I FANTASTICI QUATTRO #4-11
di Fabio Furlanetto e Marco Rizzo
Tra le
serie Marvel IT, poche hanno avuto una “vita editoriale” sfortunata come quella
del favoloso quartetto. Per fortuna, dopo un breve dittico di
episodi a fare da sorta di collegamento, è arrivato uno scrittore
regolare che con un breve ma intenso ciclo di episodi ha ridato vita alla
serie, rimasta nel limbo per alcuni mesi.
Ecco
dunque non una, ma addirittura tre saghe complete e
praticamente leggibili a se stanti, destinate ad avere non poche ripercussioni
sul futuro del gruppo.
Resta
ben poco da dire, anzi nulla, se non un banale “buona lettura”.
‘Nuff
Said !
FANTASTICI QUATTRO #4
con la collaborazione di Mickey
IL DESTINO BUSSA ALLA
PORTA
I problemi non
possono essere risolti
allo stesso livello di conoscenza che li ha creati.
(Albert Einstein)
Una mattina tranquilla, per quante possano essercene a New York. Molo Quattro.
Reed
Richards stava lavorando nel suo laboratorio spazio-temporale quando nella
stanza entrò il suo amico Ben Grimm, la Cosa.
-Gommolo,
si può sapere che stai facendo qui dentro? Ho incrociato Suzie e mi ha detto
che sei stato qui per tutta la notte.
-Ben?
Che ci fai qui a quest’ora di notte ?
-E’ già mattino, Reed - gli fece notare aprendo una finestra con un pulsante -
A che stai lavorando ?
-Stavo
lavorando ad un sistema per produrre spazi tetradimensionali che non includa alternatori di Kurtzberg…potrei riuscire a rendere
economica la produzione in serie di tesseratti.
Immagina quanti problemi possa risolvere uno spazio
non transitorio, ma tendente all’infinito come una stringa continua
unidimensionale…
-Se potessi usare parole inserite in un comune dizionario,
gommolo… - rispose Ben sbadigliando.
-Non è
importante. Mentre stavo lavorando, il rivelatore
muonico ha inserito l’allarme.
-E’
l’aggeggio che hai inventato per trattare i rifiuti tossici o quello per
sostituire il microonde ?
-Non è
il caso di scherzare, Ben. Segnala la presenza di anomalie
trans-finite analizzando la risonanza dei barioni in un campo muonico
variabile, che…
-Ti prego,
dimmi qualcosa che qualcuno con un Q.I inferiore al milione possa
capire, Reed.
-Significa
che una dimensione tangente alla nostra sta per collassare. E
la curva di risonanza fa pensare all’azione di qualche essere senziente.
-Che sviluppo rivoltante…proprio oggi che giocano i Mets doveva
saltar fuori un qualche piantagrane galattico ?
-Aspetta a vendere i tuoi biglietti, Ben…non ho ancora individuato un punto
preciso.
Susan
irruppe nella stanza, chiedendo a gran voce:
- Reed, tesoro, a che ora ha detto Alysande che riporta qui Franklin?
Mr. Fantastic si voltò subito, per il solo fatto che ormai Ben lo aveva
distratto, altrimenti, immerso nel suo lavoro, ci avrebbe messo qualche
secondo.
- A che ora? Se non ricordo male entro l'ora di pranzo...
- Ciao, Ben, scusa se non ti ho salutato, non ti avevo visto – disse Susan,
mentre la Cosa fece un cenno con la testa - Comunque
non so se è stata una buona idea affidargliela per un'intera nottata, da sola.
- Ne abbiamo già discusso, cara... Caledonia sa il fatto suo, Franklin si trova
bene con lei... entrambi avevano voglia di rivedersi, almeno per un giorno... è
un ottimo modo per farlo distrarre, non può stare sempre rinchiuso tra queste
quattro mura grigie... è un bambino!
- Lo so, lo so... ma sono abbastanza apprensiva quanto si tratta di lui.
- Buongiorno a tutti... - esordì con tono assonnato Johnny Storm. Un corale
"ciao" gli fece eco.
- Qualcosa che non va, Johnny? - chiese Sue, sempre
attenta agli stati d'umore di suo fratello.
- Magari te ne parlo in privato...
Senza neanche molta discrezione, la Donna Invisibile trascinò con sé la Torcia
Umana in un'altra stanza.
- Spara.
- Be', non saprei... si tratta di Lyja. [1]
- Immaginavo fossero problemi sentimentali.
- E' che... mi ha scombussolato un po' rivederla. Mi ha fatto sentire in colpa
per non averla cercata prima. E non so se ho voglia di
riprovarci con lei, ho le idee molto confuse.
- Lei come ti è parsa?
- Mi ha fatto capire che si è rifatta una vita senza di me, ma non mi ha
sbarrato la strada. Se solo volessi, credo potremmo
ricominciare... ma ne è passato di tempo...
Prima che Susan potesse dispensare altre perle di saggezza in fatto di
relazioni sentimentali, il rumore di un'assordante sirena coprì qualsiasi
parola.
L'allarme del Molo Quattro era scattato. Johnny si infiammò istintivamente: erano sotto attacco?
- Che succede!? - gridò Susan, correndo verso il laboratorio di Reed a fianco
del fratello. Adesso il gruppo era riunito, ma per fronteggiare quale minaccia?
- C'è qualcosa che non va nei sistemi di sicurezza - urlò Reed agli altri
membri del gruppo.
A conferma delle sue ipotesi, una voce meccanica ma dal tono leggermente
femminile parlò da un altoparlante nascosto: -Allarme intrusi. Tesseratti
interni serrati. Porte di media, alta e massima sicurezza
bloccate. Campo nullo azionato. Campo di forza azionato. [2]
- Cosa?! Il sistema ci bolla come intrusi! - concluse Richards.
Un istante dopo i Fantastici Quattro furono prigionieri di altrettanti campi di
forza luminosi.
- Non toccatene le pareti! - li avvertì il creatore del sistema di sicurezza.
- Ma che razza di... - commentò la Cosa, mentre la Torcia evocava abbastanza
calore da compensare le energie del campo, e la Donna Invisibile ne creò uno
dall'interno con una pressione tale da infrangere quello esterno.
-Livello primario non efficiente. Inizializzazione del secondo livello di
sicurezza - sentenziò la voce meccanica. Nelle pareti apparvero delle nicchie
da cui vennero sparati dardi tranquillanti, ma Susan
difese se stessa e suo fratello grazie a campi di forza invisibili, coadiuvata
da muri di fiamme. Lo stesso successe quando il sistema di sicurezza comunicò
l'inizializzazione del terzo livello di sicurezza.
- Reed, cosa diavolo devo fare?! - gridò una seccata Sue al suo marito, mentre fermava dei potenti
laser coi suoi poteri.
- Cerca di raggiungere un terminale ed immetti il codice di emergenza!!
- Ok! Johnny coprimi!
- Terzo livello non efficiente. Inizializzazione del quarto livello di
sicurezza.
Susan riuscì a raggiungere un terminale e, grazie alla flessibilità del sistema
operativo creato da Reed, accedette subito all'area
sicurezza.
- Il codice, Reed! Prima che scatti l'altro livello!
Sotto dettatura, la donna spinse furiosamente i tasti di una
minuscola tastiera, sperando che i sistemi di sicurezza non rifiutassero
l'immissione del codice d'emergenza, e sperando di non sbagliare a digitare per
la fretta.
Pochi secondi dopo, il silenzio.
- Fiuu - disse Ben, passandosi la mano sulla fronte,
finalmente libero.
- Ottimo lavoro, ma adesso devo scoprire cos'è successo - rispose in
maniera più eloquente Reed.
Un altro
rumore, molto diverso dall’allarme di sicurezza, risuonò dagli altoparlanti
interni.
-Che
succede adesso, Reed ?
-E’ solo
il campanello, Johnny. Evidentemente, chiunque abbia sabotato
i sistemi interni ha un particolare senso dell’umorismo.
Johnny
volò verso la porta. Con i sistemi di sicurezza disattivati, chiunque poteva entrare senza troppi problemi… probabilmente si trattava
di una coincidenza.
Una
volta aperta la porta capì di essersi sbagliato…ma non ci fece troppo caso. Del
resto, nemmeno ai Fantastici Quattro capita tutti i
giorni di aprire la porta ad un Dottor Destino stranamente innocuo.
La prima
reazione di Johnny fu di alzare l’intensità della fiamma e di dirigerla contro
Destino, che non si mosse minimamente. Nemmeno le sue vesti
verde scuro furono intaccate.
-Storm.
E’ indubbio che l’educazione americana lascia molto a desiderare.
-Che ci
fai qui, Destino ? Hai finito le astronavi con cui
attaccarci ?
-Lasciami
entrare, Storm. La tua inutilità è comparabile a quella di una formica, ma non
metterti sulla mia strada.
Il resto
del gruppo raggiunse la Torcia Umana. Susan creò un impenetrabile campo di
forza sulla soglia, proprio tra Destino e il fratello. Reed era ancora
distante, ma allungò collo e braccia fino alla porta.
-Non so
che ci fai qui, scatoletta di sardine ambulante – disse la Cosa con voce decisa
– ma so che per entrare dovrai vedertela con me !
-Richards…dobbiamo parlare – rispose Destino senza nemmeno considerare
il resto del gruppo.
-Non
pensarci nemmeno, Destino !
-Aspetta, Susan…potrebbe essere importante. Lasciamolo entrare…non tenterà niente di avventato all’interno della base.
-Hai la
mia parola, Richards. Nel mio breve soggiorno non nuocerò a
te o alla tua famiglia. E se ci tieni, nemmeno
alla poco arguta Cosa.
-Adesso
basta ! Lasciamelo pestare, Reed !
Mi basta un cazzotto solo !
-Lascia
stare, Ben…se cerca di ingannarci, lo terremo sotto controllo.
Il campo
di forza invisibile scomparve e Destino entrò tranquillamente nel Molo Quattro, anche se letteralmente circondato dal
gruppo. Si fermò in mezzo al salotto adiacente, mani dietro la schiena, e si
guardò intorno.
-Deludente,
Richards, deludente. Ti ho sempre considerato al di sopra
della comune massa americana…ma questa abitazione dimostra che il buon
cuore di Destino è a volte troppo magnanimo.
-Non
tutti possono permettersi un castello. Non sei qui per parlar male dei gusti
della mia famiglia in fatto di arredamenti, no ? Ha a
che fare con le anomalie dimensionali?
-Immagini
bene, Richards. Come sempre, ti dimostri l’unico essere umano in grado di
vedere ciò che solo Destino vede.
-Sei tu
il responsabile delle anomalie ?
-No. Le ho semplicemente rilevate, come hai fatto tu.
-Lo
trovo difficile da credere. Secondo me vuoi i dati di
Reed sulla faccenda – insinuò Susan, facendo serrare uno dei pugni di Destino,
che lo rilassò pochi istanti dopo.
-Ridicolo, Susan. Tuo marito non ha niente che possa
minimamente interessarmi.
-Ma sei qui.
-Vedi, Richards…nella mia vita non ho avuto che tre desideri. Liberare mia madre dall’inferno…dominare il mondo…ed assistere alla
tua morte per mano mia.
-Tre
cose da niente. Hai provato a scrivere a Babbo Natale ?
-L’unica
cosa che mi impedisce di romperti dodici ossa distinte,
Grimm, è la mia promessa. Come dicevo, uno di questi desideri
è stato realizzato. [3] Ed ora le mie attenzioni sono alla
conquista del mondo…e come i recenti avvenimenti dimostrano, il mondo ha un
gran bisogno del mio dominio.
-Piantala
di ricordarci quanto sei meraviglioso e vieni al sodo, Destino - lo incalzò Susan.
-Indubbiamente,
lo spirito di tua moglie è indomito quanto il tuo, Richards. In
ogni caso, l’esistenza del tuo gruppo mi è stata spesso vantaggiosa, nonostante
abbiate tentato di rovinare più volte i miei piani.
-A me
sembra che te le abbiamo suonate più volte, Desty ! E che hai continuato a tentare di ucciderci !! - gli fece
notare Johnny, ancora sulla difensiva.
-Semplici
dettagli nel grande piano che solo la mente di Destino
poteva concepire. Molte volte questo pianeta è stato sull’orlo della
distruzione, e solo voi quattro l’avete impedito. Questo mi ha sollevato dal
compito di doverlo salvare, lasciandomi il tempo per dedicarmi ad altre cose di
maggiore importanza. Quindi, ho deciso di non uccidervi fino a quando non avrò conquistato il mondo. Tale è la compassione di Destino.
-Non sei
venuto qui per dirci questo, vero ?
-Sei più
logorroico di Gommolo, quando ti ci metti…
-Almeno
le mie parole hanno un senso, Cosa. Recenti disavventure, di cui sono stato
ahimé partecipe, ci hanno portato in un altro universo, la pallida copia del
nostro. In questo lasso di tempo, il vostro quartier
generale è stato irreparabilmente danneggiato e vi siete stabiliti qui [4] – disse marcando le ultime parole con
un tono disgustato – e tale luogo non è appropriato ai nemici di Destino. Se un uomo si misura dalla grandezza dei suoi nemici, voi
non potete operare da un luogo così mal fornito. Se il
pianeta fosse ancora in pericolo, toccherebbe a Destino proteggerlo, protraendo
ulteriormente la sua conquista del mondo.
-Sei
venuto fin qui…dopo tutto quello che è successo…per
dirci che la nostra base non ti piace !?
-Come sempre
ti sfugge il quadro generale, Richards. Se necessario
te lo dimostrerò – la sua voce assunse un tono ancora
più teatrale - Posso radere al suolo questa base in dodici minuti e
quarantasette secondi. Ed ho già sabotato il sistema
di sicurezza interno.
-Dici di
volere la nostra sopravvivenza e progetti tutti i modi possibili per
ucciderci…mi nascondi qualcosa, Destino. Tu non fai
mai niente per niente.
-Perché
non hai localizzato l’origine dell’anomalia, Richards ?
-Gli
strumenti non…
-Ah !
Anche chi, come me, progetta macchine infallibili e ne fa i propri servi, sa
che le macchine non sono sempre del tutto affidabili.
Considera i tuoi strumenti come radar…troppo vicini alla fonte del segnale, lo
perdono.
-La
dimensione che sta per collassare…è nel Molo ?
-Se non altro, il tuo intuito è moderatamente adeguato. Il tuo caro tesseratto, che si estende in tutta la base, presto
collasserà. Lasciami ovviare a questo, ed aggiornare la tua base a
standard accettabili, ed il mio giuramento di non aggressione si estenderà di
molti mesi.
-Sapevo
che volevi qualcosa, Destino. Niente da fare. Scommetto che è solo l’ultimo
piano per distruggerci dall’interno.
-Riflettici
bene, Richards. Non lasciarti accecare dall’orgoglio.
-Strane parole,
considerando la fonte. Se vuoi la battaglia, Destino,
te la daremo. Non mi aspettavo questi sotterfugi da parte tua.
Il
gruppo era pronto alla lotta…la tensione era
palpabile, oltre al calore generato da Johnny.
-Molto
bene. Speravo si potesse ragionare con te, Richards. Addio.
Al primo
passo di Destino tutti erano pronti a doversi difendere da raggi di energia, ma Destino si incamminò lentamente verso la
porta. Sulla soglia, senza girarsi disse quasi sottovoce:
-Richards…frequenza
di Lieber a quindici cicli.
Pochi
metri oltre, una lunga limousine nera lo stava aspettando, circondata da
quattro guardie del corpo…senza alcun dubbio, guardie
super-potenziate.
-Non ci
posso credere…Destino deve essersi ammansito nel corso degli anni !
-Non
credo, Ben. Quello che ha sussurrato prima di andarsene…la
frequenza di Lieber. E’ la frequenza di due universi adiacenti che porta
alla reciproca annichilazione.
-Cosa? - chiese la Torcia, senza ottenere risposta.
-Reed,
credi davvero che Destino volesse soltanto aiutarci ?
-Non lo
so, Sue. Destino ha un senso dell’onore molto contorto…potrebbe
aver detto la verità, o più probabilmente una mezza verità…ma potrebbe
benissimo essere un approccio diplomatico prima di passare alle maniere forti.
-Per me
vi state preoccupando troppo, gente. Andiamo, è Destino…avete presente il tipo
che ha cercato di ucciderci uno zilione di volte ?
-Non
posso dimenticarlo, Johnny, ma è anche la stessa persona che ha contribuito a
salvare il pianeta, dopo l’invasione marziana. [5] Forse è tornato ad essere l’uomo che
era un tempo…forse ha ricominciato a pensare agli altri.
-Sono
tutte panzane Reed, e lo sai benissimo – disse la Cosa
mentre la Torcia gli accendeva un sigaro – Destino era un gran topo di fogna
già all’università.
-Reed,
sono preoccupata per Franklin. Potrebbe essere tutto un trucco per distrarci e
rapirlo per l’ennesima volta…
Reed
controllò il congegno che aveva sul polso sinistro…
-No, è
tutto a posto. Il suo segnalatore personale mi dice che è tutto regolare.
-Di che
parli ?
-Ho
inserito nel suo orologio una serie di sensori…sia per tenere sott’occhio il
suo potere che per essere avvertito se gli succedesse
qualcosa di male. E’ molto simile alla rete inserita nelle nostre divise.
-Avresti
potuto dirmelo, Reed…
-Oh, non
c’è da preoccuparsi. Neanche Franklin lo sa.
-Santo
cielo Reed, non dirmi che hai ricominciato a studiare nostro figlio come una
cavia da laboratorio…
-Mi
sembrava la cosa più logica da fare, cara. In questo modo non dovrà sopportare
quei lunghi test e sapremo sempre se è in pericolo…
-Vieni,
ragazzo – disse la Cosa mettendo un braccio sulle
spalle della Torcia – lasciamoli discutere in pace.
-A
proposito di discutere, Lyja voleva parlare anche con te riguardo…
La Cosa
si fermò all’improvviso, portando una mano al petto e cadendo sulle ginocchia.
-Ben !
Che ti succede !?
-Non lo
so…ma fa un male cane…
Reed si
precipitò al fianco dell’amico, ma non essendo un medico non poté farsi subito
un’idea delle sue condizioni.
-I
sintomi mi fanno pensare ad un leggero infarto, Ben…ma non sento il polso
attraverso la tua pelle, quindi sarà meglio andare in laboratorio…Susan, il tuo
campo di forza è l’unica cosa che può sostenere il suo peso. Portiamolo al
laboratorio.
Come
faceva da anni, Susan si concentrò e l’aria sotto la Cosa
sembrò diventare più spessa per un istante. Il campo di forza si fece
più spesso fino a dare l’impressione che il membro roccioso dei Fantastici
Quattro levitasse a dieci centimetri dal suolo. La
leggera concentrazione, tuttavia, si trasformò presto in sforzo mentale
evidente.
-Che
hai, tesoro ?
-Non
riesco a sollevare il campo di forza ! Posso renderlo
più spesso, ma non sollevarlo del tutto da terra…la forza di gravità non era mai stata un problema.
-Hhhmm…è
chiaro che i due fenomeni sono collegati. Johnny, sarebbe consigliabile non
usare i nostri poteri fino a quando non avrò compreso
che sta succedendo.
-E che
facciamo con Ben ?
-Ehi,
aspettate…a farmi…il necrologio…
-Dovrai
modellare il campo di forza per far sì che possa muoversi autonomamente. Forse
delle ruote…no, dovresti creare anche gli ingranaggi e sarebbe troppo
complicato. Prova con dei cingoli, e pensa di farli muovere.
Mentre la Donna Invisibile eseguiva gli ordini, Johnny disse a Reed:
-E’
chiaro che c’è Destino dietro a tutto questo.
-Non è
detto. Abbiamo molteplici nemici…statisticamente parlando, è
possibile subire due attacchi lo stesso giorno.
-C’è un
modo per verificare la presenza di Destino nelle vicinanze ?
-Se
Destino ha veramente deciso di attaccarci di nascosto,
dubito che si farà rilevare. In ogni caso sarà meglio riattivare almeno il
sistema difensivo esterno.
Con
fatica, il gruppo si spostò nel laboratorio di Reed. Collegò le reti dei
costumi con il sistema interno, e mise Ben sotto una lunga serie di analizzatori. Johnny era visibilmente impaziente di
trovare un nemico e di poter usare la sua fiamma. Reed invece non faticò più di
tanto a non usare i suoi poteri elastici.
