse e non è possibile crearne artificialmente
di nuove, perché il multiverso ha già una sua specifica dimensione che non può essere alterata, ma solo sfruttata.
-Non sono d’accordo. Il postulato di Hawking-Richards sostiene che…
-Una teoria alquanto discutibile. I fatti dimostrano che manipolare lo spazio-tempo porta a distorsioni a cascata sempre più entropiche.
-“Se i fatti non concordano con la teoria, cambiate i fatti”.
-Strano che lei citi Albert Einstein…quando Destino gli ha esposto la sua prima teoria n-dimensionale ha affermato “Dio dev’essere particolarmente idiota per inventare leggi fisiche
talmente strane”. Einstein è sempre stato un fine umorista, ma dato l’uso dei termini non vorrei che la vecchiaia avesse sminuito questa dote.
-Il Dottor Strange mi aveva informato dei viaggi nel passato di Destino per imparare la magia, ma non credevo avesse fatto lo stesso con la scienza…
-Quando si dispone di una macchina del tempo, le uniche limitazioni sono la propria immaginazione e la flessibilità delle leggi fisiche.
-In che tipo di dimensione ci troviamo ?
-Metafisica. Destino ha decifrato anni fa alcuni passi dei vangeli Lemuriani che parlano del C’ha Dac’mor, demone bandito dal Demogorgo nella notte dei tempi.
-Che ha che fare questo con la nostra situazione ?
-Destino è riuscito ad individuare un riflesso metafisico nei dati sul tesseratto che aveva…individuato, ed ha scoperto che entra in contatto con il nostro universo in tempi regolari, il primo
dei quali risaliva all’esilio del C’ha. Ha analizzato la dimensione con delle sonde ed ha scoperto che il suo potere è assimilabile dai suoi apparecchi, ed ora intende destabilizzare il periodo
di transizione.
-Ma non avevi detto che la sua teoria considera inalterabile l’ordine dimensionale ?
-Ricordala frase di Einstein ? Destino gli rispose “Allora forse è ora di far cambiare a Dio le sue leggi fisiche”.
 

Dopo aver portato a termine il compito che le aveva affidato Reed, Susan Richards andò a cercare il fratello e l’amico.

Reed era riuscito a soprassedere facilmente alla rivelazione che Kristoff aveva tramato contro di loro, ma per lei era più difficile. Kristoff aveva militato nei Fantastici Quattro per molto tempo, e la diffidenza aveva presto lasciato spazio alla fiducia. Forse era la somiglianza innata tra Destino stesso e Reed che li aveva portati a credere che Kristoff potesse essere affidabile. O forse era la mancanza di Reed, creduto morto all’epoca (da tutti tranne che da lei), che aveva reso insostituibile Kristoff come scienziato del gruppo, nonostante la buona volontà di Scott Lang.

-Hai visto, scimmione arancione ? – la voce era poco distante – ti avevo detto che sentivo qualcuno !

-Johnny ! Grazie al cielo stai bene ! – gli corse incontro e lo abbracciò.

-Che è successo Suzie ? Che si è inventato Destino questa volta ?

-Pare abbia sabotato in qualche modo il tesseratto.

-Avevo detto a Gommolo che non mi fidavo di quell’affare…

-Andiamo Ben, tu non ti fidi mai di nessuna macchina costruita da Reed.

-Lo credo bene ! Se mi avesse dato ascolto anni fa ora non sarei…

Si zittì da solo, creando il gelo nella stanza. Quelle parole ricordavano a tutti troppi eventi spiacevoli nella vita del gruppo. Ben si sorprese di non aver dimenticato la cosa come credeva.

-C’è un’altra cosa…c’è Kristoff nel laboratorio. Pare che…

 

Un minuto dopo, nel laboratorio.

-Dov’è !? Dov’è quella specie di lattina ambulante !

-Grimm, noto che non hai ancora padroneggiato l’arte della discrezione – il tono di Kristoff era sarcastico quanto quello di Destino.

-Figlio di…ci hai venduto a Destino ! Non posso credere che…

-Ora basta, Ben – gli disse con tono fermo Reed, che si era allungato dall’altra parte della stanza e che gli aveva messo una mano sulla spalle – Kristoff ha capito il suo errore e sta lavorando per farci uscire di qui.

-Oh. Scusa, scricciolo.

-Kristoff, Grimm…mi chiamo Kristoff Vernard. Non “lattina”, non “scricciolo”, né altri appellativi minimizzanti. Ho già abbastanza problemi riguardo la mia identità.

Susan cercò di alleggerire la tensione cambiando argomento:

-Avete scoperto qualcosa su questa dimensione ?

-Sì, mrs. Richards. Come immaginato da Destino, questa dimensione è pan-dimensionale, ossia esiste contemporaneamente in tutte le dimensioni di questo piano. Per questo è stato così facile sfruttarlo, anche se è più facilmente accessibile in certe date ricorrenti…una delle quali è oggi stesso, pare.

-Il merito è esclusivamente di Kristoff. Le equazioni usate per analizzare i riflussi particellari sono talmente oltre le mie che dovrò ricalibrare tutti i nostri strumenti dimensionali.

-Andiamo Reed…sono di sicuro equazioni di Destino, e tu l’hai sempre fregato.

-Non saprei, Johnny…sebbene io dedichi tutto il mio tempo libero alla scienza, con gran rammarico di Susan e Franklin… non dobbiamo dimenticare che Victor passa tutto il suo tempo a progettare la conquista del mondo.

-Sì, è decisamente un tipo poco socievole…

-Credo che numerose prove, dottor Richards, confermino la superiorità delle conoscenze magico-scientifiche di Destino rispetto a chiunque.

-Ricominci la parte del lacchè di Destino, Kristoff ?

-Al contrario, Grimm. Semplicemente constato la sua superiorità in campo teorico, non necessariamente in campo pratico… sebbene le sue conoscenze in tal campo siano ineccepibili, il sottovalutare voi ed il sopravvalutare se stesso è sempre stato l’unico e solo motivo di sconfitta di Destino.

-Non mi sarei mai aspettato di sentirti accettare una cosa del genere, Kristoff.

-Credo che la differenza principale tra me e Destino sia che lui conosce le proprie debolezze, ma non le accetta. Si possono duplicare le conoscenze, i ricordi, persino l’atteggiamento, ma non si può duplicare un’anima.

 

-Davvero un bel discorso, Kristoff – disse una voce proveniente dai muri stessi – ma saresti sorpreso dai metodi usati per duplicare la mia mente. Inoltre il mio unico difetto è la generosità, che mi porta a non uccidervi all’istante.

-Destino ! Da dove sei sbucato fuori, tiranno di latta !?

-Dalla vostra base. Dal suolo che calpestate, dalla stessa aria che respirate. Dalla natura stessa della dimensione in cui ora vi trovate.

-Un ricalibratore di frequenza risonante – dissero all’unisono Reed e Kristoff.

-Eccellente ! Il mio maggior nemico ed il mio traditore, riuniti per sconfiggermi. Scoprirete che niente può infrangere la mia volontà…non temo niente e nessuno.

-Allora perché non vieni qui e combatti da uomo a uomo ? – gli urlò la Cosa.

-Tanto per cominciare, microcefalico avversario, tu non sei un uomo. Secondo, presto ci affronteremo di persona.

-Distrarci non servirà a niente, Destino ! Cosa progetti ?

-E’ molto semplice, Susan. Per evitare di distruggere il mondo evocando il C’ha Dac’mor, prima gli lascerò annichilire la sua dimensione originaria, per attirarlo qui ed assorbire tutto il suo potere.

-Tu sai del pericolo derivante dal C’ha ? Non è possibile !

-Questo dimostra che sei tu stesso a sottovalutare i tuoi avversari, Kristoff Vernard. Non sono forse Destino, l’unico e il solo ? Non sono colui che ha sconfitto Mefisto, derubato l’Arcano, umiliato Namor e Silver Surfer ?

-Sei anche quello che abbiamo preso a calci nel sedere negli ultimi dieci anni !

-Calmati, Ben. Destino, ormai ti conosciamo troppo bene per credere che ci uccideresti in un qualsiasi modo che non preveda un confronto diretto.

-Sottolinei l’ovvio Richards, come sempre del resto. Certo che sopravviverete. So benissimo che siete in grado di sconfiggere qualsiasi nemico che non sia io, o non sareste i miei più acerrimi nemici. So che farete il possibile per salvare la vostra base e le vostre vite, per poi tornare indietro…anzi, in verità ci conto. Sconfiggere il C’ha Dac’mor è l’unico modo per restare in vita e salvare il mondo, e non vi lascerete uccidere…la vostra volontà di vivere è seconda solo a quella di Destino.

-Vieni al punto, una volta tanto.

-Lascerò che siano i fatti e non le parole a spiegarvi il mio piano. Il C’ha Dac’mor è un’entità famelica, e voi siete l’unica energia assimilabile che ha a disposizione da millenni a questa parte. E l’ho appena risvegliato.

 

La voce di Destino non si fece più sentire, sostituita da una sorta di ruggito primordiale proveniente dall’esterno. Il gruppo corse verso la più vicina finestra che dava sull’esterno, mentre Kristoff li seguì con passo lento ma deciso.

Davanti agli occhi dei quattro eroi si delineò la silhoulette di una mostruosa creatura. La misteriosa entità magica stava assumendo un aspetto concreto, comprensibile per poveri esseri umani, che eventualmente incutesse loro timore. Ma i membri fondatori dei Fantastici Quattro non si lasciano intimorire da un... semplice, gigantesco dragone di energia nera.
- Per le corna di Galactus! Cosa diavolo...
*Dopo innumerevoli ere degli esseri viventi tornano al cospetto del C’ha Dac’mor ! E quali stupende energie portano nei loro corpi !

- Cha Dacche !? Ma che razza di nome è? Solo per questo meriti di essere cotto a puntino! - lo canzona la Torcia Umana, librandosi in volo oltre il muro (che aveva creato un varco per farlo passare, come da programmazione) e prendendo a lanciare sfere di fuoco, che arrivano a destinazione senza alcun effetto. Un'inquietante risata risuona per tutto il tesseratto.
- Come immaginavo, non siete neanche degni della mia attenzione!
Una fiammata di energia mistica rischiò di investire fatalmente il trio, ma prontamente i riflessi di Susan innalzarono una solida barriera invisibile.
- Ragazzi, non possiamo andare avanti così... siamo nella sua dimensione, lui conosce le leggi fisiche di questo posto e noi no… il mio campo di forza era stranamente debole. Dobbiamo fare qualche mossa decisiva - sussurra la donna.
- Qualcosa di decisivo, eh? - ripeté Ben Grimm, usando la sua forza erculea per affondare le dita in una trave maestra della loro ultima base, solo per strapparla dalla sua sede originaria e lanciarla con tutta la sua potenza verso il mostruoso capo del drago. Ma cosa può un agglomerato di molecole, per quanto solido e veloce, contro energia allo stato puro?
Il blocco di cemento sembrò accecare il dragone, ma fu un falso allarme. Come era entrato in uno dei suoi occhi, così era fuoriuscito da un suo orecchio.
- Time out! - invocava con amara ironia la Cosa.

-Non credo che i miei poteri elastici possano essere utili contro un avversario del genere – disse Reed Richards tornando alla sua postazione di lavoro – ma la mia mente sì. Tenetelo occupato.
- Come vuoi, cognatino. Passiamo alle maniere forti... - disse tra sé Johnny, ascoltato da sua sorella, che subito intuì le sue intenzioni.
Il ragazzo spiccò il volo a tutta velocità verso il dragone, diventando sempre più luminoso.
- Geronimo! - urlò nei pressi della testa del C’ha Dac’mor, dove esplose in una delle fiamme nova più devastanti di tutta la sua carriera di eroe.
Susan e Ben, abbagliati dalla luce liberata dall'esplosione, portarono le mani sugli occhi e, quando smisero di vedere puntini luminosi, vennero colti dallo sconforto. Johhny stava cadendo nel vuoto di quella dimensione, e oltretutto l'entità magica era sempre incolume.
- Johnny! - gridarono all'unisono.
La Donna Invisibile creò istintivamente un cuscino invisibile, levitante, che accogliesse in maniera meno traumatica possibile la caduta libera di John, dopodiché lo spostò verso di sé, in salvo. Risoluta, Susan decise il da farsi. In fondo era l'unica, tra i Quattro, ad avere un potere basato su energie inter-dimensionali... non poteva essere motivo per una rivalsa contro quell'entità? Si concentrò, allora, verso di essa, fino a farsi scoppiare le vene della testa. Doveva assolutamente sintonizzarsi con la frequenza delle oscure energie del C’ha Dac’mor.
- Cosa fai, donna? I tuoi compagni hanno saggiamente desistito - diceva, riferendosi a Ben Grimm che stava soccorrendo, in disparte, il suo migliore amico - tu stai ancora elaborando un modo per sconfiggermi?
Improvvisamente il drago venne impercettibilmente involto da un campo di forza della sua stessa forza.
- Come osi...?
Con le dita sulle tempie, Sue si sforzava di ridimensionare il campo in modo da contenere la furia distruttrice dell'entità in uno spazio più ridotto possibile, in modo da essere più vulnerabile e soggetto a qualsiasi genere di attacco.

Fu Kristoff, finora indifferente alla battaglia, a sferrare il colpo di grazia, usando un ignoto ma potentissimo raggio proveniente dai suoi guanti metallici. La sfera contenente l’entità esplose in una nuvola nera, inerte.

 

-Abbiamo vinto ! – esclamò Johnny.

-Spero vi rendiate conto che questa battaglia è stata un mero contrattempo per  il C’ha – disse Kristoff mentre leggeva dei dati su un minuscolo schermo sul guanto.

-Cosa vuoi dire ?

-Una creatura non fisica millenaria, proprietaria di un’intera dimensione tangenziale, non è così facile da sconfiggere.

-Accidenti, adesso parla come Reed con la voce di Destino !