-Allora,
Reed ? Sei arrivato ad una conclusione o dobbiamo
stare qui tutto il giorno ?
-Cerca
di calmarti, Johnny. Non stai contribuendo alla soluzione.
-Sono
stufo di restarmene qui ad aspettare, mentre tu giochi con quegli apparecchi !
-I miei
giochi stanno cercando di curare tua sorella ed il tuo migliore amico.
-Certo,
e nel frattempo Destino si starà preparando a distruggere la base. Propongo di
andare all’ambasciata latveriana, o dove cavolo si sta nascondendo, e di
suonargliele fino a quando non ci rivela tutto.
-Un
piano estremamente ingenuo, Johnny. Destino vuole
proprio che perdiamo la calma…sai che l’ambasciata è colma di robot ideati appositamente per ucciderci.
-Reed,
per un secondo smettila di pensare come uno scienziato e comportati da
super-eroe…un cattivo ci ha minacciato, noi lo fermiamo ed il mondo è salvo. Lo
facciamo da anni, no ?
-Forse
potrei prendere in considerazione questa linea di condotta contro un nemico più
comune. Ma Victor non rientra certo nella categoria.
-Chiamalo
col suo nome, Reed…Dottor Destino. Quante volte hai cercato di farlo ragionare,
e quante volte ti ha risposto con una scarica di laser
!?
-Sono
sicuro che invece attaccarlo senza ragione lo
porterebbe a redimersi- gli ribatté sarcasticamente.
-Bene,
visto che mister solo-io-capisco-Destino non ha bisogno di aiuto,
io me ne vado all’ambasciata a fondere qualche decina di robot…
-Johnny,
fermo ! Non infiammarti !
Invece
della solita fiamma a basso calore, Johnny generò una gran vampata di calore
che quasi investì in pieno Mister Fantastic, che scampò alle fiamme deformando
il proprio corpo. Per la prima volta, tuttavia, l’uso dei suoi poteri gli
provocava un enorme dolore…cercando di ignorarlo, prese il più vicino estintore
(uno progettato da lui, abbastanza potente da spegnere
le fiamme della Torcia a massimo regine…ce n’era uno nascosto in ogni stanza) e
lo usò per fermare l’incendio.
Cadde a terra stremato, tornando alla forma originale.
Susan lo
aiutò a rialzarsi. Per fortuna, Reed aveva progettato il Molo perché fosse a
prova di incendio…nel caso la Torcia avesse avuto
bisogno di usare tutto il suo potere. Anche Johnny si rialzò, senza nemmeno una
bruciatura…come al solito.
-Johnny…la
prossima volta che ti dico di non accenderti…prendi almeno in considerazione
l’idea, d’accordo ?
-Scusa,
Reed – disse con tono sinceramente dispiaciuto, e cercando di evitare lo
sguardo duro della sorella – sono stato un idiota.
Avrei dovuto ascoltarti.
-Non
deprimerti così, ragazzo…anche io non vedo l’ora di contrattaccare. Ma è ovvio
che Destino aveva progettato tutto questo. Nel corso
degli anni, ho imparato che sottovalutarlo è l’errore
più grande che si possa fare.
-Come ha
fatto a farci questo, Reed ?
-Ho
rilevato qualcosa all’interno dei nostri corpi…minuscole
nano-macchine, progettate per alterare il leggero flusso radioattivo che
mantiene operanti i nostri poteri. Forse tramite isotopi radioattivi alterati
per assorbire raggi cosmici.
-Non
puoi distruggere le macchine ?
-Sono
troppo in profondità. Ma credo di poter usare un segnale che ne cancelli la
memoria…in questo modo sarebbero lentamente assorbite
dall’organismo.
-Non
immaginavo che Destino conoscesse così bene i nostri poteri…
-Per
quanto possa saperne, è impossibile stabilire in che
modo l’alterazione affligga i nostri poteri. E’ probabile che abbia usato un
qualche tipo di ipnosi per far sì che fossimo noi
stessi a creare il problema.
-Mi
sembrava che Destino fosse un po’ troppo chiacchierone, rispetto al solito ! Deve averci ipnotizzato mentre parlava
!
-Una
deduzione probabilmente veritiera, Johnny – rispose Reed mentre armeggiava con
i sistemi del Molo – forse posso modificare
l’emissione di onde elettromagnetiche del radio-scopio nel mio laboratorio, in
modo da creare la giusta frequenza.
E
così Reed tornò nel suo habitat naturale, cercando di sintonizzare al meglio il
suo radioscopio. Destino avrebbe potuto attaccarli da un
momento all'altro, ripristinare i loro poteri era la massima priorità.
- Eureka! - urlò ad un certo punto, sicuro di aver fatto i giusti calcoli.
Calibrò come doveva il radioscopio e lo attivò. Dopo qualche minuto provò ad
allungarsi di nuovo, senza provare dolore. Anche la moglie ed il cognato
avevano ancora i loro poteri, e la Cosa riusciva a
muoversi senza fatica.
-Questa
volta Destino ha esagerato ! – urlò Ben Grimm una volta alzatosi – nessuno cerca di fregare il nipote preferito di Zia Petunia
senza guadagnarsi un bel naso rotto !
-Perfetto
– sussurrò Destino, nel sedile posteriore della sua limousine.
-Ha
detto qualcosa, sire ? – chiese una delle sue guardie del corpo, nel sedile
anteriore, pentendosi subito della domanda.
-Richards
è incredibilmente prevedibile. Mettendo in pericolo la sua famiglia diventa
avventato.
Destino
aprì la portiera ed iniziò a scendere. La sua guardia del corpo scese dalla
limousine, ma Destino gli fece segno di non muoversi.
-Sire,
non dovrebbe andare da solo…potrebbe…essere
pericoloso…
Destino
si alzò in piedi e si voltò lentamente.
-Non…non
intendevo insinuare che lei…
Destino
sollevò un guanto, che iniziò a scintillare. La guardia si inginocchio
e chiese pietà. Quando riaprì gli occhi, Destino si stava
già incamminando verso il Molo Quattro.
Di
solito la zona era piena di curiosi, che speravano di vedere i Fantastici
Quattro. Ora il molo era deserto, dato che poche persone sane di mente resterebbero volontariamente a portata delle armi del Dottor
Destino.
In molti
avevano chiamato la polizia, ma questa non poteva fare niente a causa
dell’immunità diplomatica di Destino.
A
quindici metri dal Molo, Destino premette un pulsante nascosto nel suo guanto.
Nel giro di dieci secondi, uno sciame di strani, minuscoli oggetti meccanici si
posizionò sopra il Molo, girando in tondo. Destino
allungò un braccio ed uno degli apparecchi gli si posizionò
sopra, mutando forma fino a circondare il braccio.
Dalla
mano di Destino uscì un potente raggio di energia
bianca che colpì in pieno il Molo. Delle scariche elettriche ne percorsero
l’intera superficie, mentre alcuni degli apparecchi (la cui funzione era nota
solo a Destino) atterrarono, disponendosi in un cerchio che al cui centro c’era il Molo. Destino disse:
-Meno dodici
minuti e quarantasette secondi.
Il colpo
di Destino fece tremare l’intero Molo, e le pareti vibrarono. Reed ordinò con
voce decisa ai computer del Molo:
-Attivare
difese esterne e compensatori di Heisenberg !
-Che succede, Reed ? - domandò la Torcia, prevedibilmente
allarmata.
-Siamo stati colpiti da un alteratore dimensionale. Computer, attivare difese
esterne !
-Impossibile
eseguire – rispose la voce femminile del computer – file di attivazione
non trovato.
-Johnny,
Ben…andate fuori e cercate di vedere che succede !
La
Torcia Umana e la Cosa non avevano il minimo dubbio su cosa
stesse succedendo, ed erano ansiosi di combattere contro Destino. Susan
li seguì dicendo al marito:
-Vado
anche io, Reed !
-No,
Susan…ho bisogno di te nel caso Destino cerchi di
entrare. Non posso permettere che l’uomo più pericoloso del mondo abbia le
tecnologie che custodisco qui. Computer, riconfigurare il sistema di comando:
piano di emergenza theta-alpha-dodici.
-Impossibile
eseguire: anomalia ai sistemi di trasferimento dati.
-Dannazione
! – gridò Reed sbattendo un pugno sulla tastiera – Destino
deve averli sabotati. I sistemi interni sono inservibili, adesso. Non mi
resta che attivare i sistemi di sicurezza interni ed uscire a combattere…
-E’ altamente sconsigliabile, dottor Richards – disse una voce
fin troppo familiare proveniente dal corridoio.
La voce
era quella di Destino, ma l’armatura era diversa: più militaristica e
soprattutto senza mantello e cappuccio.
-Kristoff
!?
I
congegni che erano atterrati iniziarono a girare in cerchio, sempre più
velocemente…senza tuttavia alzare il minimo vento.
La
Torcia volò contro Destino, lanciando una serie di palle di fuoco. Destino mosse velocemente le mani, mormorando qualcosa in una
strana lingua. Dalla sua posizione si scatenò un forte vento, tanto
forte da scagliare la Torcia e la Cosa oltre il Molo. Sbatterono contro qualcosa di invisibile, appena prima dei congegni che
roteavano.
-Che cavolo sono ‘sti cosi !? – si chiese la Cosa, cercando di stare
in piedi contro il vento che stava già iniziando a danneggiare il Molo – si muovono come degli insetti…
-C’è
qualcosa che non va in questo vento – notò Johnny dopo
essere stato spento dal vento – dovrebbe mancarci l’aria a questo punto, ma
riusciamo a respirare…
-Questo
perché non si tratta di un semplice vento, Storm –
disse con orgoglio Destino mentre assemblava un ennesimo macchinario, in
qualche modo simile ad un telescopio a causa del treppiede – ma del mistico
Uragano di Valtoor. Un incantesimo che solo un mago esperto come Destino può
lanciare.
-Sei un
codardo, Destino ! – gli urlò la Cosa – vieni qui a
combattere da uomo, invece di giocare con quegli aggeggi !
-Asseconderò
il tuo ultimo desiderio, Grimm.
Ad un
gesto di Destino, il vento non influenzò più la Cosa, che corse verso di lui:
-E’
tempo di distruzione !
La Cosa
si fermò ad un metro da Destino, diventando senza peso e fluttuando davanti a
lui.
-Ammira
il mio annullatore di gravità, inutile ammasso di mattoni.
-Ehi,
così non vale ! – cercava di colpirlo ma riusciva solo
a spostare goffamente dell’aria.
-E’ giusto che Destino abbia degli spettatori nel suo trionfo. Ma
Destino non tollera scocciatori, quindi mi accontenterò della giovane Torcia
Umana…la tua già scarsa utilità è finita, Grimm.
Il
braccio sinistro di Destino percorse un ampio arco,
scagliando la Cosa nel Molo, dove una parete fermò ingloriosamente la sua
corsa.
-Ben !
Che gli hai fatto, mostro !?
-Osserva
la mia opera, Storm…
L’apparecchio
di Destino sparò un colpo verso il cielo, incrociando la barriera circolare
creata dai congegni roteanti. La barriera si colorò di un azzurro intenso,
mentre sul terreno apparivano dei segni rossi…
Il
laboratorio.
-Perché
dovrei ascoltarti, Kristoff ?
-Perché finora ha seguito i piani di Destino, dottor Richards. L’unico modo per distruggere le
nanomacchine era generare un’esatta frequenza. Nella fretta, tuttavia, non ha
pensato che quella stessa frequenza avrebbe disallineato gli alternatori di
Kurtzberg.
-Ed il
sistema di sicurezza interno non mi ha avvertito perché era stato sabotato da
Destino…ma perché tutto questo ?
-Per accedere al Tesseratto…o meglio alla sua dimensione.
-Come
sai tutto questo ?
-Non ho il tempo di spiegarle. E’ essenziale che lei
riattivi la griglia di protezione esterna entro i prossimi centotrenta secondi.
-Perché ?
-Perché Destino non l’ha previsto.
-Come
fai a saperlo ? Come posso fidarmi, quando potresti
essere un suo alleato ?
-Lo so
perché neanche io ci avevo pensato. Inoltre…non
servo più il mio ex-padrone.
-Reed, penso
che dica la verità – Susan gli mise una mano sulla
spalla – credo di avere imparato a conoscerlo, quando era in squadra con noi,
nel periodo in cui tu…quando ti credevamo morto.
-Non mi
fido di te, Kristoff, ma se mia moglie ti crede lo farò anch’io. Ora, come
riallacciamo la trasmissione dati ?
-Pensavo
di bypassare il sistema di emergenza e…
Fuori dal Molo si stavano creando una serie di cerchi ed ellissi rosse, sia
sul terreno che addirittura sull’acqua, fino a formare un complicato disegno.
Quando il disegno fu completo, si illuminò di un rosso
accecante; nello stesso momento, il vento cessò.
La
Torcia si infiammò di nuovo, continuando ad attaccare
Destino.
-Che
stai facendo !?
-Non mi
aspetto che tu capisca, Storm. E sappi che questa armatura
è completamente a prova di fuoco, così come i miei strumenti.
-Anche
la tua barriera ?
Johnny
volò fino al termine della barriera e rilasciò quante fiamme poteva. Le fiamme
furono prima imprigionate nel campo, per poi essere rilasciate contro
Johnny…che sentì molto dolore, tanto da dover volare via.
“Se non riesco a danneggiarlo è inutile stare qui” pensò
“meglio controllare come sta Ben”, tornando all’interno del Molo.
-Ah ah
ah ! Sono stato troppo magnanimo in questi anni,
attaccandoli sempre con la mia tecnologia…mentre la magia è più efficace,
perché non la comprendono. Come possono immaginare che questo rituale, una
fusione di magia e tecnologia che solo Victor Von Doom poteva ideare, è
alimentato dal loro stesso tesseratto !? Presto Destino avrà ciò che gli spetta !
Nel
frattempo, Reed e Kristoff avevano appena riparato le difese esterne. Gli
apparecchi di Destino, senza le energie del tesseratto che stavano assorbendo,
smisero di funzionare.
-No !
Come può essere !? Le loro difese erano inservibili !
Inservibili ! Solo una cosa può ancora mantenere vivo l’incantesimo… a me,
cerchi di luce scarlatta !
Dalle
mani di Destino uscirono appunto dei cerchi di luce,
che si sovrapposero alla barriera, mantenendola intatta. Destino aveva
guadagnato qualche secondo, che utilizzò per sondare
il Molo con i suoi sensori interni…
-Adesso
che è finita, Kristoff, spiegaci come sei entrato e cosa sta succedendo.
-Tutto è
iniziato quando presi il suo posto nel gruppo, dottor
Richards. Come ben sa, possiedo tutti i ricordi del
Dottor Destino…le sue conoscenze così come il suo odio per voi. Anche se fui ospitato nel Four Freedoms Plaza, la mia programmazione
mentale esigeva che vi distruggessi. Così…così trafugai numerosi codici
d’accesso dai computer.
-Sapevo
che non dovevamo fidarci – gli disse Susan con voce più alta e più rabbiosa del
solito – ci siamo fidati di te in un momento critico, ti abbiamo dato
ospitalità anche quando ci disprezzavi…e nel frattempo cospiravi contro di noi !?
-Nessuno
è più dispiaciuto di me, mrs. Richards. Vede, da quando la mia ossessione di
essere il vero Victor Von Doom è stata curata, la mia mente è entrata in
conflitto con quella di Destino, che era stata inserita in me con la forza…come
piano di emergenza a causa della presunta morte del
mio sign…di Destino. La collaborazione con chi la mia programmazione diceva
essere dei nemici mi ha…confuso. A tal punto che non
riconoscevo le azioni decise da me e quelle decise
dalla mente di Destino…per questo non ebbi il coraggio di dirvelo.
-Questo
non ti ha impedito di entrare qui di soppiatto.
-Ho
ereditato anche il desiderio di potere di Destino. Per questo, una volta
scoperta la potenzialità del vostro tesseratto, ho ideato un piano per
impossessarmene…a fin di bene, così da riparare ai miei errori passati…ed agli
errori di Destino, che io ricordo come miei.
-Quale
potenzialità ?
-Dottor
Richards, nella ricerca di una dimensione tascabile da sfruttare per creare un
tesseratto…in modo da rendere la vostra base, le cui dimensioni
sono limitate, molto più spaziosa…avete usato mezzi scientifici, senza rilevare
vita senziente. Se aveste utilizzato la magia, avreste
sentito la presenza di una potente entità mistica, esiliata qui nell’alba dei
tempi.
-Mi risulta difficile crederci.
-Nelle
mie indagini in quella dimensione…di cui voi usate solo una minuscola parte…ho
scoperto non solo che non possedevo tutte le conoscenze mistiche del mio ex
padrone, ma che se avessi usato la scienza per impossessarmene…le due dimensioni
sarebbero entrate in contatto, annichilendosi all’istante !
-E
Destino non sa tutto questo ?
-Ne sono sicuro…le nostre menti sono potenzialmente le stesse.
Intende usare un insieme di scienza e magia per avere quel potere…
-…e questo ha gli stessi rischi della sola scienza. Tipico di Victor…avere troppa fiducia nelle sue capacità e non
considerare i rischi. Non mi rimane che sigillare per sempre il
Tesseratto, così da impedirgli di avere quel potere.
-Non è
pericoloso sigillarlo con noi dentro, Reed ?
-Chiudere
il tesseratto significa semplicemente riportare il Molo alle sue dimensioni
normali. Potremo recuperare in seguito l’apparecchiatura che rimarrà dall’altra
parte…adesso dobbiamo fermare Destino !
Reed si
allungò per tutto il corridoio, fino ad una porta blindata che aprì con un
codice segreto al resto del gruppo. Entrò quindi in una stanza piena di strani
generatori, e tirò le quattro leve di sicurezza.
Tutto il
Molo Quattro fu scosso da potenti vibrazioni, tanto forti da far crollare a terra
persino Reed e Kristoff, nonostante l’elasticità naturale del corpo del primo e
l’armatura del secondo.
Poi
aumentò anche la pressione, come se l’intero Molo fosse compresso fino ad
annullarsi…le leggi della fisica non ebbero il minimo senso per i secondi
successivi. Senza preavviso, i cinque all’interno del Molo
tornarono dolorosamente alla realtà, sentendosi come se il loro peso fosse
incredibilmente aumentato e poi annullato.
-Con che
accidente mi ha colpito Destino ? – si chiese la Cosa,
alzandosi in piedi con fatica.
-Non è
stato solo Destino – anche la Torcia si alzò, pochi metri più in là – il mondo è come impazzito per qualche secondo…
Susan si
riprese, e Reed l’aiutò ad alzarsi. Il laboratorio sembrava essere stato
colpito da un uragano, con strumenti e computer sparsi per terra. Kristoff
aveva collegato cavo del suo guanto ad un piccolo terminale della parete.
-Che è
successo, Reed ?
-Abbiamo
sperimentato una transizione spaziale non ondulatoria.
-In
parole povere ?
-Non
siamo più nel nostro universo – disse con tono quasi
indifferente Kristoff – siamo stati risucchiati nell’universo del tesseratto.
-Come è
possibile ? Il tesseratto non doveva chiudersi e basta ?
-Qualcosa
ha modificato l’allineamento molecolare della nostra base, e destabilizzato
il tesseratto.
-Non c’è
ombra di dubbio, dottor Richards. E’ stato Destino.
Il
Dottor Destino rideva. Davanti a lui non c’era altro che la banchina: il Molo
Quattro era completamente scomparso.
-Credevi
forse di ingannarmi, Kristoff Vernard ? Folle ! Sono
stato io a donarti la tua mente, le tue conoscenze !
Credevi forse che Victor Von Doom ti donasse tutto il suo sapere ? Alcune mie conoscenze erano state omesse dalla tua
programmazione, e sarebbero state aggiunte solo se dopo la mia morte fossero passati tre anni. Dovevi essere un folle, per
pensare che Destino lasciasse aperta anche solo la minima possibilità che una
sua creazione diventasse un vero pericolo ! Ed eri un
folle se speravi di nasconderti a me a lungo…è stato semplice, una volta
individuata la tua armatura, intuire quali sarebbero stati i tuoi piani… perché
essi sono stati pensati da una mente che è solo una
pallida imitazione della mia ! E’ stato semplice porre a mio vantaggio i tuoi
inutili intrighi ! Ma ora basta vantarsi, per quanto
gratificante possa essere…il potere assoluto mi
attende !
Continua…
Note
[1] Per sapere tutto sul ritorno di
Lyja, controllate Fantastici Quattro: Speciale GdM
[2] Qualsiasi somiglianza con le
scene di Villains #2 è puramente casuale…o no ?
[3] Destino ha liberato la madre
dall’inferno di Mefisto nella graphic novel Trionfo e Tormento, edita in Italia dalla Play Press
[4] Un forbito riassunto della
Rinascita degli Eroi e della distruzione del Four Freedoms Plaza
[5] Sempre in Fantastici Quattro:
Speciale GdM
FANTASTICI
QUATTRO #5
con la
collaborazione di Mickey e rossointoccabile
If you were a king
up there on your throne
would you be wise enough
to let me go ?
Dido, Hunter
-Vuol ripetere, prego ? – il tono di
voce di Stone dava decisamente l’idea di un uomo che
sta perdendo la pazienza.
-Avete ordine di
non intervenire, ripeto, non
intervenire.
-Prima mettete in allarme la mia
squadra con la massima emergenza, e poi mi dite che non abbiamo l’autorità per
intervenire ?
-Per prima cosa non ho deciso io
né di chiamarvi né di fermarvi, tenente Stone. Secondo, nemmeno Codice Blu è
autorizzato ad aprire il fuoco su un capo di stato straniero.
-Stiamo parlando del Dottor
Destino, non di Tony Blair ! Ed ha preso in ostaggio
il Molo Quattro !
-E’ comunque
l’ultima autorità politica riconosciuta a capo di Latveria.
Lo sguardo di Stone incrociò
quello di Sam “mamma” Majowski, che sembrava sottintendere un “lascia perdere”.
-Quali sono gli ordini ?
-Ordini dall’alto dicono di non
fare niente. Finora sembra che Destino sia interessato soltanto al molo, quindi
la cosa è nelle mani dei Fantastici Quattro.
Molo Quattro…più o meno.
-Che razza di sviluppo rivoltante ! Prima dobbiamo sorbirci i vaneggiamenti di Destino, poi
osa cercare di far male alla sempre amabile Cosa dagli occhi blu, ed alla fine
ci ritroviamo col mal di testa più grande della storia !!
-Quando hai finito di lamentarti, muso a mattoni, dobbiamo trovare
Reed e Sue.
La Torcia Umana premette un
minuscolo pulsante nascosto sopra il polso del costume. Reed aveva inserito una
complessa serie di circuiti, e la funzione attivata da Johnny Storm serviva ad
aprire un canale con gli altri membri del gruppo.
-Sue, Reed, mi sentite ?
In risposta nient’altro che scariche elettriche.
-Lascia perdere,
fiammiferino…guarda il panorama dalla
finestra. Mi sa che non siamo più in Kansas.
Più che dalla finestra, i due
guardavano attraverso il buco fatto dalla Cosa quando Destino lo aveva
scaraventato nel Molo.
Oltre il quartier generale del
gruppo non si vedeva il porto di New York, ma un enorme spazio bianco pieno di
strani punti neri in movimento, in cui si muovevano delle specie di lampi
multicolori.
-Reed deve avere azionato uno dei suoi aggeggi.
-Non credo,
Ben…conosci Reed, piuttosto che usare un apparecchio che abbia ripercussioni
fisiche così pesanti ricostruirebbe tutto da capo quaranta volte. Ma Destino non ha scrupoli del
genere…
-Quella canaglia di
latta…quell’aggeggio che hai al polso può dirti dove sono gli altri ?
-Non lo so, ma non ne ho bisogno. Se mi concentro abbastanza posso identificare i loro
tracciati termici.
-Allora mi rimane soltanto un
dubbio…
-Sarebbe ?
-“Muso a mattoni” !?
-Ehi, su un soggetto brutto come
te anche le battute sono quelle che sono…
Nel laboratorio Susan Richards era
impaziente. Reed stava controllando i suoi strumenti per capire che cosa fosse successo, e conosceva bene suo marito… quando si
concentra su un problema ci si immerge completamente, e la sua mente esclude
tutto il resto. E se c’è una cosa che Susan ha
imparato a non accettare è essere esclusa.
-Sei riuscito a scoprire qualcosa,
Reed ? Reed !?
-Niente che mi piaccia,
Susan – rispose Mr. Fantastic mentre tarava degli strumenti dall’altra parte
della stanza - il piano di Destino era relativamente semplice, e non riesco a
perdonarmi di essermelo fatto sfuggire…
Susan gli mise una mano sulla
spalla, mentre Reed faceva tornare le sue braccia a lunghezza normale.
-Sarai anche l’uomo più
intelligente del mondo Reed, ma sei sempre un essere umano…cosa che Destino non
è più da tempo.
-Devo
contraddirla, Mrs. Richards – la voce di Kristoff era identica a quella di Destino per via del distorsore
vocale, ed ora anche il tono. Era una sensazione strana ascoltarlo, sapendo che
non era il vero Victor Von Doom, ma solo un ragazzino con i suoi ricordi e le
sue conoscenze.
-Oh, dovevo immaginare che saresti
stato dalla parte del tuo padrone, Kristoff…
-Non mi riferivo a quello, Mrs.
Richards. Intendevo soltanto dire che la definizione di suo marito come l’uomo
più intelligente della terra è discutibile.
-E’ inutile che tu faccia il
superiore, Kristoff ! Ti avevamo accettato come membro
della squadra, e tu stavi cospirando !
-Nella mia permanenza nei
Fantastici Quattro non ho mai nascosto il mio proposito di salvare il mio ex
padrone. Ma a parte questo, Mrs. Richards, le assicuro
che qualsiasi “cospirazione” ai vostri danni non era voluta da me, ma dettata
dalla mia programmazione mentale.
-Mi pare una scusa bella e buona…
-Ora basta, Susan. Comprendo benissimo
il tuo astio per il giovane Kristoff, ma non ti sembra di esagerare ? Del resto, il fatto che sia qui per aiutarci implica
inevitabilmente un suo cambiamento.
-Non smetti mai di cercare del
buono nei tuoi nemici, vero ? Sarà
per questo che ti amo…
-Ehm…non vorrei disturbare le
vostre relazioni interpersonali, ma sarebbe il caso di ideare una strategia per
tornare nel nostro continuum originario.
-Hai un tempismo degno di quello di Destino, sai ? – Susan sorrise.
-Forse potresti essermi d’aiuto
mentre io e Kristoff lavoriamo ad una teoria per
tornare nella nostra dimensione, Susan… disattiva il rivelatore muonico nel
laboratorio al piano di sotto. Con tutta questa attività
dimensionale rischia di fondere, e non posso controllarlo a distanza con queste
interferenze.
-Grazie per avermi dato un compito
così importante, Reed…voi continuate a giocare con le dimensioni, io spengo il
tuo giocattolo e vado a cercare Johnny e Ben…
La Donna Invisibile uscì dalla
stanza con passo nervoso. Kristoff alzò per la prima volta gli occhi dai suoi
rivelatori.
-Forse dovrebbe raggiungere sua
moglie, dottor Richards…
-Non preoccuparti, le passerà. Sa
che non volevo sminuirla, e che i suoi poteri sono gli unici con una base
inter-dimensionale… potrebbe essere cruciale.
-Quello che non capisco – disse quasi distrattamente Reed Richards – è come possiamo trovarci in una dimensione separata da quella terrestre. Il tesseratto non e' una dimensione
tascabile, ma piuttosto una piega tetradimensionale dello spazio pentadimensionale, una sezione virtualmente infinita.
-Noto che rimane ancora ancorato
alle nozioni di fisica interdimensionale classica, dottor Richards.
-Lo credo bene, metà dei suoi
enunciati sono miei.
-Destino ha elaborato una teoria molto più adatta alla situazione attuale.
-Senza ovviamente informarne la
comunità scientifica…
-Ritiene che concetti simili siano troppo complicati per gli scienziati odierni…non senza
tutti i torti, sono certo che concorderà.
-Vieni al dunque, Kristoff.
-Mi scuso. Sto cercando di arginare gli impianti comportamentali, e non è semplice. Secondo questa teoria, tutte le dimensioni sono interconnesse e non è possibile crearne artificialmente
di nuove, perché il multiverso ha già una sua specifica dimensione che non può essere alterata, ma solo sfruttata.
-Non sono d’accordo. Il postulato di Hawking-Richards sostiene che…
-Una teoria alquanto discutibile. I fatti dimostrano che manipolare lo spazio-tempo porta a distorsioni a cascata sempre più entropiche.
-“Se i fatti non concordano con la teoria, cambiate i fatti”.
-Strano che lei citi Albert Einstein…quando Destino gli ha esposto la sua prima teoria n-dimensionale ha affermato “Dio dev’essere particolarmente idiota per inventare leggi fisiche
talmente strane”. Einstein è sempre stato un fine umorista, ma dato l’uso dei termini non vorrei che la vecchiaia avesse sminuito questa dote.
-Il Dottor Strange mi aveva informato dei viaggi nel passato di Destino per imparare la magia, ma non credevo avesse fatto lo stesso con la scienza…
-Quando si dispone di una macchina del tempo, le uniche limitazioni sono la propria immaginazione e la flessibilità delle leggi fisiche.
-In che tipo di dimensione ci troviamo ?
-Metafisica. Destino ha decifrato anni fa alcuni passi dei vangeli Lemuriani che parlano del C’ha Dac’mor, demone bandito dal Demogorgo nella notte dei tempi.
-Che ha che fare questo con la nostra situazione ?
-Destino è riuscito ad individuare un riflesso metafisico nei dati sul tesseratto che aveva…individuato, ed ha scoperto che entra in contatto con il nostro universo in tempi regolari, il primo
dei quali risaliva all’esilio del C’ha. Ha analizzato la dimensione con delle sonde ed ha scoperto che il suo potere è assimilabile dai suoi apparecchi, ed ora intende destabilizzare il periodo
di transizione.
-Ma non avevi detto che la sua teoria considera inalterabile l’ordine dimensionale ?
-Ricordala frase di Einstein ? Destino gli rispose “Allora forse è ora di far cambiare a Dio le sue leggi fisiche”.
Dopo aver portato a termine il
compito che le aveva affidato Reed, Susan Richards
andò a cercare il fratello e l’amico.
Reed era riuscito a soprassedere
facilmente alla rivelazione che Kristoff aveva tramato contro di loro, ma per
lei era più difficile. Kristoff aveva militato nei Fantastici Quattro per molto
tempo, e la diffidenza aveva presto lasciato spazio alla fiducia. Forse era la
somiglianza innata tra Destino stesso e Reed che li aveva portati a credere che
Kristoff potesse essere affidabile. O forse era la
mancanza di Reed, creduto morto all’epoca (da tutti tranne che da lei), che
aveva reso insostituibile Kristoff come scienziato del gruppo, nonostante la
buona volontà di Scott Lang.
-Hai visto, scimmione arancione
? – la voce era poco distante – ti avevo detto che sentivo qualcuno !
-Johnny ! Grazie al cielo stai
bene ! – gli corse incontro e lo abbracciò.
-Che è successo Suzie ? Che si è inventato Destino questa volta
?
-Pare abbia
sabotato in qualche modo il tesseratto.
-Avevo detto a Gommolo che non
mi fidavo di quell’affare…
-Andiamo Ben,
tu non ti fidi mai di nessuna macchina
costruita da Reed.
-Lo credo bene
! Se mi avesse dato ascolto anni fa ora non
sarei…
Si zittì da solo, creando il
gelo nella stanza. Quelle parole ricordavano a tutti troppi eventi spiacevoli
nella vita del gruppo. Ben si sorprese di non aver dimenticato la cosa come
credeva.
-C’è un’altra
cosa…c’è Kristoff nel laboratorio. Pare che…
Un minuto dopo, nel laboratorio.
-Dov’è !? Dov’è quella specie di
lattina ambulante !
-Grimm, noto che non hai ancora
padroneggiato l’arte della discrezione – il tono di Kristoff
era sarcastico quanto quello di Destino.
-Figlio di…ci
hai venduto a Destino ! Non posso credere che…
-Ora basta, Ben – gli disse con
tono fermo Reed, che si era allungato dall’altra parte della stanza e che gli
aveva messo una mano sulla spalle – Kristoff ha capito
il suo errore e sta lavorando per farci uscire di qui.
-Oh. Scusa, scricciolo.
-Kristoff, Grimm…mi chiamo
Kristoff Vernard. Non “lattina”, non “scricciolo”, né altri
appellativi minimizzanti. Ho già abbastanza problemi riguardo la mia identità.
Susan cercò di alleggerire la
tensione cambiando argomento:
-Avete scoperto qualcosa su
questa dimensione ?
-Sì, mrs. Richards. Come
immaginato da Destino, questa dimensione è pan-dimensionale, ossia esiste
contemporaneamente in tutte le dimensioni di questo piano. Per questo è stato
così facile sfruttarlo, anche se è più facilmente accessibile in certe date
ricorrenti…una delle quali è oggi stesso, pare.
-Il merito è esclusivamente di
Kristoff. Le equazioni usate per analizzare i riflussi particellari sono
talmente oltre le mie che dovrò ricalibrare tutti i nostri strumenti
dimensionali.
-Andiamo Reed…sono di sicuro equazioni di Destino, e tu l’hai sempre fregato.
-Non saprei, Johnny…sebbene io
dedichi tutto il mio tempo libero alla scienza, con gran rammarico di Susan e
Franklin… non dobbiamo dimenticare che Victor passa
tutto il suo tempo a progettare la conquista del mondo.
-Sì, è decisamente
un tipo poco socievole…
-Credo che numerose prove,
dottor Richards, confermino la superiorità delle conoscenze magico-scientifiche
di Destino rispetto a chiunque.
-Ricominci la parte del lacchè
di Destino, Kristoff ?
-Al contrario, Grimm.
Semplicemente constato la sua superiorità in campo
teorico, non necessariamente in campo pratico… sebbene le sue conoscenze in tal
campo siano ineccepibili, il sottovalutare voi ed il sopravvalutare se stesso è
sempre stato l’unico e solo motivo di sconfitta di Destino.
-Non mi sarei mai aspettato di
sentirti accettare una cosa del genere, Kristoff.
-Credo che la differenza
principale tra me e Destino sia che lui conosce le proprie debolezze, ma non le accetta. Si possono duplicare le conoscenze, i ricordi,
persino l’atteggiamento, ma non si può duplicare un’anima.
-Davvero un bel discorso,
Kristoff – disse una voce proveniente dai muri stessi – ma saresti
sorpreso dai metodi usati per duplicare la mia mente. Inoltre il mio
unico difetto è la generosità, che mi porta a non uccidervi all’istante.
-Destino ! Da dove sei sbucato
fuori, tiranno di latta !?
-Dalla vostra base. Dal suolo che calpestate, dalla stessa aria che respirate.
Dalla natura stessa della dimensione in cui ora vi trovate.
-Un ricalibratore di frequenza
risonante – dissero all’unisono Reed e Kristoff.
-Eccellente ! Il
mio maggior nemico ed il mio traditore, riuniti per sconfiggermi.
Scoprirete che niente può infrangere la mia volontà…non temo
niente e nessuno.
-Allora perché non vieni qui e combatti da uomo a uomo ? – gli urlò la Cosa.
-Tanto per cominciare,
microcefalico avversario, tu non sei un uomo. Secondo, presto ci affronteremo
di persona.
-Distrarci non servirà a niente,
Destino ! Cosa progetti ?
-E’ molto semplice, Susan. Per
evitare di distruggere il mondo evocando il C’ha
Dac’mor, prima gli lascerò annichilire la sua dimensione originaria, per
attirarlo qui ed assorbire tutto il suo potere.
-Tu sai del pericolo derivante
dal C’ha ? Non è possibile !
-Questo dimostra che sei tu
stesso a sottovalutare i tuoi avversari, Kristoff Vernard. Non sono forse
Destino, l’unico e il solo ? Non sono colui che ha sconfitto Mefisto, derubato l’Arcano, umiliato
Namor e Silver Surfer ?
-Sei anche quello che abbiamo
preso a calci nel sedere negli ultimi dieci anni !
-Calmati, Ben. Destino, ormai ti
conosciamo troppo bene per credere che ci uccideresti in un qualsiasi modo che
non preveda un confronto diretto.
-Sottolinei l’ovvio Richards, come sempre del resto. Certo che
sopravviverete. So benissimo che siete in grado di sconfiggere qualsiasi nemico
che non sia io, o non sareste i miei più acerrimi
nemici. So che farete il possibile per salvare la vostra base e le vostre vite,
per poi tornare indietro…anzi, in verità ci conto. Sconfiggere il C’ha Dac’mor è l’unico modo per restare in vita e salvare il
mondo, e non vi lascerete uccidere…la vostra volontà di vivere è seconda solo a
quella di Destino.
-Vieni al punto, una volta
tanto.
-Lascerò che siano i fatti e non
le parole a spiegarvi il mio piano. Il C’ha Dac’mor è
un’entità famelica, e voi siete l’unica energia assimilabile che ha a
disposizione da millenni a questa parte. E l’ho appena
risvegliato.
La voce di Destino non si fece più sentire, sostituita da
una sorta di ruggito primordiale proveniente dall’esterno. Il gruppo corse
verso la più vicina finestra che dava sull’esterno, mentre Kristoff li seguì
con passo lento ma deciso.
Davanti agli occhi dei quattro eroi si delineò
la silhoulette di una mostruosa creatura. La misteriosa entità magica stava
assumendo un aspetto concreto, comprensibile per poveri esseri umani, che
eventualmente incutesse loro timore. Ma i membri
fondatori dei Fantastici Quattro non si lasciano intimorire da un... semplice,
gigantesco dragone di energia nera.
- Per le corna di Galactus! Cosa diavolo...
*Dopo innumerevoli ere degli esseri viventi tornano al cospetto del C’ha Dac’mor ! E quali stupende energie portano nei loro
corpi !
- Cha Dacche !? Ma che razza di
nome è? Solo per questo meriti di essere cotto a
puntino! - lo canzona la Torcia Umana, librandosi in volo oltre il muro (che aveva
creato un varco per farlo passare, come da programmazione) e prendendo a
lanciare sfere di fuoco, che arrivano a destinazione
senza alcun effetto. Un'inquietante risata risuona per tutto il tesseratto.
- Come immaginavo, non siete neanche degni della mia attenzione!
Una fiammata di energia mistica rischiò di investire
fatalmente il trio, ma prontamente i riflessi di Susan innalzarono una solida
barriera invisibile.
- Ragazzi, non possiamo andare avanti così... siamo nella sua dimensione, lui
conosce le leggi fisiche di questo posto e noi no… il mio campo di forza era
stranamente debole. Dobbiamo fare qualche mossa decisiva - sussurra la donna.
- Qualcosa di decisivo, eh? - ripeté Ben Grimm, usando la sua forza erculea per
affondare le dita in una trave maestra della loro ultima base, solo per
strapparla dalla sua sede originaria e lanciarla con tutta la sua potenza verso
il mostruoso capo del drago. Ma cosa può un
agglomerato di molecole, per quanto solido e veloce, contro energia allo stato
puro?
Il blocco di cemento sembrò accecare il dragone, ma fu un falso allarme. Come era entrato in uno dei suoi occhi, così era fuoriuscito
da un suo orecchio.
- Time out! - invocava con amara ironia la Cosa.
-Non credo che i miei poteri elastici possano essere utili
contro un avversario del genere – disse Reed Richards
tornando alla sua postazione di lavoro – ma la mia mente sì. Tenetelo occupato.
- Come vuoi, cognatino. Passiamo alle maniere forti... - disse
tra sé Johnny, ascoltato da sua sorella, che subito intuì le sue intenzioni.
Il ragazzo spiccò il volo a tutta velocità verso il dragone, diventando sempre
più luminoso.
- Geronimo! - urlò nei pressi della testa del C’ha
Dac’mor, dove esplose in una delle fiamme nova più devastanti di tutta la sua
carriera di eroe.
Susan e Ben, abbagliati dalla luce liberata dall'esplosione, portarono le mani
sugli occhi e, quando smisero di vedere puntini luminosi, vennero
colti dallo sconforto. Johhny stava cadendo nel vuoto di quella dimensione, e
oltretutto l'entità magica era sempre incolume.