-A volte ho l’impressione che anche Destino parli come Reed, Johnny – notò la Donna Invisibile – e non riesco mai ad allontanare un brivido quando ci penso.

-Almeno abbiamo guadagnato del tempo, Suzie. Meno male che c’era il tuo campo di forza iperspaziale…

-In realtà, la definizione di Nathaniel Richards del suo campo di forza quale proveniente dall’ “Iper-spazio” è quantomeno dubbia, mrs. Richards. L’iperspazio non è così facilmente definibile, e dell’energia vibratoria pluridimensionale non si comporta come i suoi campi di forza.

-Cosa ? Vuoi dire che Nathaniel mentiva !?

-In questo caso, ha più che altro sorvolato sulle differenze. Ma del resto il padre di suo marito non è certo rinomato per la sua sincerità, come immagino convenga…

-Beh, ma se ha funzionato su quell’essere…

-In realtà Susan, sono stato io a potenziare il tuo campo di forza.

-Reed ?

-Ho bombardato la zona con vibrazioni quantistiche in sintonia col tuo campo, permettendogli di avere effetto sull’essere.

-E tu sapevi di questa storia che il mio campo di forza non è iperspaziale ?

-Lo sospettavo.

-Reed Richards ! Quando avevi intenzione di dirmelo !?

-Prevedo nubi all’orizzonte, fiammiferino – sussurrò la Cosa alla Torcia.

-Ti ho sentito, Ben !

-Incredibile – notò Kristoff – il mondo potrebbe essere sull’orlo della distruzione, e voi scherzate tranquillamente.

-E dovresti vedere il mio amico Uomo Ragno !

-Per quanto non possa non denotare un certo sollievo, non c’è tempo per le facezie. Il C’ha Dac’mor si risveglierà entro dodici minuti e quarantasette secondi.

 

-Allora non abbiamo tempo da perdere…dobbiamo ideare una strategia.

-Io ho un piano, Reed…torniamo alla nostra dimensione e pestiamo Destino !

-Lo terrò in considerazione, Ben…ma le barriere dimensionali sono talmente caotiche che potremmo solo dare una mano a Destino.

-E’ una sorta di partita a scacchi. Destino ci sta spingendo a fare mosse che lo aiutino.

-Mi ha dato un’idea, mrs. Richards. Pedone al margine e arrocco.

-Hhmmm…potrebbe funzionare…- Reed sembrava anche più pensieroso del solito.

-Possiamo sapere di cosa state parlando ?

-Negli scacchi, se un pedone raggiunge l’altro lato della scacchiera può essere sostituito con una pedina precedentemente eliminata…ricordo che Destino mi ha sconfitto con una mossa del genere, all’università. L’arrocco è invece la mossa con cui si scambiano di posto il re ed una delle torri, quando in una certa posizione.

-E questo cosa ha a che fare con noi ?

-Destino ha bisogno del C’ha Dac’mor nella nostra dimensione, per ottenere il suo potere. Ma prima, bisogna distruggere questa dimensione, o distruggerà il mondo.

-Vieni al punto, Kristoff…

-Dobbiamo analizzare la situazione da un punto di vista esclusivamente scientifico. Non abbiamo niente contro la distruzione di questa dimensione, ma non vogliamo che Destino ne rubi il potere. Vogliamo tornare alla nostra dimensione, ma non possiamo farlo fino a quando questa non sarà distrutta. Sorprendentemente, c’è un modo per trarre vantaggio da questa empasse.

-Sarebbe ?

-Pedone al margine – disse Reed sorridendo - Sostituire uno di noi al C’ha, distruggere la dimensione ma salvando noi e la base. Ed arrocco…scambiare la nostra posizione, tornando alla nostra dimensione natia e sconfiggendo Destino.

-Bel piano Reed, ma mi spieghi come facciamo a sostituirci a quella cosa ?

-La mia armatura incorpora un accumulatore di energia cosmica.

Lo sguardo rivolto da tutti a Kristoff, finora di complicità, era diventato di sfiducia malcelata.

-Intendi il convertitore d’energia usata da Destino per assorbire il potere di Silver Surfer ?

-Di più…la sua evoluzione. Quasi una replica perfetta dei meccanismi usati per assorbire il potere dell’Arcano, usando tecnologie aliene trovate sul Pianeta di Battaglia.

Il primo a rompere il silenzio, abbastanza prevedibilmente, fu la Cosa.

-Non mi fido. E se fosse tutto un piano di Destino ? E’ abbastanza contorto da manipolare Kristoff per aiutarci ed assorbire il potere…

-E’ una possibilità, Ben. La tecnologia a sua disposizione può questo e altro.

-Dottor Richards…e tutti voi…capisco perfettamente i vostri sospetti. Neanche io sono più sicuro di cosa sono, di quale mente sta pensando. Ma sono sicuro di una cosa…il principio di esclusione dice che due particelle non possono occupare lo stesso luogo. E neanche due anime. Fidatevi di me.

I membri fondatori del gruppo si scambiarono una serie di occhiate in cui si poteva leggere tutta la storia del gruppo.

-D’accordo, Kristoff. Che dobbiamo fare ?

 

La nuvola nera riprese l’aspetto precedente, sotto una forma ancora più imponente se possibile. La Torcia lo distrasse con i suoi doppi di fiamma, mentre la Donna Invisibile cercava di ferirlo con il suo campo di forza, modellato come una serie di pugnali invisibili, mentre allo stesso tempo creava un terreno per la Cosa, in modo che potesse attaccare l’entità.

Nel frattempo, Mister Fantastic stava posizionando una serie di strumenti attorno al C’ha Dac’mor, per nulla disturbato dalla strana gravità del posto. Kristoff stava in disparte, regolando l’accumulatore per entrare in sintonia con le energie metafisiche.

-Sono pronto, dottor Richards. Accenda i ripetitori e faccia allontanare la sua famiglia.

-Ripetitori accesi. Ricorda di impostare un ciclo di ripresa o…

-Le ho detto che sono pronto, dottor Richards.

-Va bene, Kristoff. Buona fortuna.

-La fortuna è per gli esseri infer…scusi. Le vecchie abitudini sono dure a morire. Grazie, Richards.

-Susan ! Johnny ! Ben ! Allontanatevi, presto !

-Che succede ? Avete capito che la fuga è il solo modo che avete per sopravvivere ?

-No. Hanno capito che sono l’unico che può fare qualcosa – Kristoff era davanti alle fauci del drago adesso, mentre un lieve ronzio segnalava il funzionamento dei suoi strumenti.

-L’unica cosa che puoi fare…è morire ! – il drago inghiottì Kristoff, e subito dopo i ripetitori spararono verso di esso dei raggi multicolori. La creatura si agitò senza capire che stesse succedendo, non abituata alla scienza.

Dal suo interno scaturì una fortissima luce gialla, che fece a pezzi l’energia nera del drago, riducendolo a brandelli. L’armatura di Kristoff emanava quantità enormi di energia, e presto accadde il contrario: i brandelli neri si condensarono nel suo corpo.

Ci fu una esplosione silenziosa, e fu tutto finito nel giro di un minuto soltanto. Kristoff ora fluttuava nel nulla, le braccia incrociate, l’armatura circondata da un’aura luminosa attorno alla quale ruotavano milioni di puntini neri.

-Dilettante.

 

Si avvicinò al gruppo, sulla soglia del Molo Quattro.

-Tutto a posto, Kristoff ? Ha funzionato ?

-L’effetto Kirbenstein attorno al mio corpo è abbastanza eloquente, credo.

-E adesso ? Destino lo sa già ?

-Non credo. Ma lo farà presto, senza ombra di dubbio. Meglio sbrigarsi…

Indicò il Molo Quattro, ormai molto danneggiato, ed una sfera nerastra lo avvolse. Fece lo stesso con il gruppo, e tutti sentirono lo stesso effetto di quando erano entrati in quella dimensione. Quando aprirono gli occhi, erano davanti al Molo Quattro, ma stavolta a New York. La cupola di energia creata da Destino era ormai scomparsa.

-No ! No ! Il mio piano era perfetto, come avete fatto a ritornare ?

-Adesso ci penso io a te, razza di…

-No, Grimm. Non è necessario – Kristoff gli mise una mano davanti per fermarlo, e fluttuò fino ad arrivare a Destino.

-Perché, mio signore ? Non l’ho mai capito. Perché trasformarmi a vostra immagine e somiglianza, e poi dimenticarmi ?

-Nessuno è come me ! Nessuno è come Destino ! – lanciò una serie di raggi energetici contro Kristoff, senza il minimo effetto.

-Forse…forse non ti fidavi di nessuno che non fosse te. Forse non sei stato abbastanza saggio da fidarti di me, ed hai preferito sfruttarmi.

-Io non mi fido di nessuno ! Io sono Destino !

-Non credo proprio.

Ad un minimo gesto di Kristoff, Destino esplose. Se la sua potenza non fosse stata contenuta da Kristoff stesso, avrebbe raso al suolo l’intera città.

-Per zia Petunia ! Ha ammazzato Destino !

-Alquanto difficile, Grimm. Questo non è Destino, ma un suo infimo servo…un robot, un Doombot se preferite.

-Quindi…non abbiamo combattuto contro Destino neanche stavolta ?

-Tutt’altro, Johnny. I suoi robot non hanno certo poteri magici…deve avere effettuato lo scambio quando ha capito che non poteva vincere.

 

-E adesso, Kristoff ? Che hai intenzione di fare ?

-Purtroppo, Richards, non ha importanza. Le energie del C’ha Dac’mor erano troppo instabili per il demone stesso. Io non ho esperienza di queste energie arcane, e stanno divorando la mia essenza.

-Non puoi liberartene ?

-Temo sinceramente di no. Se le rilasciassi, rischierei di distruggere l’intera dimensione.

-Possiamo portarti in un’altra dimensione e liberarle…

-Non c’è tempo. Mi restano meno di due minuti di vita, dottor Richards.

-Reed ! Non puoi fare qualcosa ?

-Ho ancora meno esperienza di lui con le energie magiche. Forse il dottor Strange…ma non c’è tempo, vero ?

-No. Morirò inevitabilmente. Ma prima di andarmene per sempre, dottor Richards…vorrei sdebitarmi con voi.

-Non ce n’è bisogno, Kristoff…sei stato un ottimo alleato.

-Ed un amico, nel momento del bisogno.

-Vi ringrazio, dottor…Reed, Susan. Grazie.

-Kristoff, non posso credere che…

-Dai nanerottolo…tira fuori uno dei tuoi congegni assurdi e…

-Johnny…Ben…grazie anche a voi. Destino non lo da a vedere, ma stima anche voi…a modo suo. Mi resta pochissimo tempo…solo il tempo di riparare la base e…madre !

Il corpo di Kristoff implose silenziosamente. Susan pianse sulla spalla di Reed, mentre gli altri non avevano parole.

-Credo…che sia ora di tornare a casa.

-Finisce tutto così ? Kristoff ci salva e si sacrifica al nostro posto, e non la facciamo neanche pagare a Destino ?

-Sai che non possiamo farlo, Ben. Inoltre…forse anche Destino lo sta piangendo.

-Destino ? Non gli è mai importato niente di quel ragazzo !

-Ehm, ragazzi…mi dispiace interrompervi ma…il Molo Quattro è ancora mezzo distrutto. Cosa avrà voluto dire con “riparare la base” ?

 

Latveria, in un luogo inaccessibile ai più. Un uomo siede davanti a uno schermo, pensieroso. Il luogo ha il freddo del clima controllato artificialmente, e l’armatura non ha guasti ai sistemi interni…eppure è un altro il freddo avvertito da Victor Von Doom. Forse il freddo della sconfitta ? Ridicolo…lui non ha mai perso, nemmeno oggi. E’ stata solo…una variazione dei suoi piani dovuta a un’interferenza incontrollabile. Non ha perso. Non ha perso. Non ha perso. Destino non può perdere.

Kristoff non è più registrato dai suoi sensori…ancora attivi nel Doombot davanti al Molo Quattro, utili per piani futuri.

Che sia scampato alla morte ? Probabile. Ha la mente di Destino, quindi non può perdere…se non contro Destino stesso.

Non ha perso. Non ha perso. Allora perché riscopre un’emozione che credeva ormai scomparsa da tempo nel suo animo… il rammarico ? Rammarico per non essere riuscito ad allevare Kristoff come il figlio che voleva diventasse, a dare al mondo un valido erede…solo perché i suoi Doombot avevano attivato prematuramente un suo piano ?

No, non era rammarico…era odio. Odio verso Richards e la sua famiglia, che avevano traviato il suo allievo. Odio verso Kristoff, incapace di diventare contro Destino. Tuttavia…se Kristoff fosse veramente morto…a Destino mancherà. E si vendicherà su Richards per la sua perdita. Perdita ? No, non ha perso. Non ha perso. Destino non può perdere.

 

Un luogo casuale, sulla superficie terrestre. Sorprendentemente, il piano improvvisato ha funzionato. Le energie erano perse, rilasciate in un’implosione incontrollabile…ma il sistema di teletrasporto interno aveva funzionato all’ultimo momento.

-Ha funzionato…sono libero.

La voce non era la sua. Era una voce che doveva lasciare al passato. Spense il distorsore vocale e sentì di nuovo la sua voce.

-Ora sono libero. Per la prima volta da molto tempo…mi sento nuovamente Kristoff Vernard.

 

New York. I newyorchesi guardano nuovamente verso l’alto. Tra di loro, quattro cittadini molto speciali.

-Non è fantastico, Reed ? – disse con gioia la Donna Invisibile abbracciando il marito.

-Ancora non capisco come abbia fatto…ma non posso dire di non esserne felice.

-Andiamo Reed…interessa soltanto a te.

-Finalmente siamo tornati a casa…l’altra era soltanto una base, un posto dove stare.

-Peccato, le ragazze adoravano quel posto.

-Reed, e Kristoff ? Pensi davvero che sia morto ?