- Johnny! - gridarono all'unisono.
La Donna Invisibile creò istintivamente un cuscino invisibile, levitante, che accogliesse in maniera meno traumatica possibile la caduta
libera di John, dopodiché lo spostò verso di sé, in salvo. Risoluta, Susan
decise il da farsi. In fondo era l'unica, tra i Quattro, ad
avere un potere basato su energie inter-dimensionali... non poteva
essere motivo per una rivalsa contro quell'entità? Si concentrò, allora, verso
di essa, fino a farsi scoppiare le vene della testa.
Doveva assolutamente sintonizzarsi con la frequenza delle oscure energie del C’ha Dac’mor.
- Cosa fai, donna? I tuoi compagni hanno saggiamente desistito - diceva,
riferendosi a Ben Grimm che stava soccorrendo, in disparte, il suo migliore
amico - tu stai ancora elaborando un modo per sconfiggermi?
Improvvisamente il drago venne impercettibilmente
involto da un campo di forza della sua stessa forza.
- Come osi...?
Con le dita sulle tempie, Sue si sforzava di ridimensionare il campo in modo da
contenere la furia distruttrice dell'entità in uno spazio più ridotto
possibile, in modo da essere più vulnerabile e soggetto a qualsiasi genere di attacco.
Fu Kristoff, finora indifferente
alla battaglia, a sferrare il colpo di grazia, usando un ignoto ma potentissimo
raggio proveniente dai suoi guanti metallici. La sfera contenente l’entità
esplose in una nuvola nera, inerte.
-Abbiamo vinto
! – esclamò Johnny.
-Spero vi rendiate conto che
questa battaglia è stata un mero contrattempo per il C’ha – disse
Kristoff mentre leggeva dei dati su un minuscolo schermo sul guanto.
-Cosa vuoi
dire ?
-Una creatura non fisica
millenaria, proprietaria di un’intera dimensione tangenziale, non è così facile
da sconfiggere.
-Accidenti, adesso parla come Reed
con la voce di Destino !
-A volte ho l’impressione che
anche Destino parli come Reed, Johnny – notò la Donna
Invisibile – e non riesco mai ad allontanare un brivido quando ci penso.
-Almeno abbiamo guadagnato del
tempo, Suzie. Meno male che c’era il tuo campo di forza iperspaziale…
-In realtà, la definizione di
Nathaniel Richards del suo campo di forza quale proveniente dall’
“Iper-spazio” è quantomeno dubbia, mrs. Richards. L’iperspazio non è
così facilmente definibile, e dell’energia vibratoria pluridimensionale non si
comporta come i suoi campi di forza.
-Cosa ? Vuoi dire che Nathaniel
mentiva !?
-In questo caso, ha più che
altro sorvolato sulle differenze. Ma del resto il
padre di suo marito non è certo rinomato per la sua sincerità, come immagino convenga…
-Beh, ma se ha funzionato su quell’essere…
-In realtà Susan, sono stato io
a potenziare il tuo campo di forza.
-Reed ?
-Ho bombardato la zona con
vibrazioni quantistiche in sintonia col tuo campo, permettendogli di avere
effetto sull’essere.
-E tu sapevi di questa storia
che il mio campo di forza non è iperspaziale ?
-Lo sospettavo.
-Reed Richards
! Quando avevi intenzione di dirmelo !?
-Prevedo nubi
all’orizzonte, fiammiferino – sussurrò
la Cosa alla Torcia.
-Ti ho sentito, Ben !
-Incredibile – notò Kristoff –
il mondo potrebbe essere sull’orlo della distruzione,
e voi scherzate tranquillamente.
-E dovresti vedere il mio amico
Uomo Ragno !
-Per quanto non possa non
denotare un certo sollievo, non c’è tempo per le facezie. Il C’ha
Dac’mor si risveglierà entro dodici minuti e quarantasette secondi.
-Allora non abbiamo
tempo da perdere…dobbiamo ideare una strategia.
-Io ho un piano, Reed…torniamo
alla nostra dimensione e pestiamo Destino !
-Lo terrò in considerazione,
Ben…ma le barriere dimensionali sono talmente caotiche
che potremmo solo dare una mano a Destino.
-E’ una sorta di partita a
scacchi. Destino ci sta spingendo a fare mosse che lo aiutino.
-Mi ha dato un’idea, mrs.
Richards. Pedone al margine e arrocco.
-Hhmmm…potrebbe
funzionare…- Reed sembrava anche più pensieroso del solito.
-Possiamo sapere di cosa state parlando ?
-Negli scacchi, se un pedone
raggiunge l’altro lato della scacchiera può essere
sostituito con una pedina precedentemente eliminata…ricordo che Destino mi ha
sconfitto con una mossa del genere, all’università. L’arrocco è invece la mossa
con cui si scambiano di posto il re ed una delle torri, quando in una certa
posizione.
-E questo cosa
ha a che fare con noi ?
-Destino ha bisogno del C’ha Dac’mor nella nostra dimensione, per ottenere il suo
potere. Ma prima, bisogna distruggere questa
dimensione, o distruggerà il mondo.
-Vieni al punto, Kristoff…
-Dobbiamo analizzare la
situazione da un punto di vista esclusivamente scientifico. Non abbiamo niente contro
la distruzione di questa dimensione, ma non vogliamo che Destino ne rubi il
potere. Vogliamo tornare alla nostra dimensione, ma non possiamo farlo fino a
quando questa non sarà distrutta. Sorprendentemente, c’è un modo per trarre
vantaggio da questa empasse.
-Sarebbe ?
-Pedone al margine – disse Reed
sorridendo - Sostituire uno di noi al C’ha,
distruggere la dimensione ma salvando noi e la base. Ed
arrocco…scambiare la nostra posizione, tornando alla nostra dimensione natia e
sconfiggendo Destino.
-Bel piano Reed, ma mi spieghi
come facciamo a sostituirci a quella cosa ?
-La mia armatura incorpora un
accumulatore di energia cosmica.
Lo sguardo rivolto da tutti a
Kristoff, finora di complicità, era diventato di sfiducia malcelata.
-Intendi il convertitore
d’energia usata da Destino per assorbire il potere di Silver Surfer ?
-Di più…la sua evoluzione. Quasi una replica perfetta dei meccanismi usati per assorbire il
potere dell’Arcano, usando tecnologie aliene trovate sul Pianeta di Battaglia.
Il primo a rompere il silenzio,
abbastanza prevedibilmente, fu la Cosa.
-Non mi fido. E se fosse tutto
un piano di Destino ? E’ abbastanza contorto da
manipolare Kristoff per aiutarci ed assorbire il potere…
-E’ una possibilità, Ben. La
tecnologia a sua disposizione può questo e altro.
-Dottor Richards…e tutti voi…capisco perfettamente i vostri sospetti. Neanche io sono più
sicuro di cosa sono, di quale mente sta pensando. Ma sono sicuro di una cosa…il
principio di esclusione dice che due particelle non
possono occupare lo stesso luogo. E neanche due anime.
Fidatevi di me.
I membri fondatori del gruppo si
scambiarono una serie di occhiate in cui si poteva
leggere tutta la storia del gruppo.
-D’accordo, Kristoff. Che
dobbiamo fare ?
La nuvola nera riprese l’aspetto
precedente, sotto una forma ancora più imponente se possibile. La Torcia lo
distrasse con i suoi doppi di fiamma, mentre la Donna Invisibile cercava di
ferirlo con il suo campo di forza, modellato come una serie di pugnali
invisibili, mentre allo stesso tempo creava un terreno per la Cosa, in modo che
potesse attaccare l’entità.
Nel frattempo, Mister Fantastic
stava posizionando una serie di strumenti attorno al
C’ha Dac’mor, per nulla disturbato dalla strana gravità del posto. Kristoff
stava in disparte, regolando l’accumulatore per entrare in sintonia con le
energie metafisiche.
-Sono pronto, dottor Richards. Accenda i ripetitori e faccia
allontanare la sua famiglia.
-Ripetitori accesi. Ricorda di
impostare un ciclo di ripresa o…
-Le ho detto che sono pronto,
dottor Richards.
-Va bene, Kristoff. Buona
fortuna.
-La fortuna è
per gli esseri infer…scusi. Le vecchie abitudini sono dure a morire.
Grazie, Richards.
-Susan ! Johnny ! Ben !
Allontanatevi, presto !
-Che succede ?
Avete capito che la fuga è il solo modo che avete per sopravvivere ?
-No. Hanno capito che sono l’unico che può fare qualcosa –
Kristoff era davanti alle fauci del drago adesso, mentre un lieve ronzio
segnalava il funzionamento dei suoi strumenti.
-L’unica cosa che puoi fare…è
morire ! – il drago inghiottì Kristoff, e subito dopo i ripetitori spararono
verso di esso dei raggi multicolori. La creatura si
agitò senza capire che stesse succedendo, non abituata alla scienza.
Dal suo interno scaturì una
fortissima luce gialla, che fece a pezzi l’energia nera del drago, riducendolo
a brandelli. L’armatura di Kristoff emanava quantità enormi di
energia, e presto accadde il contrario: i brandelli neri si condensarono
nel suo corpo.
Ci fu una esplosione
silenziosa, e fu tutto finito nel giro di un minuto soltanto. Kristoff ora
fluttuava nel nulla, le braccia incrociate, l’armatura circondata da un’aura
luminosa attorno alla quale ruotavano milioni di puntini neri.
-Dilettante.
Si avvicinò al gruppo, sulla soglia del Molo Quattro.
-Tutto a posto, Kristoff ? Ha funzionato ?
-L’effetto Kirbenstein attorno
al mio corpo è abbastanza eloquente, credo.
-E adesso ?
Destino lo sa già ?
-Non credo. Ma lo farà presto, senza ombra di dubbio. Meglio sbrigarsi…
Indicò il Molo Quattro, ormai
molto danneggiato, ed una sfera nerastra lo avvolse. Fece lo stesso con il
gruppo, e tutti sentirono lo stesso effetto di quando erano entrati in quella
dimensione. Quando aprirono gli occhi, erano davanti
al Molo Quattro, ma stavolta a New York. La cupola di energia
creata da Destino era ormai scomparsa.
-No ! No ! Il mio piano era
perfetto, come avete fatto a ritornare ?
-Adesso ci penso io a te, razza
di…
-No, Grimm. Non è necessario –
Kristoff gli mise una mano davanti per fermarlo, e
fluttuò fino ad arrivare a Destino.
-Perché, mio signore ? Non l’ho mai capito. Perché trasformarmi a vostra
immagine e somiglianza, e poi dimenticarmi ?
-Nessuno è come me ! Nessuno è come Destino ! – lanciò
una serie di raggi energetici contro Kristoff, senza il minimo effetto.
-Forse…forse non ti fidavi di
nessuno che non fosse te. Forse non sei stato
abbastanza saggio da fidarti di me, ed hai preferito sfruttarmi.
-Io non mi fido di nessuno ! Io sono Destino !
-Non credo proprio.
Ad un minimo gesto di Kristoff,
Destino esplose. Se la sua potenza non fosse stata
contenuta da Kristoff stesso, avrebbe raso al suolo l’intera città.
-Per zia Petunia ! Ha ammazzato Destino !
-Alquanto difficile, Grimm.
Questo non è Destino, ma un suo infimo servo…un robot, un Doombot se preferite.
-Quindi…non abbiamo combattuto
contro Destino neanche stavolta ?
-Tutt’altro, Johnny. I suoi
robot non hanno certo poteri magici…deve avere effettuato
lo scambio quando ha capito che non poteva vincere.
-E adesso, Kristoff ? Che hai intenzione di fare ?
-Purtroppo, Richards, non ha
importanza. Le energie del C’ha Dac’mor erano troppo
instabili per il demone stesso. Io non ho esperienza di queste energie arcane,
e stanno divorando la mia essenza.
-Non puoi liberartene ?
-Temo sinceramente di no. Se le
rilasciassi, rischierei di distruggere l’intera
dimensione.
-Possiamo portarti in un’altra
dimensione e liberarle…
-Non c’è tempo. Mi restano meno
di due minuti di vita, dottor Richards.
-Reed ! Non puoi fare qualcosa ?
-Ho ancora meno esperienza di lui
con le energie magiche. Forse il dottor Strange…ma non c’è tempo, vero ?
-No. Morirò inevitabilmente. Ma prima
di andarmene per sempre, dottor Richards…vorrei sdebitarmi con voi.
-Non ce n’è
bisogno, Kristoff…sei stato un ottimo alleato.
-Ed un amico, nel momento del bisogno.
-Vi ringrazio, dottor…Reed,
Susan. Grazie.
-Kristoff, non posso credere
che…
-Dai
nanerottolo…tira fuori uno dei tuoi
congegni assurdi e…
-Johnny…Ben…grazie anche a voi.
Destino non lo da a vedere, ma stima anche voi…a modo
suo. Mi resta pochissimo tempo…solo il tempo di riparare la base e…madre !
Il corpo di Kristoff implose
silenziosamente. Susan pianse sulla spalla di Reed, mentre gli altri non
avevano parole.
-Credo…che sia ora di tornare a
casa.
-Finisce tutto così ? Kristoff ci salva e si sacrifica al nostro posto, e non
la facciamo neanche pagare a Destino ?
-Sai che non possiamo farlo,
Ben. Inoltre…forse anche Destino lo sta piangendo.
-Destino ? Non gli è mai
importato niente di quel ragazzo !
-Ehm, ragazzi…mi dispiace interrompervi
ma…il Molo Quattro è ancora mezzo distrutto. Cosa avrà voluto dire con
“riparare la base” ?
Latveria, in un luogo
inaccessibile ai più. Un uomo siede davanti a uno
schermo, pensieroso. Il luogo ha il freddo del clima controllato
artificialmente, e l’armatura non ha guasti ai sistemi interni…eppure è un
altro il freddo avvertito da Victor Von Doom. Forse il freddo della sconfitta ? Ridicolo…lui non ha mai perso, nemmeno oggi. E’ stata
solo…una variazione dei suoi piani dovuta a
un’interferenza incontrollabile. Non ha perso. Non ha perso. Non ha perso.
Destino non può perdere.
Kristoff non è più registrato
dai suoi sensori…ancora attivi nel Doombot davanti al Molo
Quattro, utili per piani futuri.
Che sia scampato alla morte ? Probabile. Ha la mente di Destino, quindi non può
perdere…se non contro Destino stesso.
Non ha perso. Non ha perso.
Allora perché riscopre un’emozione che credeva ormai scomparsa da tempo nel suo animo… il rammarico ? Rammarico per non
essere riuscito ad allevare Kristoff come il figlio che voleva diventasse, a
dare al mondo un valido erede…solo perché i suoi Doombot avevano attivato
prematuramente un suo piano ?
No, non era
rammarico…era odio. Odio verso Richards e la sua
famiglia, che avevano traviato il suo allievo. Odio verso Kristoff,
incapace di diventare contro Destino. Tuttavia…se Kristoff fosse
veramente morto…a Destino mancherà. E si
vendicherà su Richards per la sua perdita. Perdita ? No, non ha perso. Non ha
perso. Destino non può perdere.
Un luogo casuale, sulla superficie
terrestre. Sorprendentemente, il piano improvvisato ha funzionato. Le energie
erano perse, rilasciate in un’implosione
incontrollabile…ma il sistema di teletrasporto interno aveva funzionato
all’ultimo momento.
-Ha
funzionato…sono libero.
La voce non era la sua. Era una
voce che doveva lasciare al passato. Spense il distorsore vocale e sentì di
nuovo la sua voce.
-Ora sono libero. Per la prima
volta da molto tempo…mi sento nuovamente Kristoff Vernard.
New York. I newyorchesi guardano
nuovamente verso l’alto. Tra di loro, quattro
cittadini molto speciali.
-Non è
fantastico, Reed ? – disse con gioia la Donna Invisibile abbracciando il
marito.
-Ancora non capisco come abbia
fatto…ma non posso dire di non esserne felice.
-Andiamo
Reed…interessa soltanto a te.
-Finalmente siamo tornati a
casa…l’altra era soltanto una base, un posto dove stare.
-Peccato, le ragazze adoravano
quel posto.
-Reed, e Kristoff ? Pensi davvero che sia morto ?
-Chissà ? Forse alla fine ha
vinto lui la partita, in qualsiasi modo l’abbia finita.
-Pensate che sia un buon segno,
questo ritorno ? Insomma, siamo a New York e sapete
cosa è successo con i grattacieli…
-Forse la prenderanno male.
Forse il suo significato cambierà…ma è ancora un
simbolo di speranza.
-Non so,
quella cosa in cima non mi ha mai convinto…troppo pacchiana.
-Può darsi. Ma
del resto…abbiamo visto cose più strane.
-Beh, non so voi ma io vado al
Molo a fare le valigie…
-Franklin dovrebbe tornare tra
poco. Credo che gli piacerà la sorpresa.
Poco lontano. Essere tassisti a
New York è una professione temporanea, e pochi possono vantare una carriera
come quella dell’uomo che aveva appena parcheggiato il
suo taxi poco distante. Ricordava ancora il giorno in cui aveva portato nel suo
taxi la Ragazza Invisibile, quando il gruppo era appena nato…e ricordava
l’apprezzamento per i Thunderbolts quando avevano quasi preso il posto dei
Fantastici Quattro. Poi le cose erano diventate più grigie…tre
grattacieli simboli di New York erano stati mutilati, le Torri Gemelle
addirittura rase al suole. Ma ora, sotto il
torreggiante Four Freedoms Plaza, tornato finalmente al suo splendore
originario, il suo futuro sembrava meno cupo…
Fine
Note dell’autore
Due numeri
particolarmente intensi, per un cambiamento importante nella vita del gruppo. Il Four Freedoms Plaza, seconda base dei Fantastici
Quattro dopo il Baxter Building, è finalmente tornato, facendo abbandonare il
Molo Quattro, base decisamente non all’altezza del
gruppo.
Aspettatevi di rivedere Kristoff
nella serie Fantastic Force di Mickey, in dirittura d’arrivo, ed il Dottor
Destino apparirà in Gambit di Tobia (e se volete rivedere l’origine di questo
mostro sacro dei criminali, non perdete Ultimate Doom…pubblicità obbligatoria
!).
Per l’angolo “diamo a Cesare
quel che è di Cesare”, la relazione tra il principio di esclusione
e le anime è preso da una delle puntate migliori del telefilm Quantum Leap. Ed
infine, le due mosse degli scacchi esistono veramente, anche se non sapendo il
nome della mossa del pedone ne ho inventato uno…magari
si chiama così in latveriano !
Dopo questi ultimi due numeri
con uno scrittore provvisorio, dal prossimo aspettatevi Marco Rizzo, pronto a
portare ad una svolta il primo e più prestigioso
supergruppo della Marvel.
Excelsior !
FANTASTICI
QUATTRO
di Marco Rizzo
numero sei:
IMPERIUS REX - 1 (di 3)
Buio. Nessun
sottofondo nella notte del Four Freedom Plaza. Nella stanza da letto di
Susan e Reed Richards non si sente neppure il ronzare dei numerosi sistemi di
sicurezza, piccoli macchinari che garantiscono la salvaguardia
di uno dei palazzi più importanti e minacciati del pianeta. Infinte reti di
microchip che sorvegliano e difendono gli abitanti del palazzo meglio di
qualsiasi occhio, meglio di qualsiasi spada.
Susan Richards è abituata da anni
a non sentire la presenza del marito accanto a lei, nella notte. Né le lenzuola
delicate, né la sicurezza del palazzo, la riscaldano come potrebbe fare un
marito quando la propria moglie sta sognando di
qualcosa di così terribile da non essere neppure definita nella già eterea
realtà del sogno.
Improvvisamente riesce a trovare
la forza di svegliarsi, con compostezza e sangue freddo, sentendo una forte
presenza vicino a lei.
-Reed?
-No.
Susan trasale. Una voce
conosciuta, ma che non si aspettava di sentire lì, in quel momento, e in quella
stanza.
-Namor???
È ancora buio nella stanza.
Lentamente Susan accende la lampada sul comodino, e
improvvisamente, una luce si diffonde per la stanza, abbagliando
l’intruso, che indietreggiando porta le mani sul viso, a coprirsi gli occhi.