-Chissà ? Forse alla fine ha vinto lui la partita, in qualsiasi modo l’abbia finita.

-Pensate che sia un buon segno, questo ritorno ? Insomma, siamo a New York e sapete cosa è successo con i grattacieli…

-Forse la prenderanno male. Forse il suo significato cambierà…ma è ancora un simbolo di speranza.

-Non so, quella cosa in cima non mi ha mai convinto…troppo pacchiana.

-Può darsi. Ma del resto…abbiamo visto cose più strane.

-Beh, non so voi ma io vado al Molo a fare le valigie…

-Franklin dovrebbe tornare tra poco. Credo che gli piacerà la sorpresa.

 

Poco lontano. Essere tassisti a New York è una professione temporanea, e pochi possono vantare una carriera come quella dell’uomo che aveva appena parcheggiato il suo taxi poco distante. Ricordava ancora il giorno in cui aveva portato nel suo taxi la Ragazza Invisibile, quando il gruppo era appena nato…e ricordava l’apprezzamento per i Thunderbolts quando avevano quasi preso il posto dei Fantastici Quattro. Poi le cose erano diventate più grigie…tre grattacieli simboli di New York erano stati mutilati, le Torri Gemelle addirittura rase al suole. Ma ora, sotto il torreggiante Four Freedoms Plaza, tornato finalmente al suo splendore originario, il suo futuro sembrava meno cupo…

 

Fine

 

Note dell’autore

Due numeri particolarmente intensi, per un cambiamento importante nella vita del gruppo. Il Four Freedoms Plaza, seconda base dei Fantastici Quattro dopo il Baxter Building, è finalmente tornato, facendo abbandonare il Molo Quattro, base decisamente non all’altezza del gruppo.

Aspettatevi di rivedere Kristoff nella serie Fantastic Force di Mickey, in dirittura d’arrivo, ed il Dottor Destino apparirà in Gambit di Tobia (e se volete rivedere l’origine di questo mostro sacro dei criminali, non perdete Ultimate Doom…pubblicità obbligatoria !).

Per l’angolo “diamo a Cesare quel che è di Cesare”, la relazione tra il principio di esclusione e le anime è preso da una delle puntate migliori del telefilm Quantum Leap. Ed infine, le due mosse degli scacchi esistono veramente, anche se non sapendo il nome della mossa del pedone ne ho inventato uno…magari si chiama così in latveriano !

Dopo questi ultimi due numeri con uno scrittore provvisorio, dal prossimo aspettatevi Marco Rizzo, pronto a portare ad una svolta il primo e più prestigioso supergruppo della Marvel.

Excelsior !

 

 

FANTASTICI QUATTRO

di Marco Rizzo

numero sei:

IMPERIUS REX - 1 (di 3)

 

Buio. Nessun sottofondo nella notte del Four Freedom Plaza. Nella stanza da letto di Susan e Reed Richards non si sente neppure il ronzare dei numerosi sistemi di sicurezza, piccoli macchinari che garantiscono la salvaguardia di uno dei palazzi più importanti e minacciati del pianeta. Infinte reti di microchip che sorvegliano e difendono gli abitanti del palazzo meglio di qualsiasi occhio, meglio di qualsiasi spada.

Susan Richards è abituata da anni a non sentire la presenza del marito accanto a lei, nella notte. Né le lenzuola delicate, né la sicurezza del palazzo, la riscaldano come potrebbe fare un marito quando la propria moglie sta sognando di qualcosa di così terribile da non essere neppure definita nella già eterea realtà del sogno.

Improvvisamente riesce a trovare la forza di svegliarsi, con compostezza e sangue freddo, sentendo una forte presenza vicino a lei.

-Reed?

-No.

Susan trasale. Una voce conosciuta, ma che non si aspettava di sentire lì, in quel momento, e in quella stanza.

-Namor???

È ancora buio nella stanza. Lentamente Susan accende la lampada sul comodino, e improvvisamente, una luce si diffonde per la stanza, abbagliando l’intruso, che indietreggiando porta le mani sul viso, a coprirsi gli occhi.

Susan conosce bene il Principe dei Mari, lo conosce davvero bene. Il suo cuore è fiero e duro, ma caldo e colmo d’amore allo stesso tempo. Guardando Namor, Susan si chiede sempre quanto sia sottile il confine tra amore, passione e stima.

Ma c’è qualcosa di diverso in lui. Qualcosa che lo fa sembrare più…stanco. Come se il mare, il suo regno, si fosse catapultato sulla sua schiena piegandolo e invecchiandolo.

Non veste di panni regali, ma di stracci bagnati.

La sua pelle non è liscia come quella dei delfini, ma graffiata e rovinata.

Il suo sguardo non è orgoglioso e potente, ma spento.

-Sono Namor McKenzie, Susan.

-Tu sei.… 

Poche persone riescono ad essere inopportune come Ben Grimm.

Riesce a distrarsi dal divorare il proprio mega-sandwich solo in situazioni come questa…la porta della camera da letto di Sue e Reed è spalancata, vi è una grossa pozza d’acqua a terra e l’ombra di una figura troppo robusta per essere Reed sulla parete del corridoio. Gli basta un attimo per catapultarsi nella stanza, fondarsi sull’intruso e spingerlo a muro. Gli serve un po’ più di tempo per realizzare che sta comodamente tenendo contro il muro quel Namor la cui forza è sicuramente opponibile alla sua.

-Subby??? Cosa diavolo ci fai qui????????

Sbalordito, lo lascia andare, e cadere.

La forte botta sul muro ha sicuramente allertato i sensori più di quanto non abbia fatto la presenza di Namor, tanto da distogliere Reed Richards, quasi sicuramente il più intelligente uomo sulla Terra, dai propri calcoli. Un collo, poi un petto, poi un busto si allungano fino a raggiungere in poco tempo la stanza da letto, dove Namor tenta a fatica di rialzarsi e Susan indossa una vestaglia blu con un grosso 4 sulla schiena.

-Ehi Gommolo, credo proprio che il nostro pesce innamorato non si sia fatto scrupoli stavolta…

-Namor? Che ci fai tu qui? Come sei riuscito ad entrare nonostante…

-Reed… Stava giusto per spiegarmelo prima che Ben ci interrompesse.

-Io sono Namor McKenzie, ma…

-E’ svenuto! Reed, Ben, portatelo in infermeria presto!

Macchinari fantascientifici. Strumenti che eliminerebbero qualsiasi malattia da qualunque villaggio africano in meno di un mese. Per i Fantastici Quattro la prassi è un check up che da una enorme quantità di dati sullo stato del paziente.

-Sembra che le particelle d’acqua salmastra abbiano completamente abbandonato l’epidermide di Namor e i pori dove immagazzina le molecole che gli consentono di vivere fuori dal suo habitat. Il suo sostentamento principale è stato assorbito dall’organismo in molto meno tempo di quanto siamo abituati a vedere.

-Prima che lo chieda Ben, si è disidratato, insomma?

-Torcia, avevo capito stavolta!

-Precisamente, Johnny. Ed è decisamente bizzarro. Non ho mai visto Namor perdere i sensi a causa della disidratazione così velocemente, è come se fosse più assuefatto del solito al suo elemento naturale.

-Reed, mentre tu cambi l’acqua al pesce, io vado a controllare se lo scricciolo continua a dormire, con tutto sto trambusto…

-Ah, si, Ben, vengo con te. 

Mentre la Donna Invisibile e la Cosa lasciano la stanza, il grosso tubo in cui Namor era stato inserito si sigilla e riempie d’acqua.

-Bene, dovrebbe riprendersi tra qualche minuto.

-Reed, giusto il tempo di un caffè, non trovi?

-Un caffè? Per la verità dovrei controllare che i macchinari…

-Cognato caro, da quanto tempo sei sveglio?

-Precisamente? Beh, credo 31 ore e 25 minuti circa…stavo studiando un duplicatore biochimico amplificato a doppia banda… 

-Si, sì, Reed, credo proprio sia il momento per un caffè…

 

INTERLUDIO

La Spirale.

Nicole Zeitgest osservava l’inimitabile spettacolo della Spirale dei Tempi e Luoghi da uno dei giganteschi oblò dello Scarab, il vascello transdimensionale che pattuglia il continuum da 12 miliardi di anni.

-Nicole?

-Professore. 

L’esile figura si materializzò poco distante dall’eroina.

-Brutte notizie. Il C’ha Dac’mor [i][1] è scomparso dal suo piano dimensionale, e non riusciamo a trovarne traccia.

-Cosa? Come può essere successo? E come abbiamo potuto lasciare che accadesse senza accorgercene???

-Nicole, ti ricordo che il teletrasporto quantistico non è più abilitato dal nostro ultimo scontro con il Galactus di Terra 643, e che fino a poche ore fa eravamo impegnati su Terra 542 per la ribellione di…

-Si si, hai ragione, ho capito…ma se il C’ha Dac’mor è libero ciò vuol dire che…

-Si, Nicole. Gli spettri sono liberi. 

FINE INTERLUDIO

 

-Guardalo Ben. È un angelo. 

-Siete proprio fortunati ad avere un figlio così…ed io sonno proprio fortunato a far parte di questa famiglia.

-Nessun rimpianto, Mr Grimm?

-Beh, no, se escludiamo quel megasandwich

-Credo che adesso Namor si sia svegliato. Andiamo.

Ben e Sue erano entrati nella stanza, ma Namor non s’era mosso d’un millimetro.

-È sicuramente più simpatico in queste condizioni…

-Ben!

-Sue, hai capito cosa voglio dire! Magari se l’è presa per come lo sbattuto a muro poco fa…Ora che ci penso, dov’è Gommolo? Non vorrei che si stia riposando, potrebbe andarne della sua salute!

-Magari Johnny è riuscito a convincerlo a rilassarsi un po’…è stato così coinvolto nel lavoro ultimamente che non dorme da giorni…

-Oh, allora no posso perdermi lo spettacolo…certamente Johnny avrà preparato uno dei suoi schifosissimi caffè…

-Vai pure Ben. Resto io qua con Namor, e vi avverto se si sveglia.

Ben aveva lasciato da poco la stanza, lasciando Susan assorta nelle tante preoccupazioni, quando…

-Sue.

-Namor! Ti stai riprendendo, vedo.

-Si, Susan, ma non c’è tempo da perdere. Dobbiamo andare immediatamente. 

-Andare? Di che cosa stai parlando?

Improvvisamente, un vortice violetto si apre alle spalle di Susan. Una sorta di voragine che non attrae nulla ma che, fissandola, sembra portare dritta all’inferno. Il Principe di Atlantide si libera dal tubo che lo ha rifocillato, e si getta in volo su Susan, distratta dal movimento ipnotico del vuoto nella voragine.

-Ehi sorellina, sono venuto a farti compagnia mentre fai da baby-sitter a… Accidenti! Cosa diavolo è quello???? Reed! Ben!

Istintivamente la Torcia Umana si infiamma, e si dirige verso il buco, che va richiudendosi… giusto il tempo di sbirciare e vedere scomparire nel nulla la sorella e Namor, per poi fondarsi a sua volta verso l’ignoto. È questo l’istinto dei Fantastici Quattro.

-Johnny, cosa sta succedendo?

-Non c’è nessuno qui, genio estendibile!

-Si Ben, non c’è neppure il nostro regale paziente… 

-Li ha rapiti!!!!!!!!!!!! Per tutti i diavoli ha rapito Suzie e il ragazzino!

-Calma Ben…sento un pizzicore che forse tu non puoi avvertire…un pizzicore tipico dei residui di portali transdimensionali…

-Un pizzicore? Un portale? Potresti illuminarmi, risparmiandomi i tecnicismi?

-Ogni volta che un condotto transdimensionale di tipo rudimentale viene chiuso rilascia degli cariche elettriche percepibili dalla pelle. A quanto pare è stato aperto un portale poco fa, e non dovrebbe essere difficile ripercorrere la traccia. 

Al lavoro, Ben. Devo riprendermi mia moglie.

 

INTERLUDIO

Nei pressi di Garissa, Kenia.

Dove non vi sono ne capanne, ne palazzine fatiscenti, ne foreste, ne montagne, ne deserto, in Kenia vi sono i segreti. Come una struttura sotterranea la cui tecnologia è al pari di quella americana.

-Generale, buon giorno. Siamo molto felici di averla qui con noi. Siamo certi che si troverà perfettamente a suo agio nel nostro nuovo plesso.

-Bando ai convenevoli, sig. Graham. Avete i protocolli Richards?

-Si signore, sono giunti esattamente due giorni fa…

-Ho chiesto solo se ne siete in possesso.

-Sissignore, sono nel suo ufficio, signore.

-Bene. Avete letto i protocolli, sig. Graham?

-Nossignore…ehm. Beh, un attimo signore. Ho semplicemente dato un’occhiata, per assicurarmi che non ci fossero stati errori a Città del Capo. 

-Hai sbagliato Graham. Hai figli?

-Come signore?

-Hai figli, John? 

-S-si, signore, un maschio e una femmina. Vivono in America con la madre. Non li vedo d-da 18 mesi, signore.

-Bene. Non sarà un problema per loro, dunque. Addio Graham.

-S-signore?

FINE INTERLUDIO

 

Un'altra Terra

L’istinto ha salvato spesso Susan Storm Richards. Ritrovatasi catapultata attraverso un condotto trans-dimensionale, ha automaticamente creato una bolla con il suo campo di forza, a proteggerla da eventuali urti o attacchi. Mai sarebbe stata più utile. Susan si trova in fondo al mare, con Sub Mariner di fronte a lei, scagliato qualche metro più in là dal teletrasporto, e circondata d’acqua e da soldati atlantidei. 

-Namor, ma cosa… è Atlantide questa?

Namor non risponde: non gli viene dato il tempo, visto che subito dopo un’altra figura emerge dal portale, in procinto di chiudersi. La Torcia Umana si trova materializzata sott’acqua, generando confusione e bollicine piccole e grandi, surriscaldando l’acqua intorno a sé e, in stato confusionale, viene raccolto da Susan dentro la bolla del campo di forza. 

-Questo è un imprevisto. Non pensavo che tuo fratello ci avrebbe seguiti. Non importa, non potrebbe sopravvivere fuori dalla tua bolla. Tanto meno può continuare a restarvi, specie se ha intenzione di bruciare tutto l’ossigeno continuando a stare in fiamme.

Johnny Storm si spegne e si avvicina alla sorella.

-Susan? Susan??

-Johnny. O mio Dio. Guarda Johnny. Non siamo ad Atlantide. Siamo a New York.

Tra tanti altri, sommersi dall’acqua e ricoperti da alghe, un famoso palazzo con un 4 in cima si erige davanti a loro, circondato da pesci come se fossero stormi d’uccelli e il blu dell’acqua fosse l’azzurro del cielo.

 

CONTINUA…

 

 

[1] Il C’ha Dac’mor è un demone invocato da Destino nei due numeri precedenti, successivamente sconfitto dai F4 con l’aiuto di Kristoff.

 

 

FANTASTICI QUATTRO

di Marco Rizzo

numero sette:

IMPERIUS REX – 2 (di 3)

 

 

Fa un certo effetto vedere i delfini uscire dalle finestre dei grattacieli di Manhattan e le anemoni crescere sull’asfalto. Susan e Johnny Storm, eppure, hanno visto di tutto, e hanno già visto Atlantide, ma il trovare la capitale del regno sottomarino dislocata sul suolo della loro New York è davvero sconvolgente. Il fatto di essere stata praticamente sequestrata da Namor, principe di Atlantide e suo amico, rende Sue ancora più nervosa.

Muovendosi all’interno di ciò che un tempo doveva essere un rifugio atomico, uno dei pochi alloggi non invasi dall’acqua, raggiunge il fratello e vi si siede accanto.

-Dobbiamo essere loro grati di averci trovato un appartamento asciutto…

-Johnny, per ora cerchiamo di mantenere la calma. Ho appena parlato con Namor. Ha bisogno del mio aiuto.

-Cooosa? Un modo gentile di chiedere aiuto….invadere la nostra casa, fingersi mezzo morto per poi rapirti e catapultarti in un New York che sembra essere uscita da “La Sirenetta”!!!

-Per quello che può bastare, si è scusato per i modi bruschi.

-E perché aveva bisogno solo di te? Non poteva chiedere aiuto a tutto il gruppo?

-Johhny, lascia che ti spieghi. Mi sembra ovvio che il Namor che ci ha portati qui non è il nostro Namor.

-Fin qui c’ero anch’io…

-Questa è una terra parallela, dove l’elemento di differenza più notevole è la catastrofe scatenata da Destino, che fece innalzare il livello del mare allagando totalmente città come New York e quasi tutte le città portuali del mondo…questo disastro fu  permesso dall’assenza di Reed Richards. Reed fu ucciso in circostanze misteriose tre anni prima della catastrofe, e io fui accolta da Namor…e lo sposai…

-Eh?????????????????????????

-I Fantastici Quattro erano guidati  da te, e composti da Ant Man, She Hulk e l’Uomo Ragno.

-Mamma mia...non ho parole…ci credo che è finita come è finita…quindi Destino ha vinto?

-No. Atlantide mosse guerra contro Destino, e con il sacrificio dei pochi eroi rimasti, compresi noi due, vinse. Namor ottenne un regno più vasto e la stima da parte delle altre nazioni del mondo, ma perse la propria regina.

-Ti rendi conto della naturalezza con la quale racconti tutta ‘sta storia?

-Non credere che non fossi sconvolta, quando Namor poco fa mi ha raccontato tutto. E ti ho evitato i particolari della mia vita da regina…

-Aspetta che Reed lo sappia…

 

Four Freedom Plaza. La nostra Terra.

 

-Spiegami perché devo indossare questa ingombrante tuta da palombaro del futuro…

-Mi sembra ovvio, Ben. E’ altamente probabile che Namor abbia trasportato Sue e Johnny direttamente ad Atlantide, dobbiamo quindi prevenire l’eventuale possibilità di trovarci sotto l’Oceano.

Ben Grimm indossa l’equipaggiamento, sbuffando e lanciando un’occhiata a Reed, che continua ad armeggiare con gli strumenti per il teletrasporto.

-Sei geloso, Gommolo?

-Che domanda è questa, Ben?

-Beh, non si tratta del nostro Namor, per il quale hai rispetto e sei ricambiato, ma da quello che dici potrebbe trattarsi del Subby di un’altra dimensione…

-E con questo? Sono certo della fedeltà di mia moglie, in qualsiasi tempo e in qualsiasi piano dimensionale…

-Beh, lo dici tu…io sono geloso…

 

INTERLUDIO

Kenia.

-Generale? Ho Annan in linea, signore.

-Passamelo.

-Generale Beaumont, sono Kofi Annan. Come sta? Non ci vediamo dal ’93…

-So chi è signore. Bando ai convenevoli. Telefona per i protocolli Richards, vero?

-Si. Ho saputo che sono giunti in mano sua. Volevo solo farle presente che non avrà l’appoggio dell’ONU per quello che ha in mente.

-Non ne dubitavo, signore. E non ne ho bisogno. Si tenga stretta la sua poltrona e mi saluti il Presidente americano.

-Non mancherò. Stia certo, però, che si farà molti nemici. Lo SHIELD…

-…Non è un problema. E miei nemici sono affar mio. La saluto.

-Sarah. Rifiuta le eventuali future chiamate del Signor Segretario Generale e prendi nota per la manutenzione della linea protetta.

-Sissignore. Buona giornata signore.

-Lo sarà di certo, Sarah. Lo sarà di certo…

FINE INTERLUDIO

 

Nuova Atlantide

-La regina di Atlantide…non riesco a togliermelo dalla testa…

-Johnny, il mio alter ego di questa Terra ha significato molto per gli Atlantidei. Namor ha esaltato le mie qualità e la mia forza d’animo, mi ha davvero lusingata e mi ha fatto capire perché la sua disperazione per la mancanza della propria regina si sia riflettuta anche sul suo popolo…

-Dove vuoi arrivare, sorellina?

-Il motivo per cui mi ha portato qui mi sembra chiaro…

Johnny Storm spalanca gli occhi, prevedendo quanto sta per dire la sorella.

-Mi ha chiesto di restare, Johnny. Vuole una mano per aiutare il suo popolo in questo momento di crisi. A quanto pare, una nuova minaccia mira a distruggere Atlantide, e il popolo atlantideo ha bisogno di un sostegno morale. Stanno per affrontare una nuova guerra e…

-No, basta così, non voglio sentire altro! Ti ha praticamente rapita, e adesso vuole tenerti qui con la forza! C’è un limite a tutto!

-Johnny, si tratta di aiutare un popolo intero! Non è questo lo spirito dei Fantastici Quattro? Sei solo preoccupato perché dovrò fingermi regina di Atlantide e moglie di Namor o c’è dell’altro?

-Sue, non conosciamo questo Namor, chissà cosa ci sta tenendo nascosto!

-Johnny, mi ispira fiducia.

-Chi me lo ha fatto fare di seguirti fin qua…

-La tua impulsività?

 

Four Freedom Plaza. La nostra Terra.

Un vortice si apre di fronte Reed e Ben. Un turbinio violaceo, nel quale si intravedono infiniti mondi. Mister Fantastic, con indosso una particolare tuta, fa un cenno a Ben, invitandolo ad avvicinarsi al portale.

-Mi aspettavo qualche noiosa spiegazione sul funzionamento di ‘sta specie di oblò trasdimensionale…

-Ho perso già abbastanza tempo, dobbiamo fare in fretta se vogliamo salvare Johnny e Sue.

-Oh, adoro quando fai così!

Alle loro spalle giunge Franklin.

-Andrai a riprendere la mamma, papà?

-Si, Franklin. Ti prometto che tornerò immediatamente. Ti affido alla nuova robo-tata, l’ho testata giusto la settimana scorsa ed è interfacciata all’intero palazzo. Se hai qualche problema, chiama Caledonia.

-Fai presto papà.

-Te lo prometto piccolo mio, te lo prometto.

I due amici si lanciano nel portale, lasciandosi alle spalle il bambino.

 

Catapultati in un vortice multicolore, perdono i sensi per qualche secondo, per poi ritrovarsi  sott’acqua, ma protetti dalle tute…in cima alla Statua della Libertà.

-Gommolo, non credo di aver bisogno della tua intelligenza per capire dove ci troviamo

-Evidentemente, Ben, in questa realtà Namor è riuscito a conquistare New York….e probabilmente altre superfici che noi conosciamo come emerse.

-Ciò vuol dire che dobbiamo aspettarci di essere attaccati da un momento all’altro?

-Proprio così, mostro!

Una truppa di soldati atlantidei, eleganti nelle armature dalle decorazioni marittime, e armati di tridenti, spuntano alle spalle de La Cosa e Mr Fantastic, preparandosi ad attaccarli.

-Spalla contro spalla, Ben, stanno per accerchiarci.

-Sono con te, capo!

Gli atlantidei sottovalutano Reed Richards, concentrandosi in particolare sul ben più possente Ben Grimm. Lo colpiscono con i tridenti, cercano di spingerlo giù dalla Statua, ma Ben riesce a difendersi abilmente. Mr Fantastic è limitato dall’attrezzature nell’uso del suo potere, ma respinge i tre soldati che cercano di catturarlo…allunga il braccio verso Ben, afferrandolo alla gamba e trascinandolo giù dal capo del simbolo della Grande Mela.

-E’ una ritirata questa???

-Siamo qui per prendere Sue e Johnny. Non voglio scatenare una guerra con gli Atlantidei, specie considerato che ormai avranno già chiamato i rinforzi...

-Accidenti! Parlavi di rinforzi? Guarda lì!

Un’enorme macchina sottomarina dalla forma che ricorda un pesce abissale si avvicina dall’alto verso i due…una rete argentata esce dalla “bocca” dell’inquietante vettura, avvolgendoli. Prima di venire “inghiottiti”, Reed e Ben hanno il tempo di guardare attoniti il volto della Statua della Libertà, circondata da branchi di pesci e ricoperta d’alghe, e vi riconoscono il viso di una donna che ha un ruolo importante nella loro vita. Quella donna è Susan Storm.

 

INTERLUDIO

La Spirale.

Lo Scarab, l’enorme vascello transdimensionale da miliardi di anni sede dei Controllori, attraversa il multiverso alla ricerca degli Spettri.

-Si hanno notizie, professore?

-Niente Nicole, niente di niente. I nostri telepati cominciano a sentirsi male. Stamattina ho vomitato tutto quello che potevo

-Mi dispiace. Un motivo in più per affrettare le ricerche.

-Sai bene quanto sia difficile localizzare, tanto più seguire, gli Spettri. Ho inviato Sungod a esplorare alla velocità della luce quante più Terre possibile nelle vicinanze, ma non ho ricevuto ancora sue notizie.

-Sono preoccupata, Professore. Qualcosa mi dice che stavolta, rischiamo di intervenire troppo tardi.

Nicole Zeitgeist si allontana dal Professore, cercando riposo nella propria stanza. Ma dormire è un lusso che non può permettersi, ora come ora.

FINE INTERLUDIO

 

Nuova Atlantide

-Perchè siamo qui?

-Vi stiamo portando alla Sala del Trono. Il nostro sovrano vuole vedervi.

Reed e Ben, bendati, vengono condotti da degli energumeni atlantidei al cospetto del loro re.

-Ben, mi raccomando, mantieni la calma. Gli chiederò io dove si trovano Susan e Johnny.

-Ma fai in fretta, Gommolo, questo scemotto dalla pelle azzurra che mi tiene incatenato continua a spintonarmi…sto cominciando a perdere la pazienza...

-INCHINATEVI, STRANIERI, A NAMOR, SOVRANO DI ATLANTIDE!

Quando le bende vengono tolte ai due prigionieri, vengono spinti a prostrarsi. Si trovano in quella che era la sala congressi del palazzo delle Nazioni Unite, piena d’acqua e pesci, ricoperta di alghe e di bandiere rosse con un tridente nero stampato al centro, con le pareti tappezzate da icone raffiguranti il re.

Ai loro lati, schiere di soldati atlantidei, perfettamente in riga, col braccio alzato in forma di saluto romano, inneggiano: “IMPERIUS REX!”

Di fronte a loro due poltrone decorate con linee sinuose come le onde del mare e le naturali decorazioni delle conchiglie: lì seduti, in armatura e mantello, Namor McKenzie e… Susan Storm, con una magica gemma azzurra al collo, la quale si alza in piedi, raggiunge i prigionieri, e tenendosi ad un metro di distanza, alza il braccio destro e grida: “IMPERIUS REX!”

 

 

CONTINUA!

 

 

FANTASTICI QUATTRO

di Marco Rizzo

 

numero otto:

 IMPERIUS REX – 3 (di 3)

 

 

-Susan?

Reed era sbalordito. Sua moglie era seduta al fianco del sovrano atlantideo di un’altra terra, e lo accoglieva nella sala del trono vestita da regina. Pensava di trovarla imprigionata e legata, come in ogni rapimento che si rispetti, invece lei si alza e gli viene incontro, fredda come l’acqua del mare che ricopre New York , salutandolo col saluto tipico dell’impero di Namor: Imperius Rex!

-Suzie?

Anche Ben, che cercava di trattenersi da troppo tempo dal sbatacchiare le guardie atlantidee che lo avevano catturato, era stupito. Uno stupore destinato a durare pochi secondi, visto che all’urlo “E’ tempo di distruzione!”, si libera facilmente e sbatte alle pareti le guardie al suo fianco.

Namor, rimasto seduto sul trono, mantiene una calma regale:

-Susan, mia amata…immobilizzali.

-Sarà fatto.

Un campo di forza racchiude Ben e Reed, ancora più stupiti all’essere stati bloccati dalla persona che erano venuti a salvare!