Susan conosce
bene il Principe dei Mari, lo conosce davvero bene. Il suo cuore è fiero
e duro, ma caldo e colmo d’amore allo stesso tempo. Guardando Namor, Susan si
chiede sempre quanto sia sottile il confine tra amore,
passione e stima.
Ma c’è qualcosa di diverso in lui. Qualcosa
che lo fa sembrare più…stanco. Come se il mare, il suo regno, si fosse
catapultato sulla sua schiena piegandolo e invecchiandolo.
Non veste di panni regali, ma di
stracci bagnati.
La sua pelle non è liscia come
quella dei delfini, ma graffiata e rovinata.
Il suo sguardo non è orgoglioso e
potente, ma spento.
-Sono Namor McKenzie, Susan.
-Tu sei.…
Poche persone riescono ad essere inopportune come Ben Grimm.
Riesce a distrarsi dal divorare il
proprio mega-sandwich solo in situazioni come questa…la porta della camera da
letto di Sue e Reed è spalancata, vi è una grossa pozza d’acqua a terra e
l’ombra di una figura troppo robusta per essere Reed sulla parete del
corridoio. Gli basta un attimo per catapultarsi nella stanza, fondarsi
sull’intruso e spingerlo a muro. Gli serve un po’ più di tempo per realizzare che sta comodamente tenendo contro il muro quel
Namor la cui forza è sicuramente opponibile alla sua.
-Subby???
Cosa diavolo ci fai qui????????
Sbalordito, lo lascia andare, e
cadere.
La forte botta sul muro ha
sicuramente allertato i sensori più di quanto non abbia fatto la presenza di
Namor, tanto da distogliere Reed Richards, quasi sicuramente il più
intelligente uomo sulla Terra, dai propri calcoli. Un collo, poi un petto, poi
un busto si allungano fino a raggiungere in poco tempo
la stanza da letto, dove Namor tenta a fatica di rialzarsi e Susan indossa una
vestaglia blu con un grosso 4 sulla schiena.
-Ehi Gommolo, credo proprio che il
nostro pesce innamorato non si sia fatto scrupoli
stavolta…
-Namor? Che
ci fai tu qui? Come sei riuscito ad entrare nonostante…
-Reed… Stava giusto per
spiegarmelo prima che Ben ci interrompesse.
-Io sono Namor McKenzie, ma…
-E’ svenuto! Reed, Ben, portatelo
in infermeria presto!
Macchinari fantascientifici.
Strumenti che eliminerebbero qualsiasi malattia da qualunque villaggio africano
in meno di un mese. Per i Fantastici Quattro la prassi
è un check up che da una enorme quantità di dati sullo stato del paziente.
-Sembra che le particelle d’acqua
salmastra abbiano completamente abbandonato l’epidermide di Namor e i pori dove
immagazzina le molecole che gli consentono di vivere fuori
dal suo habitat. Il suo sostentamento principale è stato assorbito
dall’organismo in molto meno tempo di quanto siamo
abituati a vedere.
-Prima che lo chieda
Ben, si è disidratato, insomma?
-Torcia, avevo capito stavolta!
-Precisamente, Johnny. Ed è decisamente bizzarro. Non ho mai visto Namor perdere i sensi
a causa della disidratazione così velocemente, è come se fosse più assuefatto
del solito al suo elemento naturale.
-Reed, mentre tu cambi l’acqua al
pesce, io vado a controllare se lo scricciolo continua a dormire, con tutto sto
trambusto…
-Ah, si, Ben, vengo con te.
Mentre la Donna Invisibile e la Cosa lasciano la stanza, il grosso tubo in cui Namor era
stato inserito si sigilla e riempie d’acqua.
-Bene, dovrebbe riprendersi tra
qualche minuto.
-Reed, giusto il tempo di un
caffè, non trovi?
-Un caffè? Per la verità dovrei
controllare che i macchinari…
-Cognato caro, da
quanto tempo sei sveglio?
-Precisamente? Beh, credo 31 ore e
25 minuti circa…stavo studiando un duplicatore
biochimico amplificato a doppia banda…
-Si, sì, Reed, credo proprio sia
il momento per un caffè…
INTERLUDIO
La Spirale.
Nicole Zeitgest osservava
l’inimitabile spettacolo della Spirale dei Tempi e Luoghi da uno dei
giganteschi oblò dello Scarab, il vascello transdimensionale che pattuglia il continuum da 12 miliardi di anni.
-Nicole?
-Professore.
L’esile figura si materializzò
poco distante dall’eroina.
-Brutte notizie. Il C’ha Dac’mor [i][1] è scomparso dal suo piano dimensionale, e
non riusciamo a trovarne traccia.
-Cosa? Come può essere successo? E
come abbiamo potuto lasciare che accadesse senza accorgercene???
-Nicole, ti ricordo che il
teletrasporto quantistico non è più abilitato dal nostro ultimo scontro con il
Galactus di Terra 643, e che fino a poche ore fa eravamo
impegnati su Terra 542 per la ribellione di…
-Si si, hai ragione, ho capito…ma
se il C’ha Dac’mor è libero ciò vuol dire che…
-Si, Nicole. Gli spettri sono
liberi.
FINE INTERLUDIO
-Guardalo Ben. È un angelo.
-Siete proprio fortunati ad avere
un figlio così…ed io sonno proprio fortunato a far parte di questa famiglia.
-Nessun rimpianto, Mr Grimm?
-Beh, no, se
escludiamo quel megasandwich…
-Credo che adesso Namor si sia
svegliato. Andiamo.
Ben e Sue erano entrati nella stanza,
ma Namor non s’era mosso d’un millimetro.
-È sicuramente più simpatico in
queste condizioni…
-Ben!
-Sue, hai capito cosa voglio dire!
Magari se l’è presa per come lo sbattuto a muro poco fa…Ora che ci penso, dov’è
Gommolo? Non vorrei che si stia riposando, potrebbe andarne della sua salute!
-Magari Johnny è riuscito a
convincerlo a rilassarsi un po’…è stato così coinvolto nel lavoro ultimamente
che non dorme da giorni…
-Oh, allora no
posso perdermi lo spettacolo…certamente Johnny avrà preparato uno dei suoi
schifosissimi caffè…
-Vai pure Ben. Resto io qua con
Namor, e vi avverto se si sveglia.
Ben aveva lasciato da poco la
stanza, lasciando Susan assorta nelle tante preoccupazioni, quando…
-Sue.
-Namor! Ti stai
riprendendo, vedo.
-Si, Susan, ma non c’è tempo da
perdere. Dobbiamo andare immediatamente.
-Andare? Di che cosa stai
parlando?
Improvvisamente, un vortice
violetto si apre alle spalle di Susan. Una sorta di voragine
che non attrae nulla ma che, fissandola, sembra portare dritta all’inferno.
Il Principe di Atlantide si libera dal tubo che lo ha
rifocillato, e si getta in volo su Susan, distratta dal movimento ipnotico del
vuoto nella voragine.
-Ehi sorellina, sono venuto a
farti compagnia mentre fai da baby-sitter a… Accidenti! Cosa diavolo è quello???? Reed! Ben!
Istintivamente la Torcia Umana si infiamma, e si dirige verso il buco, che va
richiudendosi… giusto il tempo di sbirciare e vedere scomparire nel nulla la
sorella e Namor, per poi fondarsi a sua volta verso l’ignoto. È questo
l’istinto dei Fantastici Quattro.
-Johnny, cosa sta succedendo?
-Non c’è nessuno qui, genio
estendibile!
-Si Ben, non c’è neppure il nostro
regale paziente…
-Li ha rapiti!!!!!!!!!!!!
Per tutti i diavoli ha rapito Suzie e il ragazzino!
-Calma Ben…sento un pizzicore che
forse tu non puoi avvertire…un pizzicore tipico dei residui di portali
transdimensionali…
-Un pizzicore? Un portale?
Potresti illuminarmi, risparmiandomi i tecnicismi?
-Ogni volta che un condotto
transdimensionale di tipo rudimentale viene chiuso
rilascia degli cariche elettriche percepibili dalla pelle. A
quanto pare è stato aperto un portale poco fa, e non dovrebbe essere
difficile ripercorrere la traccia.
Al lavoro, Ben. Devo riprendermi
mia moglie.
INTERLUDIO
Nei pressi di Garissa, Kenia.
Dove non vi sono ne capanne, ne palazzine fatiscenti, ne foreste, ne
montagne, ne deserto, in Kenia vi sono i segreti. Come una struttura
sotterranea la cui tecnologia è al pari di quella americana.
-Generale, buon giorno. Siamo molto
felici di averla qui con noi. Siamo certi che si troverà perfettamente a suo agio nel nostro nuovo plesso.
-Bando ai convenevoli, sig.
Graham. Avete i protocolli Richards?
-Si signore, sono giunti
esattamente due giorni fa…
-Ho chiesto solo
se ne siete in possesso.
-Sissignore, sono nel suo ufficio,
signore.
-Bene. Avete letto i protocolli,
sig. Graham?
-Nossignore…ehm. Beh, un attimo
signore. Ho semplicemente dato un’occhiata, per
assicurarmi che non ci fossero stati errori a Città del Capo.
-Hai sbagliato Graham. Hai figli?
-Come signore?
-Hai figli, John?
-S-si, signore, un maschio e una femmina. Vivono in America con
la madre. Non li vedo d-da 18 mesi, signore.
-Bene. Non sarà un problema per
loro, dunque. Addio Graham.
-S-signore?
FINE INTERLUDIO
Un'altra Terra
L’istinto ha salvato spesso Susan
Storm Richards. Ritrovatasi catapultata attraverso un condotto
trans-dimensionale, ha automaticamente creato una bolla con il suo campo di
forza, a proteggerla da eventuali urti o attacchi. Mai sarebbe stata più utile.
Susan si trova in fondo al mare, con Sub Mariner di fronte a lei, scagliato
qualche metro più in là dal teletrasporto, e circondata d’acqua e da soldati
atlantidei.
-Namor, ma cosa… è Atlantide
questa?
Namor non risponde: non gli viene dato il tempo, visto che subito dopo un’altra figura
emerge dal portale, in procinto di chiudersi. La Torcia Umana si trova
materializzata sott’acqua, generando confusione e bollicine piccole e grandi,
surriscaldando l’acqua intorno a sé e, in stato confusionale, viene raccolto da Susan dentro la bolla del campo di
forza.
-Questo è un imprevisto. Non
pensavo che tuo fratello ci avrebbe seguiti. Non
importa, non potrebbe sopravvivere fuori dalla tua
bolla. Tanto meno può continuare a restarvi, specie se ha intenzione di
bruciare tutto l’ossigeno continuando a stare in fiamme.
Johnny Storm si spegne e si
avvicina alla sorella.
-Susan? Susan??
-Johnny. O
mio Dio. Guarda Johnny. Non siamo ad Atlantide. Siamo a New York.
Tra tanti altri, sommersi
dall’acqua e ricoperti da alghe, un famoso palazzo con un 4 in cima si erige
davanti a loro, circondato da pesci come se fossero stormi d’uccelli e il blu
dell’acqua fosse l’azzurro del cielo.
CONTINUA…
[1] Il C’ha Dac’mor è un demone
invocato da Destino nei due numeri precedenti, successivamente sconfitto dai F4
con l’aiuto di Kristoff.
FANTASTICI
QUATTRO
di Marco Rizzo
numero sette:
IMPERIUS REX – 2 (di 3)
Fa un
certo effetto vedere i delfini uscire dalle finestre dei grattacieli di Manhattan
e le anemoni crescere sull’asfalto. Susan e Johnny
Storm, eppure, hanno visto di tutto, e hanno già visto Atlantide, ma il trovare
la capitale del regno sottomarino dislocata sul suolo della loro New York è
davvero sconvolgente. Il fatto di essere stata praticamente
sequestrata da Namor, principe di Atlantide e suo amico, rende Sue ancora più
nervosa.
Muovendosi
all’interno di ciò che un tempo doveva essere un rifugio atomico, uno dei pochi
alloggi non invasi dall’acqua, raggiunge il fratello e vi si siede accanto.
-Dobbiamo
essere loro grati di averci trovato un appartamento asciutto…
-Johnny,
per ora cerchiamo di mantenere la calma. Ho appena parlato con Namor. Ha
bisogno del mio aiuto.
-Cooosa?
Un modo gentile di chiedere aiuto….invadere la nostra casa, fingersi mezzo
morto per poi rapirti e catapultarti in un New York
che sembra essere uscita da “La Sirenetta”!!!
-Per
quello che può bastare, si è scusato per i modi bruschi.
-E perché aveva
bisogno solo di te? Non poteva chiedere aiuto a tutto il gruppo?
-Johhny,
lascia che ti spieghi. Mi sembra ovvio che il Namor che ci ha portati qui non è il nostro Namor.
-Fin
qui c’ero anch’io…
-Questa
è una terra parallela, dove l’elemento di differenza più notevole è la
catastrofe scatenata da Destino, che fece innalzare il livello del mare
allagando totalmente città come New York e quasi tutte
le città portuali del mondo…questo disastro fu
permesso dall’assenza di Reed Richards. Reed fu ucciso in circostanze
misteriose tre anni prima della catastrofe, e io fui accolta da Namor…e lo
sposai…
-Eh?????????????????????????
-I
Fantastici Quattro erano guidati da te,
e composti da Ant Man, She Hulk e l’Uomo Ragno.
-Mamma
mia...non ho parole…ci credo che è finita come è
finita…quindi Destino ha vinto?
-No. Atlantide
mosse guerra contro Destino, e con il sacrificio dei pochi eroi rimasti,
compresi noi due, vinse. Namor ottenne un regno più vasto e la stima da parte
delle altre nazioni del mondo, ma perse la propria regina.
-Ti
rendi conto della naturalezza con la quale racconti tutta ‘sta storia?
-Non
credere che non fossi sconvolta, quando Namor poco fa
mi ha raccontato tutto. E ti ho evitato i particolari
della mia vita da regina…
-Aspetta
che Reed lo sappia…
Four Freedom Plaza. La nostra Terra.
-Spiegami
perché devo indossare questa ingombrante tuta da
palombaro del futuro…
-Mi
sembra ovvio, Ben. E’ altamente probabile che Namor
abbia trasportato Sue e Johnny direttamente ad Atlantide, dobbiamo quindi
prevenire l’eventuale possibilità di trovarci sotto l’Oceano.
Ben
Grimm indossa l’equipaggiamento, sbuffando e lanciando un’occhiata a Reed, che
continua ad armeggiare con gli strumenti per il teletrasporto.
-Sei
geloso, Gommolo?
-Che domanda è
questa, Ben?
-Beh,
non si tratta del nostro Namor, per il quale hai rispetto e sei ricambiato, ma
da quello che dici potrebbe trattarsi del Subby di un’altra dimensione…
-E con questo? Sono
certo della fedeltà di mia moglie, in qualsiasi tempo e in qualsiasi piano
dimensionale…
-Beh,
lo dici tu…io sono geloso…
INTERLUDIO
Kenia.
-Generale?
Ho Annan in linea, signore.
-Passamelo.
-Generale
Beaumont, sono Kofi Annan. Come sta? Non ci vediamo dal ’93…
-So chi
è signore. Bando ai convenevoli. Telefona per i protocolli Richards, vero?
-Si. Ho
saputo che sono giunti in mano sua. Volevo solo farle presente che non avrà l’appoggio dell’ONU per quello che ha in mente.
-Non ne
dubitavo, signore. E non ne ho bisogno. Si tenga
stretta la sua poltrona e mi saluti il Presidente
americano.
-Non
mancherò. Stia certo, però, che si farà molti nemici.
Lo SHIELD…
-…Non è
un problema. E miei nemici sono affar mio. La saluto.
-Sarah.
Rifiuta le eventuali future chiamate del Signor Segretario Generale e prendi
nota per la manutenzione della linea protetta.
-Sissignore.
Buona giornata signore.
-Lo
sarà di certo, Sarah. Lo sarà di certo…
FINE INTERLUDIO
Nuova Atlantide
-La
regina di Atlantide…non riesco a togliermelo dalla
testa…
-Johnny,
il mio alter ego di questa Terra ha significato molto per gli Atlantidei. Namor
ha esaltato le mie qualità e la mia forza d’animo, mi ha davvero lusingata e mi ha fatto capire perché la sua disperazione
per la mancanza della propria regina si sia riflettuta anche sul suo popolo…
-Dove vuoi
arrivare, sorellina?
-Il
motivo per cui mi ha portato qui mi sembra chiaro…
Johnny
Storm spalanca gli occhi, prevedendo quanto sta per dire la sorella.
-Mi ha
chiesto di restare, Johnny. Vuole una mano per aiutare il suo popolo in questo
momento di crisi. A quanto pare, una nuova minaccia mira a distruggere Atlantide,
e il popolo atlantideo ha bisogno di un sostegno morale. Stanno per affrontare
una nuova guerra e…
-No,
basta così, non voglio sentire altro! Ti ha praticamente
rapita, e adesso vuole tenerti qui con la forza! C’è un limite a tutto!
-Johnny,
si tratta di aiutare un popolo intero! Non è questo lo spirito dei Fantastici
Quattro? Sei solo preoccupato perché dovrò fingermi regina di
Atlantide e moglie di Namor o c’è dell’altro?
-Sue,
non conosciamo questo Namor, chissà cosa ci sta tenendo nascosto!
-Johnny,
mi ispira fiducia.
-Chi me
lo ha fatto fare di seguirti fin qua…
-La tua
impulsività?
Four Freedom Plaza. La nostra Terra.
Un
vortice si apre di fronte Reed e Ben. Un turbinio violaceo, nel quale si intravedono infiniti mondi. Mister
Fantastic, con indosso una particolare tuta, fa un cenno a Ben, invitandolo ad
avvicinarsi al portale.
-Mi
aspettavo qualche noiosa spiegazione sul funzionamento di ‘sta specie di oblò trasdimensionale…
-Ho
perso già abbastanza tempo, dobbiamo fare in fretta se vogliamo salvare Johnny
e Sue.
-Oh,
adoro quando fai così!
Alle
loro spalle giunge Franklin.
-Andrai
a riprendere la mamma, papà?
-Si,
Franklin. Ti prometto che tornerò immediatamente. Ti affido alla nuova
robo-tata, l’ho testata giusto la settimana scorsa ed è interfacciata
all’intero palazzo. Se hai qualche problema, chiama
Caledonia.
-Fai presto papà.
-Te lo prometto piccolo mio, te lo prometto.
I due
amici si lanciano nel portale, lasciandosi alle spalle il bambino.
Catapultati
in un vortice multicolore, perdono i sensi per qualche secondo, per poi
ritrovarsi sott’acqua, ma protetti dalle
tute…in cima alla Statua della Libertà.
-Gommolo,
non credo di aver bisogno della tua intelligenza per capire dove ci troviamo…
-Evidentemente,
Ben, in questa realtà Namor è riuscito a conquistare New York….e probabilmente
altre superfici che noi conosciamo come emerse.
-Ciò
vuol dire che dobbiamo aspettarci di essere attaccati da un momento all’altro?
-Proprio
così, mostro!
Una
truppa di soldati atlantidei, eleganti nelle armature dalle
decorazioni marittime, e armati di tridenti, spuntano alle spalle de La
Cosa e Mr Fantastic, preparandosi ad attaccarli.
-Spalla contro spalla, Ben, stanno per accerchiarci.
-Sono
con te, capo!
Gli atlantidei
sottovalutano Reed Richards, concentrandosi in particolare sul ben più possente
Ben Grimm. Lo colpiscono con i tridenti, cercano di spingerlo giù dalla Statua,
ma Ben riesce a difendersi abilmente. Mr Fantastic è limitato dall’attrezzature nell’uso del suo potere, ma respinge i tre
soldati che cercano di catturarlo…allunga il braccio verso Ben, afferrandolo
alla gamba e trascinandolo giù dal capo del simbolo della Grande Mela.
-E’ una
ritirata questa???
-Siamo
qui per prendere Sue e Johnny. Non voglio scatenare una guerra con gli
Atlantidei, specie considerato che ormai avranno già
chiamato i rinforzi...
-Accidenti!
Parlavi di rinforzi? Guarda lì!