 

Poco tempo dopo…

-Lavaggio del cervello?

-Non credo proprio, Ben. La volontà di Susan è troppo forte, ed è stata temprata dalle numerose volte in cui è stata messa alla prova.

Nella cella in cui si trovavano, chiusa ermeticamente, i due amici hanno potuto rinunciare all’equipaggiamento per la respirazione. Ben è seduto in un angolo, mentre Reed è in piedi davanti la porta, a riflettere.

-Vuoi dire che è regina di Atlantide per sua spontanea volontà? Per zia Petunia, dovresti prenderla più seriamente!

-No preoccuparti, amico mio. Sono certo che Susan sa cosa sta facendo.

 

Le camere della regina

-Namor, dove hai portato Reed e Ben?

-No preoccuparti, mia cara, sono stati portati in dei comodi alloggi, asciutti e confortevoli.

-Dovrei andare a parlare con loro…immagino siano preoccupati…e confusi…

-NO! No, mia cara. Non credi che le guardie possano insospettirsi nel vederti parlare con i prigionieri? Ricorda, questo è un momento delicato per Atlantide: il popolo ha bisogno della sua amata regina…e io ho bisogno di te, Susan.

-Namor…mi stai stringendo troppo forte…

-Scusami, Susan…ma devi capirmi…ritrovarti vicino a me…dopo tanto tempo…non sai quanto ho rischiato, teletrasportandomi nella tua realtà, e ti sono infinitamente grato di essere venuta con me…il tuo cuore è grande quanto quello della mia Susan…

La Donna Invisibile, si allontana da Namor, frapponendo un campo di forza.

-Non mi hai ancora detto qual è il motivo per cui Atlantide sa affrontando una così grave crisi.

-La guerra è nell’aria. Il nostro popolo lo ha già capito: è il momento del riscatto. È il momento della vendetta.

-Cosa? Non vorrai mica…

-Si, Susan. Domani le armate Atlantidee invaderanno l’Europa di Destino.

-Una guerra? Mi vuoi qui con te, così che tu possa vendicarti di Destino e lasciarmi a tranquillizzare gli Atlantidei, per non fargli capire che potrebbero andare incontro ad una nuova catastrofe???

-Mi sembra chiaro, mai cara. Sono il Principe della Vendetta, ricordati. Ho bisogno di te…il nostro popolo conta su di te…

-E’ IL TUO POPOLO, NAMOR! Hai combattuto già una volta Destino, hai vinto a costo di grandi sacrifici, e sei pronto a rischiare di nuovo! Tu sei un pazzo!

-Quale uomo di stato pronto a sacrificarsi per la sua gente e per la sua amata, può definirsi pazzo? Ho delle responsabilità verso Atlantide, verso di te e verso la mia Susan. Destino ha colmato di sangue il  mio Oceano, e pagherà!

 

L’alloggio della Torcia Umana

-Psst…psst…

-Uh?

-Avvicinati alla porta, scricciolo…

-Ben!

-Shhh…Ci sei?

-Si…

-Ascolta, sei stato chiuso dentro. Dobbiamo uscire a prendere gli altri. Vai alla parete opposta per cinque secondi…è Tempo di Distruzione!

Mentre Johnny eseguisce, la porta metallica comincia a emanare una luminescenza rossa…esplodendo dopo 4, 5 secondi.

La stanza si riempie d’acqua, che travolge Johnny. Ben lo afferra con un solo braccio, e gli fa indossare una sorta di casco, munito di respiratore e trasmittente. Quando i due riescono finalmente ad uscire dalla stanza, contrastando l’ondata d’acqua, Johnny è stupito nel guardare l’amico.

-Ben??? Tu sei…di carne???

-E tu sei vivo, e allora? Muoviamoci, prima che scoppi la guerra devo riportarvi a casa.

-Ah, allora tu sei…

-Si, si, chiaro, l’ho sempre saputo che in fondo in fondo sei un ragazzo sveglio.

-Hai detto “gli altri”? Vuoi dire che Reed e Ben sono qui?

-Si. Purtroppo però, il loro alloggio è persino più scomodo del tuo…prendi l’arma di quel pelleblu che era di guardia alla tua porta…prima che lo fracassassi contro il muro! Ehehe.

-Oh, Ben…cambiano le dimensioni, ma tu non cambi mai!

 

INTERLUDIO

 

Kenya

-Signore e signori. Gentili delegati e esimi scienziati. Sono un uomo d’azione, e le parole non sono il mio forte. Tutti quanti però, sapete come il mio cuore sia grande, e di come abbia lottato durante tutta la mia vita per trovare una soluzione alle grandi tragedie che affliggono questo paese e tanti altri paesi del mondo.

Finalmente, dopo anni di dure ricerche e di sacrifici, ho trovato una soluzione. Una semplice formula. Un insieme di lettere e numeri, che solo una mente illuminata poteva concepire.

Signore e signori, eccovi la soluzione ai problemi del Terzo Mondo: i Protocolli Beaumont.

La sala si riempì di silenzio. La moltitudine di facce e colori tra il pubblico indirizzava tutta l’attenzione verso quell’uomo, il generale Beaumont, che dall’alto del podio, di fronte a quei volti stupefatti, alcuni  anche un po’ diffidenti, non poteva non trattenere un sorriso di soddisfazione.

 

FINE INTERLUDIO

 

Nuova Atlantide: le Prigioni

-Presto Reed, Ben! Non credo che lui possa trattenere a lungo altri soldati, se scoprissero quello che sta succedendo quaggiù…

-Non preoccuparti, Johnny, ho disattivato tutte i loro sistemi di sicurezza…certo non prendetevela comoda, signorine!

-Dio, lo adoro! Reed, possiamo prendere questo Ben e lasciamo il nostro ciccione arancione a Namor?

-Non pensarci neanche testa calda…mi basta pestarlo un po’ e poi voglio tornare subito a casa…

-Bene, amici, credo che la priorità sia prendere Susan.

-Non preoccuparti, Reed, il mio capo mi ha lasciato parecchia attrezzatura che potrebbe esserti utile. Ecco qua, prendi.

-E’ come dare un sacco piene di caramelle ad un bambino!

-Bene, ho già qualche idea…

 

La sala del trono

-Miei sudditi amati, miei fidi soldati. E’ il momento. Finalmente Atlantide troverà la sua Vendetta! Colmo di gioia, vi comunico che le nostre truppe sono già in partenza per l’Europa. Finalmente, una volta per tutte, sconfiggeremo Destino, vendicheremo i figli di Atlantide morti in guerra e estenderemo il nostro dominio sul mondo intero! Un pianeta azzurro, un unico impero. Un solo imperatore!

-IMPERIUS REX!

-IMPERIUS REX!

-IMPERIUS REX!

 

Il fragore della folla viene disturbato da un verso primitivo…un suono che il Principe Namor è abituato a sentire, ma che in quel momento, non si aspettava. Il verso di una balenottera azzurra che si fa sempre più vicino, finché…

L’enorme animale sfonda la parete di fronte al trono, creando il caos tra la folla di Atlantidei raccolta nella sala. Namor, improvvisamente scatta in piedi, ordinando ai soldati di allontanare il possente animale. Istintivamente, si dirige verso la stanza della regina, intuendo che quello che è appena accaduto, potrebbe fare parte di un piano geniale. Un piano che solo due menti potrebbero concepire: quella di Reed Richards e quella di Destino.

Aperta la porta della stanza, non viene smentito: di fronte a lui trova Reed Richards, il suo rivale in amore, che armeggia con uno strano macchinario, nonché Ben Grimm, il fido agente di Destino, e i restanti Fantastici Quattro di una terra alternativa…tra cui la riluttante regina, che sta per venire liberata da delle magiche catene.

-Richards! Immagino sia stato quel macchinario ad attirare la balena qui…e Grimm! Oltre ad esserti insidiato nel mio regno, vuoi rapire la mia regina!

-Io e quel pesce lesso abbiamo un conto in sospeso…e solo l’amorevole Cosa dagli occhi blu…quella vera!...può sbattere i suoi pugni arancioni su quel faccino viscido!

La Cosa si scaglia su Namor, e con un possente pugno lo scaglia nel corridoio.

Il Principe dei mari rallenta lo spostamento con la sua enorme abilità nel muoversi sott’acqua e torna indietro, ma il suo obiettivo non è la Cosa, ma l’amata Susan…in un lampo, la prende tra le braccia, e la porta lontano.

Reed afferra una gamba di Namor, e finalmente i due si trovano l’uno davanti all’altro, in un ampio salone, ornato con i simboli dell’Impero Atlantideo, al cui centro si erge una Statua di Namor che tiene per mano la regina.

-Susan, non puoi abbandonarmi adesso! Resta con me! Non puoi fidarti di Grimm, è un agente di Destino…

-Namor, viscido guerrafondaio, mi fido ormai più di lui che di te! Lasciami andare, o dovrò usare i miei poteri…

-Namor, lasciala!

-Richards! Torna alla tua realtà, o ti giurò che le farò del male! Oppure potrei anche uccidere te, DI NUOVO!

Il forte braccio di Namor avvolgeva Susan al collo.

-Namor, non fare assurdità! Grimm mi ha detto che Destino ha lanciato un missile su Atlantide! Se non ce ne andiamo subito via da qui, moriremo tutti! Destino osservava le tue mosse, sapeva che stavi per attaccarlo! Ha anticipato ogni tua azione, e puoi solo cercare di salvarti, adesso!

Nel frattempo, gli altri raggiungono il luogo dello scontro.

-Namor, se hai cara la vita, ti prego di andare via adesso, e di lasciarci scappare!

-Grimm, non osare mettermi in fuga! Il principe Namor non fugg - -

>crack<

-Arghhhhhhh!

-Namor, questo era il polso destro.

-Susan…come puoi…

>crack<

-Arghhhh… Susan…amore mio…

-Presto, Fantastici Quattro, muovetevi!

Un ultimo sguardo, commosso ma al contempo colmo di rancore, per l’uomo che l’ha usata, è l’addio di Susan Storm per il principe Namor, che cerca consolazione abbracciando la statua dell’amata. Le sue lacrime si mescolano al mare, mentre sente la morte che si avvicina.

-Ben…la storia della bomba…era tutto un bluff, vero?

-Certo che no, Johnny…Destino tende a prendere sul serio le guerre. Tra qualche minuto Nuova Atlantide salterà in aria…giusto il tempo di teletrasportarmi a Latveria…

-Ben, ho ricalibrato le strumentazioni per riportarci alla nostra Terra. Prima di salutarci però…ho riflettuto su quello che mi ha raccontato Johnny poco fa su come sono andate le cose qui…ma in realtà è stato dunque Namor ad allagare parte delle terre emerse? È stato lui ad uccidere la mia controparte qui? È stato Destino a muovere guerra contro Namor per difendersi dal primo tentativo di conquista di Atlantide? E sei stato tu a decidere di salvarci prima della distruzione di Nuova Atlantide?

-Oh, Gommolo, da qualunque realtà tu provenga, il tuo cervello funziona sempre alla grande. Grazie Reed…senza i tuoi appunti, Destino non sarebbe mai riuscito a riportarmi a questa forma. Mi sentivo in debito con te. Destino è un uomo d’onore, e voleva che saldassi questo debito. Ecco perché sono venuto a salvarvi e ti ho portato il necessario per sconfiggere Namor e tornare a casa. A presto, amici miei…vi voglio bene. Spero che il vostro mondo non diventi come il mio.

-Lo spero anche io. E spero che possiate trovare la pace, e che tu possa portare un po’ di buon senso a Latveria. Non è con le bombe che si risolvono i conflitti.

-Ci proverò, Reed. Ci proverò.

ZAAAAAARTTTTTT

-Bene, Fantastici Quattro, credo sia il momento di andare. Presto, nel portale!

-Reed, amore…

-Susan…

-Almeno il tempo per un bacio…

-C’è sempre tempo per un bacio…

-Reed! Sue! Vi ricordo che sta per saltare tutto in aria!

-Allora piccioncini…volete smuovervi? E Reed…di che appunti parlava la mia rinsecchita controparte?

 

FINE

 

 

FANTASTICI QUATTRO

di Marco Rizzo

 

numero nove:

 QUALCOSA DI OSCURO NELLA MENTE

 

-Benvenuti, Fantastici Quattro di Terra 616. Questo è lo Scarab.

I quattro più grandi avventurieri del XX secolo sono stupiti...e pronti a combattere nonostante il benvenuto della misteriosa donna bionda in una attillata ma pratica divisa viola, che a Ben ricorda molto quella di Star Trek. Reed Richards, in particolare, ripassa a mente le azioni fatte pochi secondi prima per calibrare il sistema di teletrasporto che ha aperto il portale, un passaggio dimensionale che avrebbe dovuto riportarli a casa dopo un’estenuante avventura in un’altra dimensione[1][1]. Riesce a giungere solo ad una conclusione…

-Avete intercettato il nostro teletrasporto e ci avete dirottati qui?

-Proprio così, Reed. E se abbiamo interferito è solo per evitarvi di fare questa fine…

Alle spalle della donna si materializza un enorme schermo che riempie quasi interamente la enorme parete della stanza ovale dalle pareti metalliche nella quale i F4 si sono ritrovati. Una panoramica di quella che conoscono come la loro New York, a Times Square, nell’ora i punta, come capiscono dall’orologio digitale su uno dei palazzi…quasi completamente deserta. Le poche auto sono ferme, addirittura alcune sono contro i palazzi.

-E’... è come se NY si fosse addormentata…

-Un modo piuttosto grezzo ma efficace di descrivere quello che state vedendo, amici miei. Immagino vi stiate chiedendo molte cose…

bene, io sono Nicole Zeitgeist, comandante del vascello transdimensionale Scarab. I signori che stanno entrando adesso, il Professore e Nightclaw, sono due del nostro numeroso equipaggio, i Controllori. Da un’eternità ormai sorvegliamo il continuum spazio-temporale e lo difendiamo da creature come gli Spettri, che si muovono nella Spirale dei tempi.