Un’enorme
macchina sottomarina dalla forma che ricorda un pesce abissale
si avvicina dall’alto verso i due…una rete argentata esce dalla “bocca”
dell’inquietante vettura, avvolgendoli. Prima di venire
“inghiottiti”, Reed e Ben hanno il tempo di guardare attoniti il volto della
Statua della Libertà, circondata da branchi di pesci e ricoperta d’alghe, e vi
riconoscono il viso di una donna che ha un ruolo importante nella loro vita.
Quella donna è Susan Storm.
INTERLUDIO
La
Spirale.
Lo Scarab, l’enorme vascello transdimensionale da
miliardi di anni sede dei Controllori, attraversa il
multiverso alla ricerca degli Spettri.
-Si hanno notizie, professore?
-Niente Nicole, niente di niente. I nostri telepati
cominciano a sentirsi male. Stamattina ho vomitato tutto quello che potevo…
-Mi dispiace. Un motivo in più
per affrettare le ricerche.
-Sai bene quanto sia difficile
localizzare, tanto più seguire, gli Spettri. Ho inviato Sungod a esplorare alla velocità della luce quante più Terre
possibile nelle vicinanze, ma non ho ricevuto ancora sue notizie.
-Sono preoccupata, Professore. Qualcosa mi dice
che stavolta, rischiamo di intervenire troppo tardi.
Nicole Zeitgeist si allontana
dal Professore, cercando riposo nella propria stanza. Ma
dormire è un lusso che non può permettersi, ora come ora.
FINE INTERLUDIO
Nuova Atlantide
-Perchè
siamo qui?
-Vi
stiamo portando alla Sala del Trono. Il nostro sovrano vuole vedervi.
Reed e
Ben, bendati, vengono condotti da degli energumeni
atlantidei al cospetto del loro re.
-Ben,
mi raccomando, mantieni la calma. Gli chiederò io dove si trovano Susan e
Johnny.
-Ma fai
in fretta, Gommolo, questo scemotto dalla pelle azzurra che mi tiene incatenato
continua a spintonarmi…sto cominciando a perdere la
pazienza...
-INCHINATEVI,
STRANIERI, A NAMOR, SOVRANO DI ATLANTIDE!
Quando
le bende vengono tolte ai due prigionieri, vengono
spinti a prostrarsi. Si trovano in quella che era la sala congressi del palazzo
delle Nazioni Unite, piena d’acqua e pesci, ricoperta di alghe
e di bandiere rosse con un tridente nero stampato al centro, con le pareti
tappezzate da icone raffiguranti il re.
Ai loro
lati, schiere di soldati atlantidei, perfettamente in riga, col braccio alzato
in forma di saluto romano, inneggiano: “IMPERIUS REX!”
Di fronte a loro due poltrone decorate con linee sinuose
come le onde del mare e le naturali decorazioni delle conchiglie: lì seduti, in
armatura e mantello, Namor McKenzie e… Susan Storm, con una magica gemma
azzurra al collo, la quale si alza in piedi, raggiunge i prigionieri, e
tenendosi ad un metro di distanza, alza il braccio destro e grida: “IMPERIUS
REX!”
CONTINUA!
FANTASTICI
QUATTRO
di Marco Rizzo
numero otto:
IMPERIUS REX – 3 (di 3)
-Susan?
Reed
era sbalordito. Sua moglie era seduta al fianco del sovrano atlantideo di
un’altra terra, e lo accoglieva nella sala del trono vestita da regina. Pensava
di trovarla imprigionata e legata, come in ogni rapimento che si rispetti,
invece lei si alza e gli viene incontro, fredda come
l’acqua del mare che ricopre New York , salutandolo col saluto tipico
dell’impero di Namor: Imperius Rex!
-Suzie?
Anche
Ben, che cercava di trattenersi da troppo tempo dal
sbatacchiare le guardie atlantidee che lo avevano catturato, era stupito. Uno
stupore destinato a durare pochi secondi, visto che
all’urlo “E’ tempo di distruzione!”, si libera facilmente e sbatte alle pareti
le guardie al suo fianco.
Namor,
rimasto seduto sul trono, mantiene una calma regale:
-Susan,
mia amata…immobilizzali.
-Sarà
fatto.
Un
campo di forza racchiude Ben e Reed, ancora più stupiti all’essere stati
bloccati dalla persona che erano venuti a salvare!
Poco tempo dopo…
-Lavaggio
del cervello?
-Non
credo proprio, Ben. La volontà di Susan è troppo forte, ed è stata temprata
dalle numerose volte in cui è stata messa alla prova.
Nella
cella in cui si trovavano, chiusa ermeticamente, i due amici hanno potuto
rinunciare all’equipaggiamento per la respirazione. Ben è seduto in un angolo,
mentre Reed è in piedi davanti la porta, a riflettere.
-Vuoi
dire che è regina di Atlantide per sua spontanea
volontà? Per zia Petunia, dovresti prenderla più seriamente!
-No
preoccuparti, amico mio. Sono certo che Susan sa cosa sta facendo.
Le camere della regina
-Namor,
dove hai portato Reed e Ben?
-No
preoccuparti, mia cara, sono stati portati in dei comodi alloggi, asciutti e
confortevoli.
-Dovrei andare a parlare con loro…immagino siano preoccupati…e confusi…
-NO!
No, mia cara. Non credi che le guardie possano insospettirsi nel vederti
parlare con i prigionieri? Ricorda, questo è un momento delicato per Atlantide:
il popolo ha bisogno della sua amata regina…e io ho bisogno di te, Susan.
-Namor…mi
stai stringendo troppo forte…
-Scusami,
Susan…ma devi capirmi…ritrovarti vicino a me…dopo tanto tempo…non sai quanto ho rischiato, teletrasportandomi nella tua realtà, e ti sono
infinitamente grato di essere venuta con me…il tuo cuore è grande quanto quello
della mia Susan…
La
Donna Invisibile, si allontana da Namor, frapponendo un campo di forza.
-Non mi
hai ancora detto qual è il motivo per cui Atlantide sa
affrontando una così grave crisi.
-La
guerra è nell’aria. Il nostro popolo lo ha già capito: è il momento del
riscatto. È il momento della vendetta.
-Cosa?
Non vorrai mica…
-Si,
Susan. Domani le armate Atlantidee invaderanno l’Europa di Destino.
-Una
guerra? Mi vuoi qui con te, così che tu possa vendicarti di Destino e lasciarmi
a tranquillizzare gli Atlantidei, per non fargli capire che potrebbero andare
incontro ad una nuova catastrofe???
-Mi
sembra chiaro, mai cara. Sono il Principe della Vendetta, ricordati. Ho bisogno di te…il nostro popolo conta su di te…
-E’ IL TUO
POPOLO, NAMOR! Hai combattuto già una volta Destino, hai vinto a costo di
grandi sacrifici, e sei pronto a rischiare di nuovo! Tu sei un pazzo!
-Quale
uomo di stato pronto a sacrificarsi per la sua gente e per la sua amata, può
definirsi pazzo? Ho delle responsabilità verso Atlantide, verso di te e verso
la mia Susan. Destino ha colmato di sangue il
mio Oceano, e pagherà!
L’alloggio della Torcia Umana
-Psst…psst…
-Uh?
-Avvicinati
alla porta, scricciolo…
-Ben!
-Shhh…Ci
sei?
-Si…
-Ascolta, sei stato
chiuso dentro. Dobbiamo uscire a prendere gli altri. Vai alla
parete opposta per cinque secondi…è Tempo di Distruzione!
Mentre
Johnny eseguisce, la porta metallica comincia a
emanare una luminescenza rossa…esplodendo dopo 4, 5 secondi.
La
stanza si riempie d’acqua, che travolge Johnny. Ben lo afferra con un solo
braccio, e gli fa indossare una sorta di casco, munito di respiratore e
trasmittente. Quando i due riescono finalmente ad
uscire dalla stanza, contrastando l’ondata d’acqua, Johnny è stupito nel
guardare l’amico.
-Ben??? Tu sei…di carne???
-E tu sei vivo, e
allora? Muoviamoci, prima che scoppi la guerra devo
riportarvi a casa.
-Ah,
allora tu sei…
-Si,
si, chiaro, l’ho sempre saputo che in fondo in fondo sei
un ragazzo sveglio.
-Hai detto
“gli altri”? Vuoi dire che Reed e Ben sono qui?
-Si.
Purtroppo però, il loro alloggio è persino più scomodo del tuo…prendi l’arma di
quel pelleblu che era di guardia alla tua porta…prima che lo fracassassi contro
il muro! Ehehe.
-Oh,
Ben…cambiano le dimensioni, ma tu non cambi mai!
INTERLUDIO
Kenya
-Signore
e signori. Gentili delegati e esimi scienziati. Sono
un uomo d’azione, e le parole non sono il mio forte. Tutti quanti però, sapete
come il mio cuore sia grande, e di come abbia lottato durante tutta la mia vita
per trovare una soluzione alle grandi tragedie che affliggono
questo paese e tanti altri paesi del mondo.
Finalmente,
dopo anni di dure ricerche e di sacrifici, ho trovato una soluzione. Una
semplice formula. Un insieme di lettere e numeri, che solo
una mente illuminata poteva concepire.
Signore e signori, eccovi la soluzione ai problemi del
Terzo Mondo: i Protocolli Beaumont.
La sala
si riempì di silenzio. La moltitudine di facce e colori tra il pubblico indirizzava tutta l’attenzione verso quell’uomo, il generale
Beaumont, che dall’alto del podio, di fronte a quei volti stupefatti,
alcuni anche un po’ diffidenti, non
poteva non trattenere un sorriso di soddisfazione.
FINE
INTERLUDIO
Nuova Atlantide: le Prigioni
-Presto
Reed, Ben! Non credo che lui possa trattenere a lungo altri soldati, se
scoprissero quello che sta succedendo quaggiù…
-Non
preoccuparti, Johnny, ho disattivato tutte i loro sistemi
di sicurezza…certo non prendetevela comoda, signorine!
-Dio,
lo adoro! Reed, possiamo prendere questo Ben e lasciamo il nostro ciccione
arancione a Namor?
-Non
pensarci neanche testa calda…mi basta pestarlo un po’ e poi voglio tornare
subito a casa…
-Bene, amici, credo che la priorità sia prendere Susan.
-Non preoccuparti, Reed, il mio capo mi ha lasciato
parecchia attrezzatura che potrebbe esserti utile. Ecco qua, prendi.
-E’
come dare un sacco piene di caramelle ad un bambino!
-Bene,
ho già qualche idea…
La sala del trono
-Miei
sudditi amati, miei fidi soldati. E’ il momento. Finalmente Atlantide troverà
la sua Vendetta! Colmo di gioia, vi comunico che le nostre truppe sono già in
partenza per l’Europa. Finalmente, una volta per tutte,
sconfiggeremo Destino, vendicheremo i figli di Atlantide morti in guerra e
estenderemo il nostro dominio sul mondo intero! Un pianeta azzurro, un unico
impero. Un solo imperatore!
-IMPERIUS
REX!
-IMPERIUS
REX!
-IMPERIUS
REX!
Il
fragore della folla viene disturbato da un verso
primitivo…un suono che il Principe Namor è abituato a sentire, ma che in quel
momento, non si aspettava. Il verso di una balenottera azzurra che si fa sempre
più vicino, finché…
L’enorme
animale sfonda la parete di fronte al trono, creando il caos tra la folla di
Atlantidei raccolta nella sala. Namor, improvvisamente scatta in piedi, ordinando ai soldati di allontanare il possente
animale. Istintivamente, si dirige verso la stanza della
regina, intuendo che quello che è appena accaduto, potrebbe fare parte di un
piano geniale. Un piano che solo due menti potrebbero concepire: quella
di Reed Richards e quella di Destino.
Aperta
la porta della stanza, non viene smentito: di fronte a
lui trova Reed Richards, il suo rivale in amore, che armeggia con uno strano
macchinario, nonché Ben Grimm, il fido agente di Destino, e i restanti
Fantastici Quattro di una terra alternativa…tra cui la riluttante regina, che
sta per venire liberata da delle magiche catene.
-Richards!
Immagino sia stato quel macchinario ad attirare la balena qui…e Grimm! Oltre ad
esserti insidiato nel mio regno, vuoi rapire la mia regina!
-Io e
quel pesce lesso abbiamo un conto in sospeso…e solo l’amorevole Cosa dagli
occhi blu…quella vera!...può sbattere i suoi pugni
arancioni su quel faccino viscido!
La Cosa
si scaglia su Namor, e con un possente pugno lo scaglia nel corridoio.
Il
Principe dei mari rallenta lo spostamento con la sua enorme abilità nel
muoversi sott’acqua e torna indietro, ma il suo obiettivo non è la Cosa, ma
l’amata Susan…in un lampo, la prende tra le braccia, e la porta lontano.
Reed
afferra una gamba di Namor, e finalmente i due si trovano l’uno davanti
all’altro, in un ampio salone, ornato con i simboli dell’Impero Atlantideo, al
cui centro si erge una Statua di Namor che tiene per mano la regina.
-Susan,
non puoi abbandonarmi adesso! Resta con me! Non puoi fidarti
di Grimm, è un agente di Destino…
-Namor,
viscido guerrafondaio, mi fido ormai più di lui che di te! Lasciami andare, o
dovrò usare i miei poteri…
-Namor,
lasciala!
-Richards!
Torna alla tua realtà, o ti giurò che le farò del
male! Oppure potrei anche uccidere te, DI NUOVO!
Il
forte braccio di Namor avvolgeva Susan al collo.
-Namor,
non fare assurdità! Grimm mi ha detto che Destino ha lanciato un missile su
Atlantide! Se non ce ne andiamo subito via da qui,
moriremo tutti! Destino osservava le tue mosse, sapeva che stavi per
attaccarlo! Ha anticipato ogni tua azione, e puoi solo cercare di salvarti,
adesso!
Nel
frattempo, gli altri raggiungono il luogo dello scontro.
-Namor,
se hai cara la vita, ti prego di andare via adesso, e
di lasciarci scappare!
-Grimm,
non osare mettermi in fuga! Il principe Namor non fugg - -
>crack<
-Arghhhhhhh!
-Namor,
questo era il polso destro.
-Susan…come
puoi…
>crack<
-Arghhhh…
Susan…amore mio…
-Presto,
Fantastici Quattro, muovetevi!
Un
ultimo sguardo, commosso ma al contempo colmo di rancore, per l’uomo che l’ha
usata, è l’addio di Susan Storm per il principe Namor, che cerca consolazione
abbracciando la statua dell’amata. Le sue lacrime si mescolano al mare, mentre
sente la morte che si avvicina.
-Ben…la
storia della bomba…era tutto un bluff, vero?
-Certo che no, Johnny…Destino tende a prendere sul serio le
guerre. Tra qualche minuto Nuova
Atlantide salterà in aria…giusto il tempo di teletrasportarmi a Latveria…
-Ben,
ho ricalibrato le strumentazioni per riportarci alla nostra Terra. Prima di
salutarci però…ho riflettuto su quello che mi ha raccontato Johnny poco fa su
come sono andate le cose qui…ma in realtà è stato dunque Namor ad allagare
parte delle terre emerse? È stato lui ad uccidere la mia controparte qui? È
stato Destino a muovere guerra contro Namor per difendersi dal primo tentativo
di conquista di Atlantide? E
sei stato tu a decidere di salvarci prima della distruzione di Nuova Atlantide?
-Oh, Gommolo,
da qualunque realtà tu provenga, il tuo cervello
funziona sempre alla grande. Grazie Reed…senza i tuoi appunti, Destino non
sarebbe mai riuscito a riportarmi a questa forma. Mi sentivo in debito con te.
Destino è un uomo d’onore, e voleva che saldassi
questo debito. Ecco perché sono venuto a salvarvi e ti ho
portato il necessario per sconfiggere Namor e tornare a casa. A presto,
amici miei…vi voglio bene. Spero che il vostro mondo non
diventi come il mio.
-Lo
spero anche io. E spero che possiate trovare la pace, e che tu possa portare un
po’ di buon senso a Latveria. Non è con le bombe che
si risolvono i conflitti.
-Ci
proverò, Reed. Ci proverò.
ZAAAAAARTTTTTT
-Bene,
Fantastici Quattro, credo sia il momento di andare. Presto, nel portale!
-Reed,
amore…
-Susan…
-Almeno
il tempo per un bacio…
-C’è
sempre tempo per un bacio…
-Reed!
Sue! Vi ricordo che sta per saltare tutto in aria!
-Allora
piccioncini…volete smuovervi? E Reed…di che appunti
parlava la mia rinsecchita controparte?
FINE
FANTASTICI QUATTRO
di Marco Rizzo
numero nove:
QUALCOSA DI OSCURO NELLA MENTE
-Benvenuti,
Fantastici Quattro di Terra 616. Questo è lo Scarab.
I
quattro più grandi avventurieri del XX secolo sono
stupiti...e pronti a combattere nonostante il benvenuto della misteriosa donna
bionda in una attillata ma pratica divisa viola, che a Ben ricorda molto quella
di Star Trek. Reed Richards, in particolare, ripassa a mente le azioni fatte
pochi secondi prima per calibrare il sistema di teletrasporto che ha aperto il
portale, un passaggio dimensionale che avrebbe dovuto
riportarli a casa dopo un’estenuante avventura in un’altra dimensione[1][1]. Riesce a giungere solo ad una
conclusione…
-Avete
intercettato il nostro teletrasporto e ci avete dirottati
qui?
-Proprio
così, Reed. E se abbiamo interferito è solo per
evitarvi di fare questa fine…
Alle
spalle della donna si materializza un enorme schermo che riempie quasi
interamente la enorme parete della stanza ovale dalle
pareti metalliche nella quale i F4 si sono ritrovati. Una panoramica di quella
che conoscono come la loro New York, a Times Square,
nell’ora i punta, come capiscono dall’orologio digitale su uno dei
palazzi…quasi completamente deserta. Le poche auto sono
ferme, addirittura alcune sono contro i palazzi.
-E’...
è come se NY si fosse addormentata…
-Un modo piuttosto grezzo ma efficace di descrivere quello
che state vedendo, amici miei. Immagino
vi stiate chiedendo molte cose…
bene, io sono
Nicole Zeitgeist, comandante del vascello transdimensionale Scarab. I signori
che stanno entrando adesso, il Professore e Nightclaw, sono due del nostro
numeroso equipaggio, i Controllori. Da un’eternità ormai sorvegliamo il
continuum spazio-temporale e lo difendiamo da creature come gli Spettri, che si
muovono nella Spirale dei tempi.
Sono
proprio gli Spettri la causa di quello che avete visto a New York, e sono liberi dal piano dimensionale in cui li avevamo
confinati a causa di un’azione sconsiderata del vostro nemico, Victor Von Doom.
L’evocazione
del C’ha Dac’mor[2][2], la bestia che bloccava la fuga degli
Spettri su Terra 201, ha lasciato libere quelle creature di spostarsi lungo la
spirale, seminando morte e distruzione. Alcuni dei miei uomini sono morti per
fermarli.
-Morte e distruzione?
-Ben
Grimm, gli Spettri sono una razza aliena ben diversa da quelle che conoscete.
Non sono arroganti come i Kree o guerrafondai come gli Skrull. A dire il vero,
non parlano neppure, e non si muovono sul piano fisico. La loro più grande forza sta nel loro vantaggio nel muoversi nel piano
della mente.
-La
mente??
-Susan,
immagino che il comandante Zeitgeist intenda che, invece di esistere ad un
livello materiale, questi “Spettri” siano una sorta di energia
psichica, come i pensieri, le idee, i desideri…i sogni!
-Esattamente,
Reed. Gli Spettri non colonizzano i pianeti piantando
bandiere…entrano nella mente di ciascun individuo. E
lo hanno già fatto nella vostra Terra.
-Ma…i telepati? Cioè, abbiamo gente come Xavier…
-Un’affermazione
prevedibile, Johnny Storm, ma i fatti parlano chiaro: nemmeno i più grandi
telepati possono resistere a lungo ad un esercito di Spettri.
-Ma se non ci
riescono loro come potremmo riuscirci noi? Io so dare solo qualche cazzotto, e
non mi sembra che torni utile in queste circostanze…
-Purtroppo,
dovete trovare una soluzione. Noi abbiamo già fatto tutto il possibile, e non
possiamo negare che sia stato un colpo di fortuna trovarvi in un’altra
dimensione al momento dell’invasione…
-Comandante
Zeitgeist! Vuole dire che adesso sono problemi nostri???