Sono proprio gli Spettri la causa di quello che avete visto a New York, e sono liberi dal piano dimensionale in cui li avevamo confinati a causa di un’azione sconsiderata del vostro nemico, Victor Von Doom.

L’evocazione del C’ha Dac’mor[2][2], la bestia che bloccava la fuga degli Spettri su Terra 201, ha lasciato libere quelle creature di spostarsi lungo la spirale, seminando morte e distruzione. Alcuni dei miei uomini sono morti per fermarli.

-Morte e distruzione?

-Ben Grimm, gli Spettri sono una razza aliena ben diversa da quelle che conoscete. Non sono arroganti come i Kree o guerrafondai come gli Skrull. A dire il vero, non parlano neppure, e non si muovono sul piano fisico. La loro più grande forza sta nel loro vantaggio nel muoversi nel piano della mente.

-La mente??

-Susan, immagino che il comandante Zeitgeist intenda che, invece di esistere ad un livello materiale, questi “Spettri” siano una sorta di energia psichica, come i pensieri, le idee, i desideri…i sogni!

-Esattamente, Reed. Gli Spettri non colonizzano i pianeti piantando bandiere…entrano nella mente di ciascun individuo. E lo hanno già fatto nella vostra Terra.

-Ma…i telepati? Cioè, abbiamo gente come Xavier…

-Un’affermazione prevedibile, Johnny Storm, ma i fatti parlano chiaro: nemmeno i più grandi telepati possono resistere a lungo ad un esercito di Spettri.

-Ma se non ci riescono loro come potremmo riuscirci noi? Io so dare solo qualche cazzotto, e non mi sembra che torni utile in queste circostanze…

-Purtroppo, dovete trovare una soluzione. Noi abbiamo già fatto tutto il possibile, e non possiamo negare che sia stato un colpo di fortuna trovarvi in un’altra dimensione al momento dell’invasione…

-Comandante Zeitgeist! Vuole dire che adesso sono problemi nostri???

-Beh, in pratica si, Susan. La Spirale è infinita e ci sono infiniti altri problemi di cui curarsi. Possiamo affidarvi una scialuppa per portarvi sulla vostra Terra, e se il dott. Richards ha bisogno di qualcosa…

-Comandante, non so da dove cominciare. Mi mancano informazioni su questi Spettri, mi servirebbe saperne qualcosa di più…

-Vi faremo avere una copia di tutti i file sugli Spettri nei nostri archivi. Adesso, se permettete, devo lasciarvi. Abbiamo appena recuperato uno dei nostri che è stato colpito dagli Spettri mentre si dirigevano sulla vostra Terra…

-Posso vederlo? Certamente mi sarà d’aiuto per sapere cosa mi troverò davanti…

-Le assicurò che non dovrà fare nessuna autopsia, Richards. Sungod è stato isolato e non sarà facile estrarre lo Spettro dalla sua mente.

 

Nell’infermeria dello Scarab

 

Un grosso stanzone metallico, diviso in due da una spessa lastra di vetro. Nella metà completamente asettica, in una grossa bolla di vetro, un possente uomo biondo, dalla pelle chiarissima, dorme, nudo e immobile.

-Lo abbiamo trovato a metà strada tra Terra 555 e Terra 556…probabilmente questo Spettro è riuscito a raggiungerlo in quel punto.

-Come si trovava lì, Professore?

-Lo avevamo mandato sulla scia degli Spettri, per monitorare i loro movimenti e tenerci informati. Contavamo sulla sua grande forza d’animo, dopotutto, Sungod ha una volontà di ferro e grande praticità nelle tecniche di rilassamento mentale…

-A quanto pare, non è servito…

-Lo vediamo da soli, Johnny Storm.

-Accidenti, quanto è acida…

-Ti ho sentito. Comunque è la prima volta, Reed, che riusciamo a portare uno Spettro sulla nave. Magari il fatto di averlo trovato in una mente resistente come quella di Sungod in una situazione di passaggio come quella tra due Terre, ha contribuito a poterlo bloccare. Quella bolla di vetro racchiude un campo di distorsione psichica generato da tre dei nostri migliori telepati. È possibile inoltre che lo Spettro sia indebolito dalla distanza dagli altri suoi simili.

-Proprio così Nicole. Spero infatti che alla lunga questo legame si indebolisca sempre di più, ma non sono certo ci cosa possa succedere dopo. Potrebbe “attaccarsi” ancora di più alla mente di Sungod o cercare di raggiungere i suoi simili…e non so quanto saranno in grado di resistere i nostri telepati. Ormai non si riposano da due giorni…

-Professore, ha scarta un’altra possibilità: lo Spettro potrebbe richiamare in aiuto i suoi simili…e portarli qui.

 

Sul ponte dello Scarab

 

-E’ incredibile, vero?

-Hai ragione Ben, è uno spettacolo mozzafiato…la Spirale vista dall’esterno è qualcosa di unico…

-No,no parlavo di quella Nicole Zeitgeist! Che donna!

-Ben, mi sembri mio fratello! Ma poi hai sentito che ha detto? Ci ha portati qui perché così possiamo salvare noi il nostro mondo e loro possono andarsene da qualche altra parte…

-Beh, non ha tanto torto, Sue…immagina, devono salvaguardare l’intera Spirale! Un’infinità di mondi! Se noi siamo scampati al destino degli altri 6 miliardi e mezzo di abitanti della Terra, ci sarà un motivo, no? Sono certo che Gommolo troverà una qualche soluzione…con tutta questa tecnologia a disposizione…

-Brutto cascamorto, la difendi così solo perché quella divisa ti affascina… sono certa che non ci sta aiutando come potrebbe…

-Dai Sue…ma hai visto che carisma, quella donna???

 

New York

 

La chiamano la città che non dorme mai, e ha sempre tenuto fede a questo nome, fino ad ora. Così come in tutte le altre città, grandi e piccole, del mondo, la Grande Mela è immobile, in un silenzio irreale. Solo gli animali, cani, gatti, topi, scarafaggi, bestie rinchiuse negli zoo, esseri troppo primitivi per essere sede degli Spettri, sono svegli, e nel caos di una città spenta, dove il black out è innanzitutto nella mente delle persone, dove gli ospedali non funzionano e desideri, passioni, idee sono occupati da corpi estranei, escono allo scoperto lentamente, fra gli umani accasciati nei posti più improbabili.

 

Lo Scarab: il laboratorio

 

-Ma si rende conto del rischio, Richards?

-Si, e non creda che sto prendendo questa decisione a cuor leggero. Certo però che voi avete altre emergenze da affrontare ed io no ho il tempo materiale di trovare altre soluzioni…

-Professor Richards, lei è un uomo davvero di grande ingegno…quando vorrà, saremo felici di accoglierla nel nostro equipaggio.

-La ringrazio per l’offerta, Comandante Zeitgeist. Il mio posto è però nella mia famiglia. Eccoli, stanno arrivando.

-Gommolo, non ci avrai fatti venire qui per uno dei tuoi discorsi scientifici incomprensibili, non sono proprio in vena…

-No, Ben, cercherò di risparmiarti i dettagli.

Sappiate che possiamo imbarcarci sulla scialuppa transdimensionale…ho trovato la soluzione per giungere sulla Terra ed entrare in contatto con gli Spettri. La scialuppa è già stata attrezzata con i macchinari di cui abbiamo bisogno, c’è già…

-Insomma, Reed, quale idea pazzesca hai avuto stavolta?

-Sue, gli Spettri vivono in un piano della realtà che è immateriale, muovendosi nei cervelli non primitivi…come mi ha informato il Comandante Zeitgeist, ad esempio non prendono il controllo degli animali. Un cervello primitivo, ma con un barlume di intelligenza, posto in una situazione di coma profondo, potrebbe fronteggiare lo Spettro che cercherebbe di insinuarsi in esso. Un legame telepatico, certamente rischioso perché potrebbe attirare lo Spettro verso il telepatie, permetterebbe di monitorare quanto avviene in quella mente. Sapete benissimo che non è ancora chiaro a nessuno cosa avviene in un cervello umano durante un coma, e una massa cerebrale attaccata dagli Spettri e per così dire…instupidita…potrebbe anche soccombere…

-Fammi capire, Reed, a chi tocca diventare scemo?

-Beh, Johnny, pensavo che data la sua resistenza fisica e la sua forza di volontà, Ben sarebbe il candidato ideale…sono certo che sarebbe più facile invertire il processo e che potrebbe resistere meglio di altri ad una situazione di stress che potrebbe colpire anche il corpo...visto che…

-Reed ma ti rendi conto di quello che stai dicendo? Hai messo a rischio la vita di Ben molte altre volte, adesso giochi non solo con la sua vita ma anche con la sua intelligenza?

Silenzio assoluto. Nicole Zeitgeist abbassa lo sguardo. Reed si porta la mano in fronte e si volta verso alcuni macchinari. Johnny resta  a bocca aperta, mentre sua sorella continua a fissare il marito.

-Io ci sto. Mi fido di questo geniaccio…dopotutto non mi ha deluso mai…beh, quasi mai.

-Ben…no…

-Ti sono grato della tua...fiducia, amico mio. Possiamo lasciare lo Scarab, e dare inizio al processo nella scialuppa.

 

Ovviamente, continua…….

 


FANTASTICI QUATTRO

di Marco Rizzo

numero dieci:

 

DAL CERVELLO AL CUORE

 

Che sviluppo rivoltante.

Mi chiamo Benjamin J. Grimm. Sono alto, grosso e duro come la roccia. La maggior parte della gente là fuori, da Milwakee a Singapore, mi conosce come la sempre amabile Cosa dagli occhi blu. Certo, non è un modo bello di farsi chiamare, e non perdonerò mai me stesso per aver scelto come nome di battaglia quello affibbiatomi dalla mia cara amica Suzie in un momento di panico. Ma tant’è.

Tra i tanti macchinari strani in cui Gommolo mi ha fatto infilare negli ultimi anni, questo sicuramente fa a gara con quel sintetizzacoso fotonico o qualcosa del genere…insomma, quello che per una settimana non mi ha fatto andare al bagno.

Una grossa bolla di vetro piena di un liquido verde denso, circondata da elettrodi luccicanti. Reed dice che appisolandomi lì dentro il processo dovrebbe essere più sicuro. Mah, chissà perché continuo a fidarmi di lui.

Non è tanto strano che non riesca ancora a addormentarmi. Mi chiedo come diavolo faccio a respirare qua dentro. Sta roba sembra uscita da un film di fantascienza.

Magari se sognassi quella bomba di Nicole Zeitgeist potrei addormentarmi serenamente…

Ma non devo distrarmi. Accidenti, il nipotino preferito di zia Petunia ha nelle mani il futuro della Terra! Sono stato scelto per il mio coraggio, le mie doti, la mia bravura, per…

No. A chi voglio darla a bere. Come sempre sono il bue da sacrifici. Sono uno stupido a farmi sempre avanti. Grosso, brutto e stupido. E se ho capito bene, sto aggeggio mi renderà ancora più stupido…

Tzé, non dovrà fare un grosso lavoro…ma sono certo che se avessero preso Johnny al posto mio il processo non sarebbe durato più di 2 minuti!

Mmm…mettiamola così, è un’occasione per farmi bello davanti alla signorina Zeitgeist. O è signora Zeitgeist? Accidenti! Non c’ho neppure pensato…eppure…da come si comporta con me e gli altri…sembra quasi che ci conosca…basta vedere come tratta Johnny. Chissà in quale terra alternativa ha avuto a che fare con noi.

Bastabastabasta. Devo cercare di addormentarmi. È il momento di fare quello che so fare meglio.

Il bue.

 

INTERLUDIO

Kenya

-Mmm?

Il Gen. Beaumont era stupito, ma non più di tanto. Si aspettava questa visita.

-Complimenti, Nick, un’entrata in puro stile SHIELD. La porta socchiusa, la puzza del tuo sigaro, la finestra spalancata e tu seduto al buio dietro la mia scrivania.

-Ascolta.

Fury si fermò per soffiare via un po’ di fumo.

-Te lo dirò una volta sola. Ti tengo d’occhio. So dove vuoi arrivare, so come ci vuoi arrivare e soprattutto so grazie a cosa. O meglio grazie a chi. Aspetta che lo sappia Richards e ti troverai un bel teatrino di tizi in calzamaglia sotto questa finestra.

-Cosa ti dice che il buon dottore se la prenderà più di tanto? Solo perché ho le palle di fare quello che lui non ha mai fatto nonostante il suo genio?

-Beaumont, sei solo un figlio di puttana che si è montato la testa. Sei qui solo perché hai disseminato più cadaveri tu sulla tua scia più dei marines in tutta la loro storia…

-Non esageriamo…

-Non interrompermi.

Ci sono più microspie in questo edificio che nel letto della figlia del presidente. Sentiremo la puzza del tuo piscio fino a Washington. Fatti un’idea.

-Nick, sei ancora vivo solo perché ti rispetto.

-E tu sei ancora vivo per miracolo.

Fury spense la sigaretta su un portacenere decorato in avorio. Prese la giacca di pelle e uscì dalla porta, spintonando Beaumont.

 

FINE INTERLUDIO

 

Sogno o son lesto?

Era una cosa così, mi pare. Bah. Mi sembra che stia sognando. Credo che la cosa sia andata bene. È New York questa? Si…sembra di sì... Yancy Street è sempre riconoscibile. Accidenti, non l’ho mai vista così deserta!  Forse sono già in coma… che sensazione strana. Non riesco a ricordare bene quello che dovrei fare… forse è un effetto dell’istup…insupid…insomma. Se il piano di Reed sta funzionando, dovrei essere sulla Terra, stupido e in coma. Non mi immaginavo che era così. Riesco a pensare…ma non più di tanto. Dovrei aspettarmi l’attacco dello Spettro da un momento all’altro. Ma come posso fare a riconoscerlo?

 

-Ben?

-Sue? Che ci fai tu qui?

-Ben…mi sembra il momento adatto per parlarti…

-Ma che dici Suzie? Non vedi in che razza di situazione siamo?

-Ben, io ti amo.

 

A bordo della scialuppa transidimensionale, contemporaneamente.

 

-Il teletrasporto è andato bene, Reed, Ben si trova sulla Terra nella bolla di contenimento…è già in coma.

-Grazie Sue. Per favore, controlla il battito cardiaco.

-Le funzioni vitali di Ben sono stabili…Ah! Aspetta, c’è stato un picco nel battito cardiaco.

-Potrebbe già aver incontrato lo Spettro. Spero che la sua forza di volontà sia in grado di compensare la sua intelligenza… il processo di repressione dell’intelligenza è già attivo e procede progressivamente più velocemente.

Johnny è l’unico a non trovarsi di fronte ai sofisticati apparecchi. Non essendo in grado di usarli per monitorare l’amico dalla scialuppa, l’unica cosa che gli resta da fare è pregare per l’amico.

 

La mente di Ben Grimm

 

-Papà! Papà!

-Franklin?

-Ben, vedi, Franklin ti riconosce già come padre!

-Come può non farlo? Ben, sei tu l’anima del gruppo, non quello smidollato di mio cognato.

-Johnny, ma che diavolo dici?

-Ben, sii uomo. Hai una famiglia che ti ama, e hai delle responsabilità verso di loro e verso il mondo. Sei il più forte del gruppo, il più coraggioso, il più eroico. La leadership deve essere tua.

-Chi? Chi parla?

-Benjamin, amico mio, non mi riconosci?

-Destino? Testa di latta, sapevo che c’eri tu dietro tutto questo..

-Benjamin, devi fidarti di me! Siamo amici! La nostra amicizia nasce dalla nostra inimicizia nei confronti dell’uomo dal cuore di pietra! Pensaci bene, amico mio! Sei tu a doverti chiamare MrFantastic! La vera mostruosità è lui, Reed Richards…

Con un semplice gesto della mano, Destino ha abbattuto un palazzo! Istintivamente mi fiondo tra le macerie, in cerca delle vittime…ma quello che mi trovo davanti è davvero insp..inaspet…non aspettato.

C’è lui, Mr Fantastic, nudo e pietrificato, in ginocchio. Suzie mi viene alle spalle, e abbraccia la mia mano gigantesca.

-Resta con noi, Ben, abbiamo bisogno di te. Tutti noi abbiamo bisogno di te. Guarda, siamo tutti qui…

E’ vero. Sono tutti lì! Proprio tutti….mio padre, mia zia, il mio allenatore, il mio capitano nell’esercito…c’è persino Hulk, Freccia Nera, Sharon, Lijia, Wyatt, Jennifer, Namor, Pantera nera, Wolverine, Nate Richards…Alicia…

ALICIA!

No! NO! No! Ora ricordo perchè sono qui! Sono qui per Alicia! Sono qui per lei e tutti gli abitanti della terra!

Non devo lasciarmi andare! Non devo!

 

A bordo della scialuppa transidimensionale

 

-Reed! Guarda! C’è stata un’accelerazione improvvisa nei battiti cardiaci!

-Lo vedo, Sue. E’ una cosa inusuale per un coma, ma nella condizione attuale di Ben non c’è niente di usuale…credo proprio che siamo arrivati ad un punto di svolta. E’ il momento di attivare il legame telepatico…Johnny, collegati alla macchina che ci ha dato il Professore…ti collegherà ad uno dei telepati dello Scarab che ti farà da tramite per monitorare l’attività onirica di Ben.

-Vado.

-Reed, sta prendendo più tempo del previsto…

-Dobbiamo confidare in Ben, Susan..

-Reed! Reed! Quell’apparecchio…non funziona!

-Cosa? Johnny, non può essere…fammi dare un’occhiata…per lo spettro di Cesare. No.

 

La mente di Ben Grimm

 

Mi sto scatenando. Ora che questi mostri stanno facendo vedere la loro vera faccia, l’unica cosa che mi interessa è picchiarli sempre più forte sempre più forte sempre più forte!!

NO! Mi sommergono! Brutti viscidi mostriciattoli grigiastri…

Mi stanno soffocando, cercano di entrare dentro di me…

YAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHAAAAAARGGGHHHHHHHHHHHH!

Gommolo, dannazione, proprio ora avrei bisogno del tuo aiuto…

L’ho sputati fuori, ma sembra che si stiano ricomponendo…in un unico, gigantesco, viscido, Spettro, grosso quanto il Crysler…

 

La scialuppa

 

-Reed, che è successo?

-No riesco a connettere l’amplificatore di onde mentali al telepate, Johnny…

-Che vuol dire?

-Vuol dire che abbiamo lasciato Ben da solo, e che è successo qualcosa sullo Scarab…

-Ragazzi, sto cercando di comunicare con lo Scarab, ma non risponde nessuno…

-Ho paura che sia successo quello che temevo, ragazzi, gli Spettri sono giunti sullo Scarab.

 

La mente di Ben Grimm

 

Il cugino di secondo grado di Galactus è venuto a farmi visita nel sonno.

Questo è il mio spettro personale…devo combatterlo, ricacciarlo dal buco da cui è venuti con tutti i suoi compari…ma come? Reed, accidenti, dove sei????

 

La scialuppa

 

-Reed! Rispondono! Stanno rispondendo!

-Qui scialuppa a Scarab, parla Reed Richards, rispondete!

-Qui…Comandante Zeitgeist…stiamo soccombendo, Reed…sono l’unica a controllare ancora lo Spettro dentro di me, grazie ai miei poteri di controllo totale del corpo umano…sto sopprimendo passo passo le zone del mio subconscio nelle quali cerca di insinuarsi…sto guidando lo Scarab verso Terra 998…lì vi è stata un’esplosione psi-nucleare 1000 anni fa…stiamo viaggiando nel tempo e nelle dimensioni per giungere in quell’istante…credo che gli Spettri moriranno con noi…

-E’ un sacrifico enorme, Nicole! Non c’è altro modo? E cosa sarà degli altri Spettri diffusi sulle altre Terre?

-…stiamo opponendo resistenza…la maggior parte degli Spettri è concentrata qui…abbiamo migliaia di superesseri a bordo dello Scarab, siamo un crogiolo di realtà ed energie psichiche diverse…avevi ragione, gli Spettri sono attirati da noi, sono attirati dal loro simile che abbiamo intrappolato dentro Sungod e sono attirati da noi…non risalivano la Spirale dal basso verso l’alto casualmente, seguivano la nostra rotta…

-Nicole, non riusciamo a entrare in contatto con Ben…

-Abbiate fiducia in lui, abbiate fiducia in lui…devo…chiudere…pilota automatico…auguri…

-Nicole? Comandante Zeitgeist?

-E’ finita Reed, amore mio, speriamo che lo Scarab giunga in tempo e preghiamo per il nostro amico.

 

La mente di Ben Grimm

 

Combatto come un forsennato. Anzi, credo di non avere più senno… più lo picchio, più mi faccio grande, e più mi faccio grande più lui diventa piccolo. Adesso è così piccolo, il maledetto, che posso calpestarlo.

 

48 ore dopo, Infermeria del Four Freedom Plaza.

 

-Reed, questo è il quinto caffè del pomeriggio.

-Credo di aver trovato una soluzione, amore mio.

-Lo spero tanto, Reed. La Terra si è risvegliata, gli Spettri si sono uniti a quelli sullo Scarab e hanno fatto la stessa fine…vaporizzati nell’etere di Terra 998, almeno da quello che hanno rilevato i tuoi strumenti…e Ben è ancora in queste condizioni. E sono preoccupata per Franklin…guardalo, e lì a fissarlo da ore…

Adagiato su un robusto lettino nell’infermeria, Ben Grimm sembra immobile. Ma l’occhio di un bambino può essere più sveglio di quello di due adulti…

-Mamma! Papà! Guardate Zio Ben! Ha aperto gli occhi!

-Dio ti ringrazio! Ben sei di nuovo fra noi! Ben, amico mio, dì qualcosa!

-Susan…guarda i suoi occhi…sono così…

-VUOTI! Reed, per Dio, cosa gli è successo?

 

 

 

FANTASTICI QUATTRO

di Marco Rizzo

numero undici:

 

TERAPIA D’URTO

 

 

Johnny entra nel laboratorio dove Reed Richards è intento a struggersi per trovare una cura per riportare l’amico Ben Grimm alla normalità…la sorella lo ha chiamato per qualcosa riguardante proprio Ben.

La Cosa infatti è stata ridotta allo stato di vegetale durante la lotta sul piano onirico con gli Spettri, entità aliene di pura energia psichica, la cui sconfitta è stata ottenuta grazie ad un processo che ha però reso Ben più stupido di un animale.

-Dov’è Ben?

-E’ uscito.

-Cosa vuoi dire, Sue? Ma se non riusciva neppure ad alzarsi in piedi?

Susan è intenta a cercare di rompere il muro di silenzio e disperazione del marito. Cerca di abbracciarlo da dietro, carezzandolo, cerca di distrarlo. Reed non dorme da giorni, ha la barba incolta, gli occhi arrossati, e parla da solo. Ripete formule matematiche e sbatte ripetutamente un piccolo cacciavite sul tavolo dove sta lavorando. 

-E’ uscito Johnny. Le telecamere lo hanno ripreso mentre prendeva cappotto e cappello e usciva in strada.

-E tu lo hai lasciato andare in quello stato?

-Cosa dovevo fargli? Mettermici davanti?? Non hai visto che ha letteralmente abbattuto la porta del corridoio della zona notte?

-Maledizione Sue, certe volte ragioni peggio di tuo marito! Guardalo! Reed, Cristo, sei così stupidamente preso che non ti sei neppure accorto che gli Inumani e Fantastic Force dormono nel tuo stesso palazzo! Dormi un po’, maledizione, non vorrei imboccare anche te come un vegetale a cena stasera!

Sue, da quanto tempo è uscito Ben?

-10 minuti, ormai. Non perdiamo tempo a litigare e…

-Ascolta, andrò a cercarlo, ma tu promettimi di chiamare Samson…è inutile che Reed si strugga così con calcoli di fisica quantistica o che so io… se la mia intuizione è giusta, il problema di Ben è psicologico…

-Possiamo provare…tu vai.

 

-Reed, amore, hai sentito cosa ha detto Johnny? Lo so, mio fratello non è una cima, ma potrebbe avere ragione, e tu non puoi intestardirti così, non puoi sempre assumerti le colpe di tutto quello che succede a Ben…

Adesso prenderò il telefono e chiamerò Leonard…

Tu rilassati intanto, ne hai bisogno…

 

Proprio mentre la Donna Invisibile si avvicina al telefono, il sofisticato Cordless sul tavolo squilla…

Un numero sconosciuto…come fa questo tizio ad avere il nostro numero personale?

-Pronto?

-Susan. Sono certo che ti ricordi di me.

-Mmm? Mi scusi, ma la sua voce non mi ricorda nessuno…

-Generale Hector Beaumont, Be-au-mont... ci siamo conosciuti a…

-Beaumont. Si. Ho capito. Cosa vuole?

-Il dott. Richards è…

-No, non è disponibile. E’ nella zona Negativa a raccogliere funghi…

-Pronto? Beaumont?

Susan chiude la chiamata, lanciando uno sguardo tra lo stupito e l’arrabbiato al marito, che ha preso la cornetta da un altro apparecchio al lato opposto della stanza, prolungando il suo corpo fin lì.

 

Yancy street, un bar

 

-Insomma, ti decidi a dirmi cosa vuoi, brutto muso arancione?

-…

-Mi prendi per il culo,eh? Senti bello, occupi tre posti con quel tuo grosso culo di pietra, quindi cerca di prender qualcosa e smamma!

 

Il pavimento comincia a tremare, si sentono pesanti passi ritmici sempre più vicini, sempre più veloci, finché la vetrina non va in frantumi, e un’enorme figura grigiastra irrompe nel piccolo locale…Rhino, il gigantesco criminale dalle fattezze di rinoceronte si trova di fronte al bancone, mentre polvere e pezzi di stucco gli cadono di dosso.

 

Il barista viene scagliato indietro dall’onda d’urto, distruggendo le bottiglie e i bicchieri alle spalle del bancone.

-YAHHHHHHHHHH! QUESTA E’ UNA RAPINA!!!

-E TU CHI CAZZO SARESTI? L’UOMO CORNUTO? – urla il barista rialzandosi.

-La Cosa???

-…

-Perché!? Perché mi perseguitate?! A chi gliene frega di un misero bar come questo? Cosa vuoi da me???

 

Four freedom Plaza, il laboratorio di Reed Richards.

 

-Non puoi che essere d’accordo, Reed. Sto facendo tutto questo per il bene dell’umanità, è tutto quello che avresti potuto fare negli ultimi anni ma che, Dio solo sa perché, non hai fatto.

-…io…

-Ho parlato con Annan e Fury. Non si fidano. Non sanno che il mio ruolo in tutto questo è pari a zero. Lo sai che io, dopotutto, non ho il merito di nulla in tutto questo. Saresti tu ad avere tutti i meriti. Cristodiddio, potresti fare tantissimo e invece stai metà del tuo tempo in laboratorio a creare apparecchi che nessuno userà mai e il resto del tempo a picchiare l’Uomo Talpa…quante vite hai condannato per l’amore della “scienza fine a se stessa”?

-…cosa devo fare?

-Mi basta una tua firma. Vieni qui, ti aspetto in serata. Sono certo che avresti mille modi per venire anche fra 3 ore.

-Fra un’ora e mezza sono lì.

--click--

 

-Cosa voleva, Reed?

-Non posso spiegarti, Susan.

-Perché? Cosa hai da nascondere?

-Non capiresti.

-Cosa vuol dire “non capirei”?? Sono tua moglie Reed, sono tua amica, e soprattutto non sono stupida. Quel Beaumont è un uomo senza scrupoli,  è

-Ha i protocolli.