-Beh,
in pratica si, Susan. La Spirale è infinita e ci sono infiniti altri problemi
di cui curarsi. Possiamo affidarvi una scialuppa per portarvi sulla vostra
Terra, e se il dott. Richards ha bisogno di qualcosa…
-Comandante,
non so da dove cominciare. Mi mancano informazioni su questi
Spettri, mi servirebbe saperne qualcosa di più…
-Vi
faremo avere una copia di tutti i file sugli Spettri
nei nostri archivi. Adesso, se permettete, devo lasciarvi. Abbiamo appena
recuperato uno dei nostri che è stato colpito dagli
Spettri mentre si dirigevano sulla vostra Terra…
-Posso
vederlo? Certamente mi sarà d’aiuto per sapere cosa mi troverò davanti…
-Le
assicurò che non dovrà fare nessuna autopsia,
Richards. Sungod è stato isolato e non sarà facile estrarre lo Spettro dalla
sua mente.
Nell’infermeria dello Scarab
Un grosso stanzone metallico, diviso in due da una spessa
lastra di vetro. Nella metà
completamente asettica, in una grossa bolla di vetro, un
possente uomo biondo, dalla pelle chiarissima, dorme, nudo e immobile.
-Lo
abbiamo trovato a metà strada tra Terra 555 e Terra 556…probabilmente questo
Spettro è riuscito a raggiungerlo in quel punto.
-Come
si trovava lì, Professore?
-Lo
avevamo mandato sulla scia degli Spettri, per monitorare i loro movimenti e
tenerci informati. Contavamo sulla sua grande forza
d’animo, dopotutto, Sungod ha una volontà di ferro e grande praticità nelle
tecniche di rilassamento mentale…
-A quanto pare, non
è servito…
-Lo
vediamo da soli, Johnny Storm.
-Accidenti,
quanto è acida…
-Ti ho
sentito. Comunque è la prima volta, Reed, che
riusciamo a portare uno Spettro sulla nave. Magari il fatto di averlo trovato
in una mente resistente come quella di Sungod in una situazione di passaggio
come quella tra due Terre, ha contribuito a poterlo bloccare. Quella bolla di
vetro racchiude un campo di distorsione psichica generato da tre dei nostri
migliori telepati. È possibile inoltre che lo Spettro sia indebolito dalla
distanza dagli altri suoi simili.
-Proprio
così Nicole. Spero infatti che alla lunga questo
legame si indebolisca sempre di più, ma non sono certo ci cosa possa succedere
dopo. Potrebbe “attaccarsi” ancora di più alla mente di Sungod o cercare di
raggiungere i suoi simili…e non so quanto saranno in
grado di resistere i nostri telepati. Ormai non si riposano da due giorni…
-Professore,
ha scarta un’altra possibilità: lo Spettro potrebbe richiamare in aiuto i suoi
simili…e portarli qui.
Sul ponte dello Scarab
-E’
incredibile, vero?
-Hai
ragione Ben, è uno spettacolo mozzafiato…la Spirale vista dall’esterno è
qualcosa di unico…
-No,no parlavo di quella Nicole Zeitgeist! Che
donna!
-Ben,
mi sembri mio fratello! Ma poi hai sentito che ha
detto? Ci ha portati qui perché così possiamo salvare
noi il nostro mondo e loro possono andarsene da qualche altra parte…
-Beh,
non ha tanto torto, Sue…immagina, devono salvaguardare
l’intera Spirale! Un’infinità di mondi! Se noi siamo scampati al destino degli
altri 6 miliardi e mezzo di abitanti della Terra, ci
sarà un motivo, no? Sono certo che Gommolo troverà una qualche soluzione…con
tutta questa tecnologia a disposizione…
-Brutto
cascamorto, la difendi così solo perché quella divisa ti affascina… sono certa
che non ci sta aiutando come potrebbe…
-Dai Sue…ma hai visto
che carisma, quella donna???
New York
La
chiamano la città che non dorme mai, e ha sempre tenuto
fede a questo nome, fino ad ora. Così come in tutte le altre città, grandi e
piccole, del mondo, la Grande Mela è immobile, in un
silenzio irreale. Solo gli animali, cani, gatti, topi, scarafaggi, bestie
rinchiuse negli zoo, esseri troppo primitivi per essere sede degli Spettri,
sono svegli, e nel caos di una città spenta, dove il black out è innanzitutto
nella mente delle persone, dove gli ospedali non funzionano e desideri,
passioni, idee sono occupati da corpi estranei, escono
allo scoperto lentamente, fra gli umani accasciati nei posti più improbabili.
Lo Scarab: il laboratorio
-Ma si rende conto
del rischio, Richards?
-Si, e
non creda che sto prendendo questa decisione a cuor
leggero. Certo però che voi avete altre emergenze da affrontare ed io no ho il tempo materiale di trovare altre soluzioni…
-Professor
Richards, lei è un uomo davvero di grande ingegno…quando vorrà, saremo felici di accoglierla nel nostro equipaggio.
-La
ringrazio per l’offerta, Comandante Zeitgeist. Il mio posto è però nella mia
famiglia. Eccoli, stanno arrivando.
-Gommolo,
non ci avrai fatti venire qui per uno dei tuoi
discorsi scientifici incomprensibili, non sono proprio in vena…
-No,
Ben, cercherò di risparmiarti i dettagli.
Sappiate
che possiamo imbarcarci sulla scialuppa transdimensionale…ho
trovato la soluzione per giungere sulla Terra ed entrare in contatto con
gli Spettri. La scialuppa è già stata attrezzata con i macchinari di cui
abbiamo bisogno, c’è già…
-Insomma,
Reed, quale idea pazzesca hai avuto stavolta?
-Sue,
gli Spettri vivono in un piano della realtà che è immateriale, muovendosi nei
cervelli non primitivi…come mi ha informato il Comandante Zeitgeist, ad esempio
non prendono il controllo degli animali. Un cervello primitivo, ma con un
barlume di intelligenza, posto in una situazione di
coma profondo, potrebbe fronteggiare lo Spettro che cercherebbe di insinuarsi
in esso. Un legame telepatico, certamente rischioso perché potrebbe attirare lo
Spettro verso il telepatie, permetterebbe di
monitorare quanto avviene in quella mente. Sapete benissimo che non è ancora
chiaro a nessuno cosa avviene in un cervello umano
durante un coma, e una massa cerebrale attaccata dagli Spettri e per così
dire…instupidita…potrebbe anche soccombere…
-Fammi
capire, Reed, a chi tocca diventare scemo?
-Beh,
Johnny, pensavo che data la sua resistenza fisica e la sua forza di volontà, Ben
sarebbe il candidato ideale…sono certo che sarebbe più
facile invertire il processo e che potrebbe resistere meglio di altri ad una
situazione di stress che potrebbe colpire anche il corpo...visto che…
-Reed
ma ti rendi conto di quello che stai dicendo? Hai messo a rischio la vita di
Ben molte altre volte, adesso giochi non solo con la
sua vita ma anche con la sua intelligenza?
Silenzio
assoluto. Nicole Zeitgeist abbassa lo sguardo. Reed si
porta la mano in fronte e si volta verso alcuni macchinari. Johnny resta a bocca aperta, mentre sua sorella continua a
fissare il marito.
-Io ci
sto. Mi fido di questo geniaccio…dopotutto non mi ha
deluso mai…beh, quasi mai.
-Ben…no…
-Ti
sono grato della tua...fiducia, amico mio. Possiamo lasciare lo Scarab, e dare
inizio al processo nella scialuppa.
Ovviamente, continua…….
FANTASTICI
QUATTRO
di Marco Rizzo
numero dieci:
DAL CERVELLO AL CUORE
Che sviluppo
rivoltante.
Mi
chiamo Benjamin J. Grimm. Sono alto, grosso e duro come la roccia. La maggior
parte della gente là fuori, da Milwakee a Singapore, mi conosce come la sempre
amabile Cosa dagli occhi blu. Certo, non è un modo bello di farsi chiamare, e
non perdonerò mai me stesso per aver scelto come nome
di battaglia quello affibbiatomi dalla mia cara amica Suzie in un momento di
panico. Ma tant’è.
Tra i
tanti macchinari strani in cui Gommolo mi ha fatto infilare negli ultimi anni,
questo sicuramente fa a gara con quel sintetizzacoso fotonico o qualcosa del
genere…insomma, quello che per una settimana non mi ha fatto andare al bagno.
Una grossa bolla di vetro piena di un liquido verde denso,
circondata da elettrodi luccicanti.
Reed dice che appisolandomi lì dentro il processo dovrebbe essere più sicuro. Mah, chissà perché continuo a fidarmi di lui.
Non è
tanto strano che non riesca ancora a addormentarmi. Mi chiedo
come diavolo faccio a respirare qua dentro. Sta roba
sembra uscita da un film di fantascienza.
Magari
se sognassi quella bomba di Nicole Zeitgeist potrei
addormentarmi serenamente…
Ma non devo distrarmi.
Accidenti, il nipotino preferito di zia Petunia ha nelle mani il futuro della
Terra! Sono stato scelto per il mio coraggio, le mie doti, la mia bravura, per…
No. A chi voglio darla a bere. Come sempre sono il bue da
sacrifici. Sono uno stupido a farmi sempre avanti. Grosso, brutto e stupido. E se ho capito bene, sto aggeggio mi renderà ancora più
stupido…
Tzé,
non dovrà fare un grosso lavoro…ma sono certo che se
avessero preso Johnny al posto mio il processo non sarebbe durato più di 2
minuti!
Mmm…mettiamola così, è un’occasione per farmi bello davanti alla
signorina Zeitgeist. O è signora Zeitgeist? Accidenti!
Non c’ho neppure pensato…eppure…da come si comporta
con me e gli altri…sembra quasi che ci conosca…basta vedere come tratta Johnny.
Chissà in quale terra alternativa ha avuto a che fare con noi.
Bastabastabasta.
Devo cercare di addormentarmi. È il momento di fare quello che so fare meglio.
Il bue.
INTERLUDIO
Kenya
-Mmm?
Il Gen.
Beaumont era stupito, ma non più di tanto. Si aspettava questa visita.
-Complimenti,
Nick, un’entrata in puro stile SHIELD. La porta socchiusa, la
puzza del tuo sigaro, la finestra spalancata e tu seduto al buio dietro la mia
scrivania.
-Ascolta.
Fury si
fermò per soffiare via un po’ di fumo.
-Te lo
dirò una volta sola. Ti tengo d’occhio. So dove vuoi arrivare, so come ci vuoi
arrivare e soprattutto so grazie a cosa. O meglio
grazie a chi. Aspetta che lo sappia Richards e ti troverai un bel teatrino di
tizi in calzamaglia sotto questa finestra.
-Cosa
ti dice che il buon dottore se la prenderà più di tanto? Solo perché ho le
palle di fare quello che lui non ha mai fatto nonostante il suo genio?
-Beaumont, sei solo un figlio di puttana che si è montato
la testa. Sei qui solo perché hai
disseminato più cadaveri tu sulla tua scia più dei marines in tutta la loro
storia…
-Non
esageriamo…
-Non
interrompermi.
Ci sono
più microspie in questo edificio che nel letto della
figlia del presidente. Sentiremo la puzza del tuo piscio fino a Washington.
Fatti un’idea.
-Nick,
sei ancora vivo solo perché ti rispetto.
-E tu sei ancora
vivo per miracolo.
Fury
spense la sigaretta su un portacenere decorato in avorio. Prese la giacca di
pelle e uscì dalla porta, spintonando Beaumont.
FINE
INTERLUDIO
Sogno o
son lesto?
Era una cosa così, mi pare. Bah. Mi sembra che stia sognando. Credo che la cosa sia
andata bene. È New York questa? Si…sembra di sì... Yancy
Street è sempre riconoscibile. Accidenti, non l’ho mai vista così
deserta! Forse sono già in coma… che
sensazione strana. Non riesco a ricordare bene quello che dovrei fare… forse è
un effetto dell’istup…insupid…insomma. Se il piano di
Reed sta funzionando, dovrei essere sulla Terra, stupido e in coma. Non mi immaginavo che era così. Riesco a pensare…ma non più di
tanto. Dovrei aspettarmi l’attacco dello Spettro da un momento all’altro. Ma come posso fare a riconoscerlo?
-Ben?
-Sue? Che ci fai tu qui?
-Ben…mi
sembra il momento adatto per parlarti…
-Ma che dici Suzie?
Non vedi in che razza di situazione siamo?
-Ben,
io ti amo.
A bordo della scialuppa transidimensionale,
contemporaneamente.
-Il
teletrasporto è andato bene, Reed, Ben si trova sulla
Terra nella bolla di contenimento…è già in coma.
-Grazie
Sue. Per favore, controlla il battito cardiaco.
-Le funzioni vitali di Ben sono stabili…Ah! Aspetta,
c’è stato un picco nel battito cardiaco.
-Potrebbe
già aver incontrato lo Spettro. Spero che la sua forza di volontà sia in grado
di compensare la sua intelligenza… il processo di repressione dell’intelligenza è già attivo e procede progressivamente più
velocemente.
Johnny
è l’unico a non trovarsi di fronte ai sofisticati
apparecchi. Non essendo in grado di usarli per monitorare l’amico dalla
scialuppa, l’unica cosa che gli resta da fare è
pregare per l’amico.
La mente di Ben Grimm
-Papà!
Papà!
-Franklin?
-Ben,
vedi, Franklin ti riconosce già come padre!
-Come
può non farlo? Ben, sei tu l’anima del gruppo, non quello smidollato di mio
cognato.
-Johnny,
ma che diavolo dici?
-Ben,
sii uomo. Hai una famiglia che ti ama, e hai delle responsabilità verso di loro
e verso il mondo. Sei il più forte del gruppo, il più coraggioso, il più
eroico. La leadership deve essere tua.
-Chi?
Chi parla?
-Benjamin,
amico mio, non mi riconosci?
-Destino?
Testa di latta, sapevo che c’eri tu dietro tutto
questo..
-Benjamin,
devi fidarti di me! Siamo amici! La nostra amicizia nasce dalla nostra
inimicizia nei confronti dell’uomo dal cuore di pietra! Pensaci bene, amico
mio! Sei tu a doverti chiamare MrFantastic! La vera mostruosità
è lui, Reed Richards…
Con un
semplice gesto della mano, Destino ha abbattuto un palazzo! Istintivamente mi
fiondo tra le macerie, in cerca delle vittime…ma quello che mi trovo davanti è
davvero insp..inaspet…non aspettato.
C’è
lui, Mr Fantastic, nudo e pietrificato, in ginocchio. Suzie mi viene alle
spalle, e abbraccia la mia mano gigantesca.
-Resta
con noi, Ben, abbiamo bisogno di te. Tutti noi abbiamo
bisogno di te. Guarda, siamo tutti qui…
E’
vero. Sono tutti lì! Proprio tutti….mio padre, mia zia, il mio allenatore, il
mio capitano nell’esercito…c’è persino Hulk, Freccia Nera, Sharon, Lijia,
Wyatt, Jennifer, Namor, Pantera nera, Wolverine, Nate Richards…Alicia…
ALICIA!
No! NO!
No! Ora ricordo perchè sono qui! Sono qui per Alicia!
Sono qui per lei e tutti gli abitanti della terra!
Non
devo lasciarmi andare! Non devo!
A bordo della scialuppa transidimensionale
-Reed!
Guarda! C’è stata un’accelerazione improvvisa nei battiti cardiaci!
-Lo vedo,
Sue. E’ una cosa inusuale per un coma, ma nella
condizione attuale di Ben non c’è niente di usuale…credo proprio che siamo
arrivati ad un punto di svolta. E’ il momento di attivare il legame
telepatico…Johnny, collegati alla macchina che ci ha dato il Professore…ti
collegherà ad uno dei telepati dello Scarab che ti farà da tramite per
monitorare l’attività onirica di Ben.
-Vado.
-Reed,
sta prendendo più tempo del previsto…
-Dobbiamo
confidare in Ben, Susan..
-Reed!
Reed! Quell’apparecchio…non funziona!
-Cosa?
Johnny, non può essere…fammi dare un’occhiata…per lo
spettro di Cesare. No.
La mente di Ben Grimm
Mi sto
scatenando. Ora che questi mostri stanno facendo vedere la loro vera faccia, l’unica cosa che mi interessa è picchiarli
sempre più forte sempre più forte sempre più forte!!
NO! Mi
sommergono! Brutti viscidi mostriciattoli grigiastri…
Mi stanno soffocando, cercano di entrare dentro di me…
YAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHAAAAAARGGGHHHHHHHHHHHH!
Gommolo,
dannazione, proprio ora avrei bisogno del tuo aiuto…
L’ho
sputati fuori, ma sembra che si stiano ricomponendo…in un unico, gigantesco,
viscido, Spettro, grosso quanto il Crysler…
La scialuppa
-Reed,
che è successo?
-No
riesco a connettere l’amplificatore di onde mentali al
telepate, Johnny…
-Che vuol dire?
-Vuol
dire che abbiamo lasciato Ben da solo, e che è successo qualcosa sullo Scarab…
-Ragazzi,
sto cercando di comunicare con lo Scarab, ma non risponde nessuno…
-Ho
paura che sia successo quello che temevo, ragazzi, gli
Spettri sono giunti sullo Scarab.
La mente di Ben Grimm
Il
cugino di secondo grado di Galactus è venuto a farmi visita nel sonno.
Questo
è il mio spettro personale…devo combatterlo, ricacciarlo dal buco da cui è venuti con tutti i suoi compari…ma come? Reed, accidenti,
dove sei????
La scialuppa
-Reed!
Rispondono! Stanno rispondendo!
-Qui
scialuppa a Scarab, parla Reed Richards, rispondete!
-Qui…Comandante
Zeitgeist…stiamo soccombendo, Reed…sono l’unica a controllare ancora lo Spettro
dentro di me, grazie ai miei poteri di controllo totale del corpo umano…sto
sopprimendo passo passo le zone del mio subconscio nelle quali cerca di insinuarsi…sto guidando lo Scarab verso Terra
998…lì vi è stata un’esplosione psi-nucleare 1000 anni fa…stiamo viaggiando nel
tempo e nelle dimensioni per giungere in quell’istante…credo che gli Spettri
moriranno con noi…
-E’ un sacrifico enorme, Nicole! Non c’è altro modo? E cosa sarà degli altri Spettri diffusi sulle altre Terre?
-…stiamo
opponendo resistenza…la maggior parte degli Spettri è concentrata qui…abbiamo
migliaia di superesseri a bordo dello Scarab, siamo un crogiolo di realtà ed
energie psichiche diverse…avevi ragione, gli Spettri
sono attirati da noi, sono attirati dal loro simile che abbiamo intrappolato
dentro Sungod e sono attirati da noi…non risalivano la Spirale dal basso verso
l’alto casualmente, seguivano la nostra rotta…
-Nicole,
non riusciamo a entrare in contatto con Ben…
-Abbiate fiducia in lui, abbiate fiducia in lui…devo…chiudere…pilota automatico…auguri…
-Nicole?
Comandante Zeitgeist?
-E’
finita Reed, amore mio, speriamo che lo Scarab giunga in
tempo e preghiamo per il nostro amico.
La mente di Ben Grimm
Combatto
come un forsennato. Anzi, credo di non avere più senno… più lo picchio, più mi
faccio grande, e più mi faccio grande più lui diventa piccolo. Adesso è così
piccolo, il maledetto, che posso calpestarlo.
48 ore dopo, Infermeria del Four Freedom
Plaza.
-Reed,
questo è il quinto caffè del pomeriggio.
-Credo
di aver trovato una soluzione, amore mio.
-Lo
spero tanto, Reed. La Terra si è risvegliata, gli Spettri si sono uniti a
quelli sullo Scarab e hanno fatto la stessa fine…vaporizzati nell’etere di
Terra 998, almeno da quello che hanno rilevato i tuoi
strumenti…e Ben è ancora in queste condizioni. E sono
preoccupata per Franklin…guardalo, e lì a fissarlo da ore…
Adagiato
su un robusto lettino nell’infermeria, Ben Grimm sembra immobile. Ma l’occhio di un bambino può essere più sveglio di quello
di due adulti…
-Mamma!
Papà! Guardate Zio Ben! Ha aperto gli occhi!
-Dio ti
ringrazio! Ben sei di nuovo fra noi! Ben, amico mio,
dì qualcosa!
-Susan…guarda i suoi occhi…sono così…
-VUOTI!
Reed, per Dio, cosa gli è successo?
FANTASTICI
QUATTRO
di Marco Rizzo
numero undici:
TERAPIA D’URTO
Johnny
entra nel laboratorio dove Reed Richards è intento a struggersi per trovare una
cura per riportare l’amico Ben Grimm alla normalità…la sorella lo ha chiamato
per qualcosa riguardante proprio Ben.
La Cosa infatti è stata ridotta allo stato di vegetale durante la
lotta sul piano onirico con gli Spettri, entità aliene di pura energia
psichica, la cui sconfitta è stata ottenuta grazie ad un processo che ha però
reso Ben più stupido di un animale.
-Dov’è
Ben?
-E’
uscito.
-Cosa vuoi dire, Sue? Ma se non riusciva
neppure ad alzarsi in piedi?
Susan è
intenta a cercare di rompere il muro di silenzio e disperazione del marito.
Cerca di abbracciarlo da dietro, carezzandolo, cerca di distrarlo. Reed non
dorme da giorni, ha la barba incolta, gli occhi arrossati, e parla da solo.
Ripete formule matematiche e sbatte ripetutamente un piccolo cacciavite sul
tavolo dove sta lavorando.
-E’
uscito Johnny. Le telecamere lo hanno ripreso mentre prendeva cappotto e
cappello e usciva in strada.
-E tu lo hai
lasciato andare in quello stato?
-Cosa dovevo fargli? Mettermici davanti?? Non hai visto che ha
letteralmente abbattuto la porta del corridoio della zona notte?
-Maledizione Sue,
certe volte ragioni peggio di tuo marito! Guardalo! Reed, Cristo, sei così
stupidamente preso che non ti sei neppure accorto che gli Inumani e Fantastic
Force dormono nel tuo stesso palazzo! Dormi un po’,
maledizione, non vorrei imboccare anche te come un vegetale a cena
stasera!
Sue, da
quanto tempo è uscito Ben?
-10
minuti, ormai. Non perdiamo tempo a litigare e…
-Ascolta,
andrò a cercarlo, ma tu promettimi di chiamare Samson…è inutile che Reed si
strugga così con calcoli di fisica quantistica o che so io… se la mia
intuizione è giusta, il problema di Ben è psicologico…
-Possiamo
provare…tu vai.
-Reed,
amore, hai sentito cosa ha detto Johnny? Lo so, mio fratello non è una cima, ma
potrebbe avere ragione, e tu non puoi intestardirti
così, non puoi sempre assumerti le colpe di tutto quello che succede a Ben…
Adesso
prenderò il telefono e chiamerò Leonard…
Tu
rilassati intanto, ne hai bisogno…
Proprio
mentre la Donna Invisibile si avvicina al telefono, il sofisticato
Cordless sul tavolo squilla…
Un
numero sconosciuto…come fa questo tizio ad avere il nostro numero personale?
-Pronto?
-Susan.
Sono certo che ti ricordi di me.
-Mmm?
Mi scusi, ma la sua voce non mi ricorda nessuno…
-Generale
Hector Beaumont, Be-au-mont... ci siamo conosciuti a…
-Beaumont.
Si. Ho capito. Cosa vuole?
-Il
dott. Richards è…
-No,
non è disponibile. E’ nella zona Negativa a raccogliere funghi…
-Pronto?
Beaumont?
Susan
chiude la chiamata, lanciando uno sguardo tra lo stupito e l’arrabbiato al
marito, che ha preso la cornetta da un altro apparecchio al lato opposto della
stanza, prolungando il suo corpo fin lì.
Yancy street, un bar
-Insomma,
ti decidi a dirmi cosa vuoi, brutto muso arancione?
-…
-Mi
prendi per il culo,eh? Senti bello, occupi tre posti
con quel tuo grosso culo di pietra, quindi cerca di
prender qualcosa e smamma!
Il pavimento
comincia a tremare, si sentono pesanti passi ritmici sempre più vicini, sempre
più veloci, finché la vetrina non va in frantumi, e un’enorme figura grigiastra
irrompe nel piccolo locale…Rhino, il gigantesco criminale dalle fattezze di
rinoceronte si trova di fronte al bancone, mentre polvere e pezzi di stucco gli
cadono di dosso.
Il
barista viene scagliato indietro dall’onda d’urto,
distruggendo le bottiglie e i bicchieri alle spalle del bancone.
-YAHHHHHHHHHH!
QUESTA E’ UNA RAPINA!!!
-E TU CHI CAZZO
SARESTI? L’UOMO CORNUTO? – urla il barista
rialzandosi.
-La
Cosa???
-…
-Perché!?
Perché mi perseguitate?! A chi gliene frega di un
misero bar come questo? Cosa vuoi da me???
Four freedom Plaza, il laboratorio di Reed
Richards.
-Non puoi
che essere d’accordo, Reed. Sto facendo tutto questo per il bene dell’umanità,
è tutto quello che avresti potuto fare negli ultimi
anni ma che, Dio solo sa perché, non hai fatto.
-…io…
-Ho
parlato con Annan e Fury. Non si fidano. Non sanno che il mio ruolo in tutto
questo è pari a zero. Lo sai che io, dopotutto, non ho il merito di nulla in
tutto questo. Saresti tu ad avere tutti i meriti. Cristodiddio, potresti fare
tantissimo e invece stai metà del tuo tempo in laboratorio a creare apparecchi
che nessuno userà mai e il resto del tempo a picchiare l’Uomo Talpa…quante vite
hai condannato per l’amore della “scienza fine a se
stessa”?
-…cosa devo fare?
-Mi
basta una tua firma. Vieni qui, ti aspetto in serata.
Sono certo che avresti mille modi per venire anche fra 3 ore.
-Fra
un’ora e mezza sono lì.
--click--
-Cosa
voleva, Reed?
-Non
posso spiegarti, Susan.
-Perché? Cosa hai da nascondere?
-Non
capiresti.
-Cosa
vuol dire “non capirei”?? Sono tua moglie Reed, sono tua amica, e soprattutto
non sono stupida. Quel Beaumont è un uomo senza
scrupoli, è…
-Ha i
protocolli.
-?!
Come??? E tu…
-…e io non mi sono neppure accorto che è riuscito ad
intrufolarsi nel sistema per copiarli. Ho avuto… altri pensieri negli ultimi
giorni…tra i viaggi dimensionali e il…problema di
Ben…Susan, oggi stesso andrò in Kenya, firmerò quella dannata autorizzazione e
sarà meglio per tutti.
-Oddio,
Reed. Ti accompagno. Ho appena chiamato Samson, aveva alcuni impegni in quel
posto orribile dove lavora, la Volta[3],
ma aiuterà Ben non appena Johnny lo troverà.
--Bzzz…--
-Ecco,
questo dovrebbe essere lui sul communicator…
-Susan?
L’ho trovato. C’è un buco enorme in un bar di Yancy Street…o è stato lui, o
Hulk ha deciso di farsi uno spuntino qui…ecco, lo vedo…accidenti!
-Johnny?
-Susan,
credici o no, ma Ben e Rhino stanno seduti al bancone
a trangugiare latte…
-Rhino???
-Mi sa
che ha trovato finalmente l’anima gemella…
-Niente
battute stupide e fuori luogo, Johnny. Non è il momento. Piuttosto, porta lì
Samson, ti aspetta qui sotto fra una mezz’oretta, e non fare niente di avventato. NIENTE DI AVVENTATO, capito? Io e Reed stiamo partendo per il Kenia.
-Kenia?
-Si…riguarda
i protocolli Richards…
-I
protocolli Richards? E che roba è?
-Ah. Scusa.
Pensavo sapessi…no, niente, lascia perdere. Pensa a
Ben. Passo e chiudo.
-Mmm,
va bene. Chiudo.
-Ehehe.
Guarda guarda chi si vede, la coppia più hot di NY!
-Torcia
Umana! Vai via ragazzo, lasciaci in pace.
-…
-Torcia
Umana! Io sono il proprietario del locale, guarda come l’ha ridotto sto mostro
grigio! Arrestalo!
-Mi
dispiace, signore, non posso arrestare nessuno…doveva provvedere ad
un’assicurazione per danni causati dai supereroi….e Rhino, tu non osare
approfittare della situazione di Ben altrimenti ti farò
provare quanto calore potrà sopportare quella tua pellaccia grigia! Tienilo
impegnato qua, sto portare qualcuno che può aiutarlo veramente…
-Cosa
dovrebbe trattenermi qua, eh?
-Prendi
tutto il latte che vuoi, offro io.
-Ah,
allora ok!!!
27 minuti dopo
La
Torcia e il più atipico psicologo del pianeta sono giunti con una Fantasticar
nel bar dove la Cosa e Rhino sorseggiavano latte.
-Quello
è Rhino?
-Si,
Leonard.
-Ma… stanno
parlando?
-Beh,
finora non penso che Ben abbia spiccicato una parola.
-Capisci,
Grimm? Essere grossi e stupidi è una condanna! Una maledizione! E’ dura avere
il rispetto degli altri! Ti prendono e ti sbattono contro i muri! Non gliene
frega niente!
Tu sei
forte, ma sei forte dentro! Hai tanta gente che ti ama! Io no
ho nulla da perdere ad essere stupido!
-Che
terapia hai in mente, Leo?
-Terapia
d’urto.
-Cosa?
Doc
Samson già si avvia verso il bar.
-E’ un
periodaccio, Johnny…
-E allora?
-Lasciami
sfogare…farà bene anche a Ben, credimi.
Samson si
avvicina a la Cosa, gli picchetta col dito sulla
spalla rocciosa, distogliendo l’attenzione di Rhino e facendo girare lentamente
Ben.
Improvvisamente,
gli sferra uno dei suoi migliori pugni, facendogli sfondare il muro di fronte,
aprendo una breccia che porta nel retrobottega…e causando la fuga in lacrime
del proprietario.
Su un jet
supersonico dei F4, in volo verso il Kenya
-Nick,
ho cercato di farlo ragionare, ma non mi ascolta nemmeno…
-Vista
la situazione, quello stronzo di Beaumont avrà fatto leva sul senso di colpa di
Reed…
-Ma come può Reed
non pensarci? Tutto quel potere nelle mani di Beaumont porterebbe solo guerre,
sfruttamenti, complotti, congiure…Beaumont non è un democratico, e pure se lo
fosse, stiamo parlando di qualcosa che potrebbe cambiare
del tutto la vita dei cittadini del terzo mondo, cambiare lo status quo del
pianeta…un cambiamento brusco che rovescerebbe l’ordine mondiale…come
reagirebbero le potenze che vogliono mantenere il controllo sugli stati
africani?
-Non è
un problema da porsi, visto che Beaumont è
semplicemente uno dei tanti dittatorucoli assetati di sangue e non è mai stato
democratico in nessuna delle sue fottutissime incarnazioni…adesso bisogna solo
convincere Reed che sta dando le chiavi del paradiso ad un diavolo in terra.
Adesso chiudo. Tienimi aggiornato.
-Certo.
Buon lavoro.
--click--
Yancy Street, quel che resta del bar.
-Ma che razza di
terapia è?
-Sta tranquillo, Johnny, ho tutto sotto controllo…
-EHI!
Lascialo stare Samson! Non faceva nulla di male! Prenditela con me, piuttosto!
-Rhino,
non m’interrompere, sto lavorando!
Non
esiste più nulla del bar, quando la Cosa e Samson spostano
la loro pesantissima scazzottata in strada, seguiti da Rhino e la Torcia Umana
e circondati da una folla di curiosi…stupiti nel vedere la Torcia e Rhino dalla
stessa parte mentre la Cosa e Samson se la danno di santa ragione.
-Samson,
non mi preoccupo per lui, sto pensando a te!
-Non
–ouch!- preoccuparti, Johnny…Ben!-ouch!-torna in te! Riprenditi! Maledizione,
abbiamo bisogno di te! Il gruppo ha bis-ouch!-…
-Ben!
Ascoltami! Sono Johnny! Svegliati, maledizione! La tua famiglia ha bisogno di
te! Susan e Reed sono corsi in Kenya! Io non so per quale motivo…ma riguardava i protocolli…i protocolli Richards!
La
Cosa, improvvisamente si blocca. I suoi occhi si sgranano e si rialza
agilmente, lasciando cadere goffamente Samson, prima addosso a lui nel
tentativo (quantomai inutile) di bloccarlo.
-Ne sai
qualcosa Ben?
-…
-Sembra
che Sue non fosse tanto contenta di andare lì…mentre
Reed era molto determinato…davvero non so cosa diavolo siano…
-Torcia!
La terapia!
-Ma che terapia,
Samson! Ho fatto più progressi io in una frase che tu in 5 minuti di cazzotti.
-Ha
ragione…
-Tzé,
ma che vuoi saperne tu di terapia, Rhino?
-Però ne so
qualcosa di cazzotti…
-…dai,
su, ti offro un bicchiere di latte.
-Grazie,
Doc…
Kenya.
-Scusate l’attesa, signori, ero in riunione con il Presidente dello Zaire…
-Tre
quarti d’ora… Fa già progetti il suo futuro, Beaumont?
-No,
mia cara Mrs Richards, si tratta solo di politica estera, mica commercio…cose
poco serie…
-I
protocolli Richards sono una cosa seria.
-Mrs
Richards, la sua presenza qui è una gradita sorpresa, ma vorrei parlare dei
protocolli con suo marito, se non le dispiace.
-Reed?
-Lascia
fare a me, Sue.
-Sei
convinto, vero Richards? Sai che la tua autorizzazione…
-E’ una
pura formalità, ha già annunciato che possiede i protocolli chiamandoli col suo
nome…la firma di Reed le serve solo a tenere lontani SHIELD e ONU…
-Gentile
Mrs Richards, stiamo discutendo tra uomini, se ci interrompe
di nuovo sarò costretto a--
-TRA
UOMINI???
-Sue,
per favore.
-Reed,
per Dio, non puoi dargli retta!
-Ecco
la penna, Prof. Richards…lo faccia per il bene dell’umanità.
-NO!
Improvvisamente
la porta dell’ufficio di Beaumont viene abbattuta, con
un colpo secco e pesante. Sulla porta si trova la Cosa, con
in mano alcuni fucili piegati con la sua forza bruta. Alle sue spalle la
Torcia Umana.
La Cosa avanza verso Beaumont, gettando di lato i fucile come
accartocciato.
Reed e
Susan si alzano di scatto dalle sedie, mettendosi ai
lati della stanza. Susan urta un facocero imbalsamato su un mobile in legno in stile inglese…sorride, mentre Reed analizza con lo
sguardo ogni mossa della Cosa, intenta a sollevare dalla sedia Beaumont
prendendolo dal colletto, dopo aver allontanato con un dito la scrivania e
spargendo fogli di carta e ninnoli d’avorio per la stanza, mentre la Torcia
Umana resta poco al di fuori della stanza, guardando con aria minacciosa i
soldati accorsi davanti.
-No. –ripete la
Cosa guardando fisso negli occhi Beaumont.
-Brutto
mostro arancione, non capisci di cosa ci volete privare?
-Be-au..mont…!
-Bravo!
Cominci ad uscire con Hulk?
-…
Mentre la Cosa
fissa arrabbiato come non mai il generale, questi estrae silenziosamente una
piccola pistola dalla cintura e la punta verso Reed, sparando immediatamente.
Il
movimento viene avvertito dalla Donna Invisibile, che
crea un campo di forza intorno al marito… il proiettile rimbalza sul campo,
torna indietro leggermente deviato, e urta la fronte di Ben Grimm, per poi
rimbalzare nuovamente su Beaumont, colpendolo dritto in mezzo agli occhi.
Il
silenzio cala assoluto. Per un attimo, non si sentono
neppure i rumori dell’Africa provenire dall’esterno.
-Johnny…la
cassetta.- Reed interrompe il silenzio, e indica a Johnny una telecamera posta
nell’angolo in alto a destra della stanza ormai a soqquadro. La Torcia si infiamma e vola lungo il corridoio alla ricerca della
stanza della sicurezza.
-Lo
ho…ucciso?
-Ben…
-No,
amico mio, non lo hai ucciso… è colpa mia, non sarei dovuto venire qui…
-Reed…smetti
di prenderti le colpe di qualsiasi cosa succeda. Come vedi mi sono ripreso…forse era solo una questione di
volontà. Ma non ti do nessuna colpa per quello che mi è successo...ne oggi, né la settimana scorsa, né quando siamo tornati col
razzo. Beaumont era un bastardo, e forse meritava di morire. Ma almeno di
questo casino, lascia che me ne occupi io.
Johnny
raggiunge in volo la stanza pochi secondi dopo.
-L’ho
trovata, Reed…i tizi della sicurezza erano già fuggiti
via, così come tutti i militari e civili dell’edificio, a quanto sembra.
Sicuramente inchioderà Beaumont è scagionerà Ben…e
Fury se la metterà in videoteca.
-Johnny,
ma come avete fatto a trovarci?
-Sorellina,
Ben si è come risvegliato dopo aver sentito dei protocolli Richards…è arrivato
di corsa al FFP e si è messo in contatto con Fury…un velocissimo volo in jet e
siamo qui…evidentemente sa ancora qualcosa che io non so…cosa diavolo sono sti benedetti protocolli?
-Ormai
non ha più senso parlarne…
-No,
Ben, lascia che gli spieghi io.
Ben mi
ha aiutato nelle sperimentazioni riguardanti una ricerca finanziatami dall’ONU
che avrebbe portato alla scoperta di un’equazione a metà strada tra l’alchemia
e la scienza…che permetteva di sintetizzare cibo e medicinali
partendo da elementi basilari come la terra e l’acqua, tramite l’inserimento di
particelle sub atomiche derivate da…
-No,
no, aspetta…hai trovato la cura ai mali del mondo e io non ne sapevo nulla??!?
-NO! Ed è quello il problema! I veri mali del mondo non sono la
fame o la malattia, le mie scoperte e le scoperte degli altri scienziati negli
ultimi 150 anni hanno dimostrato che questi mali si possono combattere, e in
alcuni casi si potrebbe vincere!
-Reed,
ha ragione, fratellino. Noi più di tutti dovremmo saperlo: il vero problema del
mondo è la cattiveria dell’uomo. Johnny, Reed…Ben. Possiamo vincere le
battaglie contro il Dottor Destino o Immortus o Malice o chi per loro, ma la
guerra dell’uomo contro uomo non finirà forse mai…
-Non ha
senso, Sue, allora per cosa combattiamo? Come possiamo
sacrificarci noi, come famiglia, per un’umanità immeritevole e immutabile?
-Perché,
nonostante tutto, l’umanità è la nostra famiglia. E noi…noi combattiamo per la nostra famiglia.
Mentre i Fantastici
Quattro abbandonano il plesso, cingendosi l’un l’altro con le braccia
all’altezza della vita, l’Africa ritorna a suonare i suoi rumori.
FINE
E questo è quanto.
Una breve “run”, ma piuttosto intensa, per la prima famiglia Marvel. Un piccolo
tributo per il primo fumetto Marvel che abbia mai letto (quando ancora non
sapevo leggere…) con una strizzatine d’occhio
all’ottimo Fantastic Four 1234 di
Grant Morrison. Ho cercato di mostrare i quattro sotto una nuova luce, con
dialoghi e situazioni più “mature”, non per astio verso la loro stessa natura
“classica” ma per cercare di dire qualcosa di diverso, di rinnovarli nel mio
piccolo mantenendo integre quelle caratteristiche che li rendono unici. Grazie
a voi per esserci stati e agli amici di MarvelIT, in particolare Fabio
Furlanetto, editor con cui ho trovato una perfetta
sinergia, e all’EIC Carlo Monni, che mi ha spronato più di altri e ha gradito
molto (almeno così lui dice ^__^) il mio breve operato sulla serie. Un grosso
in bocca al lupo ai miei successori, mentre mi dileguo tra i fumetti…
Stay
cool,
Marco
[1] Nei numeri 6, 7 e 8.
[2] Il demone è stato invocato da Destino nei numeri 4 e 5 e successivamente sconfitto dai F4.
[3] Per la precisione adesso Dott. Samson lavora nel braccio più duro e segreto del supercarcere, chiamato Il Cubo (vedi Facile Come)