-?! Come??? E tu…

-…e io non mi sono neppure accorto che è riuscito ad intrufolarsi nel sistema per copiarli. Ho avuto… altri pensieri negli ultimi giorni…tra i viaggi dimensionali e il…problema di Ben…Susan, oggi stesso andrò in Kenya, firmerò quella dannata autorizzazione e sarà meglio per tutti.

-Oddio, Reed. Ti accompagno. Ho appena chiamato Samson, aveva alcuni impegni in quel posto orribile dove lavora, la Volta[3], ma aiuterà Ben non appena Johnny lo troverà.

--Bzzz…--

-Ecco, questo dovrebbe essere lui sul communicator…

-Susan? L’ho trovato. C’è un buco enorme in un bar di Yancy Street…o è stato lui, o Hulk ha deciso di farsi uno spuntino qui…ecco, lo vedo…accidenti!

-Johnny?

-Susan, credici o no, ma Ben e Rhino stanno seduti al bancone a trangugiare latte…

-Rhino???

-Mi sa che ha trovato finalmente l’anima gemella…

-Niente battute stupide e fuori luogo, Johnny. Non è il momento. Piuttosto, porta lì Samson, ti aspetta qui sotto fra una mezz’oretta, e non fare niente di avventato. NIENTE DI AVVENTATO, capito? Io e Reed stiamo partendo per il Kenia.

-Kenia?

-Si…riguarda i protocolli Richards…

-I protocolli Richards? E che roba è?

-Ah. Scusa. Pensavo sapessi…no, niente, lascia perdere. Pensa a Ben. Passo e chiudo.

-Mmm, va bene. Chiudo.

 

-Ehehe. Guarda guarda chi si vede, la coppia più hot di NY!

-Torcia Umana! Vai via ragazzo, lasciaci in pace.

-…

-Torcia Umana! Io sono il proprietario del locale, guarda come l’ha ridotto sto mostro grigio! Arrestalo!

-Mi dispiace, signore, non posso arrestare nessuno…doveva provvedere ad un’assicurazione per danni causati dai supereroi….e Rhino, tu non osare approfittare della situazione di Ben altrimenti ti farò provare quanto calore potrà sopportare quella tua pellaccia grigia! Tienilo impegnato qua, sto portare qualcuno che può aiutarlo veramente…

-Cosa dovrebbe trattenermi qua, eh?

-Prendi tutto il latte che vuoi, offro io.

-Ah, allora ok!!!

 

27 minuti dopo

 

La Torcia e il più atipico psicologo del pianeta sono giunti con una Fantasticar nel bar dove la Cosa e Rhino sorseggiavano latte.

-Quello è Rhino?

-Si, Leonard.

-Ma… stanno parlando?

-Beh, finora non penso che Ben abbia spiccicato una parola.

 

-Capisci, Grimm? Essere grossi e stupidi è una condanna! Una maledizione! E’ dura avere il rispetto degli altri! Ti prendono e ti sbattono contro i muri! Non gliene frega niente!

Tu sei forte, ma sei forte dentro! Hai tanta gente che ti ama! Io no ho nulla da perdere ad essere stupido!

 

-Che terapia hai in mente, Leo?

-Terapia d’urto.

-Cosa?

Doc Samson già si avvia verso il bar.

-E’ un periodaccio, Johnny…

-E allora?

-Lasciami sfogare…farà bene anche a Ben, credimi.

 

Samson si avvicina a la Cosa, gli picchetta col dito sulla spalla rocciosa, distogliendo l’attenzione di Rhino e facendo girare lentamente Ben.

Improvvisamente, gli sferra uno dei suoi migliori pugni, facendogli sfondare il muro di fronte, aprendo una breccia che porta nel retrobottega…e causando la fuga in lacrime del proprietario.

 

Su un jet supersonico dei F4, in volo verso il Kenya

 

-Nick, ho cercato di farlo ragionare, ma non mi ascolta nemmeno…

-Vista la situazione, quello stronzo di Beaumont avrà fatto leva sul senso di colpa di Reed…

-Ma come può Reed non pensarci? Tutto quel potere nelle mani di Beaumont porterebbe solo guerre, sfruttamenti, complotti, congiure…Beaumont non è un democratico, e pure se lo fosse, stiamo parlando di qualcosa che potrebbe cambiare del tutto la vita dei cittadini del terzo mondo, cambiare lo status quo del pianeta…un cambiamento brusco che rovescerebbe l’ordine mondiale…come reagirebbero le potenze che vogliono mantenere il controllo sugli stati africani?

-Non è un problema da porsi, visto che Beaumont è semplicemente uno dei tanti dittatorucoli assetati di sangue e non è mai stato democratico in nessuna delle sue fottutissime incarnazioni…adesso bisogna solo convincere Reed che sta dando le chiavi del paradiso ad un diavolo in terra. Adesso chiudo. Tienimi aggiornato.

-Certo. Buon lavoro.

--click--

 

Yancy Street, quel che resta del bar.

 

-Ma che razza di terapia è?

-Sta tranquillo, Johnny, ho tutto sotto controllo…

-EHI! Lascialo stare Samson! Non faceva nulla di male! Prenditela con me, piuttosto!

-Rhino, non m’interrompere, sto lavorando!

 

Non esiste più nulla del bar, quando la Cosa e Samson spostano la loro pesantissima scazzottata in strada, seguiti da Rhino e la Torcia Umana e circondati da una folla di curiosi…stupiti nel vedere la Torcia e Rhino dalla stessa parte mentre la Cosa e Samson se la danno di santa ragione.

 

-Samson, non mi preoccupo per lui, sto pensando a te!

-Non –ouch!- preoccuparti, Johnny…Ben!-ouch!-torna in te! Riprenditi! Maledizione, abbiamo bisogno di te! Il gruppo ha bis-ouch!-…

-Ben! Ascoltami! Sono Johnny! Svegliati, maledizione! La tua famiglia ha bisogno di te! Susan e Reed sono corsi in Kenya! Io non so per quale motivo…ma riguardava i protocolli…i protocolli Richards!

La Cosa, improvvisamente si blocca. I suoi occhi si sgranano e si rialza agilmente, lasciando cadere goffamente Samson, prima addosso a lui nel tentativo (quantomai inutile) di bloccarlo.

 

-Ne sai qualcosa Ben?

-…

-Sembra che Sue non fosse tanto contenta di andare lì…mentre Reed era molto determinato…davvero non so cosa diavolo siano…

-Torcia! La terapia!

-Ma che terapia, Samson! Ho fatto più progressi io in una frase che tu in 5 minuti di cazzotti.

-Ha ragione…

-Tzé, ma che vuoi saperne tu di terapia, Rhino?

-Però ne so qualcosa di cazzotti…

-…dai, su, ti offro un bicchiere di latte.

-Grazie, Doc…

 

Kenya.

 

-Scusate l’attesa, signori, ero in riunione con il Presidente dello Zaire…

-Tre quarti d’ora… Fa già progetti il suo futuro, Beaumont?

-No, mia cara Mrs Richards, si tratta solo di politica estera, mica commercio…cose poco serie…

-I protocolli Richards sono una cosa seria.

-Mrs Richards, la sua presenza qui è una gradita sorpresa, ma vorrei parlare dei protocolli con suo marito, se non le dispiace.

-Reed?

-Lascia fare a me, Sue.

-Sei convinto, vero Richards? Sai che la tua autorizzazione…

-E’ una pura formalità, ha già annunciato che possiede i protocolli chiamandoli col suo nome…la firma di Reed le serve solo a tenere lontani SHIELD e ONU…

-Gentile Mrs Richards, stiamo discutendo tra uomini, se ci interrompe di nuovo sarò costretto a--

-TRA UOMINI???

-Sue, per favore.

-Reed, per Dio, non puoi dargli retta!

-Ecco la penna, Prof. Richards…lo faccia per il bene dell’umanità.

 

-NO!

Improvvisamente la porta dell’ufficio di Beaumont viene abbattuta, con un colpo secco e pesante. Sulla porta si trova la Cosa, con in mano alcuni fucili piegati con la sua forza bruta. Alle sue spalle la Torcia Umana.

La Cosa avanza verso Beaumont, gettando di lato i fucile come accartocciato.

Reed e Susan si alzano di scatto dalle sedie, mettendosi ai lati della stanza. Susan urta un facocero imbalsamato su un mobile in legno in stile inglese…sorride, mentre Reed analizza con lo sguardo ogni mossa della Cosa, intenta a sollevare dalla sedia Beaumont prendendolo dal colletto, dopo aver allontanato con un dito la scrivania e spargendo fogli di carta e ninnoli d’avorio per la stanza, mentre la Torcia Umana resta poco al di fuori della stanza, guardando con aria minacciosa i soldati accorsi davanti.

-No. –ripete la Cosa guardando fisso negli occhi Beaumont.

-Brutto mostro arancione, non capisci di cosa ci volete privare?

-Be-au..mont…!

-Bravo! Cominci ad uscire con Hulk?

-…

Mentre la Cosa fissa arrabbiato come non mai il generale, questi estrae silenziosamente una piccola pistola dalla cintura e la punta verso Reed, sparando immediatamente.

Il movimento viene avvertito dalla Donna Invisibile, che crea un campo di forza intorno al marito… il proiettile rimbalza sul campo, torna indietro leggermente deviato, e urta la fronte di Ben Grimm, per poi rimbalzare nuovamente su Beaumont, colpendolo dritto in mezzo agli occhi.

Il silenzio cala assoluto. Per un attimo, non si sentono neppure i rumori dell’Africa provenire dall’esterno.

-Johnny…la cassetta.- Reed interrompe il silenzio, e indica a Johnny una telecamera posta nell’angolo in alto a destra della stanza ormai a soqquadro. La Torcia si infiamma e vola lungo il corridoio alla ricerca della stanza della sicurezza.

-Lo ho…ucciso?

-Ben…

-No, amico mio, non lo hai ucciso… è colpa mia, non sarei dovuto venire qui

-Reed…smetti di prenderti le colpe di qualsiasi cosa succeda. Come vedi mi sono ripreso…forse era solo una questione di volontà. Ma non ti do nessuna colpa per quello che mi è successo...ne oggi, né la settimana scorsa, né quando siamo tornati col razzo. Beaumont era un bastardo, e forse meritava di morire. Ma almeno di questo casino, lascia che me ne occupi io.

Johnny raggiunge in volo la stanza pochi secondi dopo.

-L’ho trovata, Reed…i tizi della sicurezza erano già fuggiti via, così come tutti i militari e civili dell’edificio, a quanto sembra. Sicuramente inchioderà Beaumont è scagionerà Ben…e Fury se la metterà in videoteca.

-Johnny, ma come avete fatto a trovarci?

-Sorellina, Ben si è come risvegliato dopo aver sentito dei protocolli Richards…è arrivato di corsa al FFP e si è messo in contatto con Fury…un velocissimo volo in jet e siamo qui…evidentemente sa ancora qualcosa che io non so…cosa diavolo sono sti benedetti protocolli?

-Ormai non ha più senso parlarne…

-No, Ben, lascia che gli spieghi io.

Ben mi ha aiutato nelle sperimentazioni riguardanti una ricerca finanziatami dall’ONU che avrebbe portato alla scoperta di un’equazione a metà strada tra l’alchemia e la scienza…che permetteva di sintetizzare cibo e medicinali partendo da elementi basilari come la terra e l’acqua, tramite l’inserimento di particelle sub atomiche derivate da…

-No, no, aspetta…hai trovato la cura ai mali del mondo e io non ne sapevo nulla??!?

-NO! Ed è quello il problema! I veri mali del mondo non sono la fame o la malattia, le mie scoperte e le scoperte degli altri scienziati negli ultimi 150 anni hanno dimostrato che questi mali si possono combattere, e in alcuni casi si potrebbe vincere!

-Reed, ha ragione, fratellino. Noi più di tutti dovremmo saperlo: il vero problema del mondo è la cattiveria dell’uomo. Johnny, Reed…Ben. Possiamo vincere le battaglie contro il Dottor Destino o Immortus o Malice o chi per loro, ma la guerra dell’uomo contro uomo non finirà forse mai… 

-Non ha senso, Sue, allora per cosa combattiamo? Come possiamo sacrificarci noi, come famiglia, per un’umanità immeritevole e immutabile?

-Perché, nonostante tutto, l’umanità è la nostra famiglia. E noi…noi combattiamo per la nostra famiglia.

 

Mentre i Fantastici Quattro abbandonano il plesso, cingendosi l’un l’altro con le braccia all’altezza della vita, l’Africa ritorna a suonare i suoi rumori.

 

 

FINE

 

 

E questo è quanto. Una breve “run”, ma piuttosto intensa, per la prima famiglia Marvel. Un piccolo tributo per il primo fumetto Marvel che abbia mai letto (quando ancora non sapevo leggere…) con una strizzatine d’occhio all’ottimo Fantastic Four 1234 di Grant Morrison. Ho cercato di mostrare i quattro sotto una nuova luce, con dialoghi e situazioni più “mature”, non per astio verso la loro stessa natura “classica” ma per cercare di dire qualcosa di diverso, di rinnovarli nel mio piccolo mantenendo integre quelle caratteristiche che li rendono unici. Grazie a voi per esserci stati e agli amici di MarvelIT, in particolare Fabio Furlanetto, editor con cui ho trovato una perfetta sinergia, e all’EIC Carlo Monni, che mi ha spronato più di altri e ha gradito molto (almeno così lui dice ^__^) il mio breve operato sulla serie. Un grosso in bocca al lupo ai miei successori, mentre mi dileguo tra i fumetti…

Stay cool,

Marco

 

 

[1] Nei numeri 6, 7 e 8.

[2] Il demone è stato invocato da Destino nei numeri 4 e 5 e successivamente sconfitto dai F4.

[3] Per la precisione adesso Dott. Samson lavora nel braccio più duro e segreto del supercarcere, chiamato Il Cubo (vedi Facile Come)